Bellano,
i mariti furiosi contro il maresciallo: «Giù le mani dalle nostre mogli»
Sui
muri del centro scritte anonime contro il comandante della locale stazione dei
carabinieri, 56 anni, che ora rischia l’allontanamento per incompatibilità
ambientale. Lui: «Sono solo calunnie per mandarmi via»
Se non fosse
accaduto realmente sembrerebbe una canzone di De Andrè o la trama di un
romanzo. Una di quelle storie tante volte narrate dallo scrittore Andrea Vitali
dove protagonisti sono proprio gli abitanti del piccolo borgo in riva al lago,
da sempre teatro dei suoi racconti: l’affascinante maresciallo, le chiacchiere
di paese, le comari, i mariti gelosi, un mistero da risolvere. E invece Vitali
in questo caso non c’entra nulla. «Non è un espediente per lanciare i miei
libri. I pettegolezzi non mi appartengono e i miei personaggi sono frutto di
fantasia» spiega, dicendosi a sua volta scosso per il ciclone che ha travolto
la sua Bellano dove vive da sempre.
Nel paese
affacciato sul ramo lecchese del lago di Como da giorni non si parla d’altro.
Da quando sui muri del plesso scolastico e poco più in là, sulla facciata di
una palazzina in centro, qualcuno ha scritto a caratteri cubitali: «Giù le mani
dalle mogli degli altri. Codardo togliti cintura e pistola e difenditi dai
mariti».
La pubblica
vendetta a colpi di vernice spray dei consorti gelosi convinti che un novello
Don Giovanni in divisa li abbia resi cornuti. Verso chi siano rivolte le
invettive è scritto nero su bianco: il comandante della locale stazione dei
carabinieri. Bello, aitante, socievole, 56 anni, in servizio a Bellano dal
2004. Sposato, padre di tre figli, mai un appunto sul lavoro. Per il resto si
sa, il paese è piccolo, la gente mormora, basta uno sguardo e un caffè al bar
con qualche avvenente signora per far scattare i sospetti.
Tira dritto il
sindaco Antonio Rusconi: «Le scritte ingiuriose sono state rimosse e dovrà
essere effettuato un ulteriore intervento per imbiancare i muri vandalizzati»,
dice. Ma la questione è spinosa, anche perché ora il luogotenente rischia
l’allontanamento. Colpevole o meno di aver ceduto alle grazie di qualche
fanciulla. Per lui si profila l’incompatibilità ambientale.
Del resto le
chiacchiere dopo l’ultima mossa dei consorti inviperiti, che se la sono presa
persino con la moglie del maresciallo, hanno assunto i contorni di un tornado e
il venticello della maldicenza ha lasciato posto a una bufera. «Quando ho visto
la scritta fuori dal mio portone non ci potevo credere — racconta Ivo, il
barbiere del paese —. Ho chiamato il macellaio e insieme abbiamo provato a
decifrarla. Poi quando abbiamo capito, il cognome del militare è scritto a
chiare lettere, abbiamo telefonato in caserma. Spiace per il comandante della
stazione, prima della pandemia andavamo spesso in bicicletta insieme e non ho
mai visto le ragazze saltargli al collo». «Le malelingue hanno ottenuto quello
che volevano», aggiunge il vicino.
Chi ha agito
conosceva bene gli spostamenti del suo bersaglio: le scritte sono apparse lo
stesso giorno in cui il luogotenente è uscito di casa dopo un lungo periodo di
quarantena per il Covid. Forse mosso dal timore che il presunto latin lover
potesse tornare in azione. Intanto il maresciallo agli amici più stretti ha
confidato tutto il suo sconcerto. «Non è vero niente — assicura — vedrò se
procedere per diffamazione contro ignoti. Non la vendetta di mariti gelosi, ma
solo il tentativo di farmi cacciare via da parte di qualcuno che ce l’ha con
me. Non riesco a immaginare di chi possa trattarsi: non ho mai avuto screzi con
nessuno». Si dice preoccupato anche per la moglie che da giorni piange lacrime
amare. Teme di dover lasciare la sua Bellano.
Intanto sul fronte
delle indagini i proprietari dell’immobile imbrattato hanno presentato denuncia
per vandalismo. Dal comando provinciale dei carabinieri di Lecco precisano che
l’intera schiera gerarchica è stata informata dell’accaduto e ci sono
accertamenti in corso. L’ultima pagina di questo romanzo deve ancora essere
scritta.
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