Radio Maria: il regno
di don Livio, dove Satana spaccia il virus
Il Male fino a un anno fa era insidioso ma intelligibile,
prevedibile e ripetitivo, incarnato in un’ossessiva lista di disgrazie: Islam,
aborto, ragazzine incinte (e nonni disperati per il demonio incarnato nei
giovani ventri), matrimoni gay, transessualismo, perdita di radici cristiane,
aperture bergogliste, teologia della liberazione (cioè della truffa
democratica, socialista, relativista, sudamericana, vagamente tropicale).
Dai microfoni di Radio Maria, fin dal mattino presto,
addestrati soldati del Bene, dall’esorcista padre Amorth, poi defunto, a Mario
Adinolfi, storico tenutario di una rubrica contro l’aborto (“anche per le donne
stuprate”), mettevano in guardia contro le manovre del demonio, che oggi ha
escogitato varianti apocalittiche epidemiologiche per impadronirsi del mondo.
Lo riferisce il direttore Padre Livio Fanzaga nella rubrica intitolata Lettura
cristiana della cronaca e della storia: la Covid è “un progetto di Satana. Un
colpo di Stato sanitario, mass mediatico e cibernetico mondiale, volto a
distruggere il mondo di Dio”.
Radio Maria è la radio privata con il maggior numero di
ripetitori sul territorio nazionale, oltre 850, più della Rai, con oltre un
milione e mezzo di radioascoltatori ogni giorno. Fondata come piccola radio
parrocchiale ad Arcellasco d’Erba da un certo Padre Mario – poi esiliato nella
meno carismatica Radio Mater – è oggi un network (World Family of Radio Maria)
che trasmette in 77 Paesi dei 5 continenti. In quanto “radio comunitaria”, cioè
non generalista, status previsto dalla legge Mammì, ha diritto a sostenersi con
donazioni spontanee (che arrivano anche a 18 milioni di euro l’anno) e, dal
2006, attraverso il 5 per mille.
Padre Livio è il mattatore e il capo spiriturale di questa
impresa: laureato in filosofia, autore di best-seller come L’Apocalisse è
incominciata, Il falsario. La lotta quotidiana contro Satana, Profezie
sull’Anticristo, si definisce “un pastore di anime”, dotato di qualità che
vanno “dalla sapienza alla prudenza, dalla fortezza alla dolcezza”; nel 2014 ha
vinto il concorso Cuffie d’oro, primo con distacco su Giuseppe Cruciani della
Zanzara.
La pandemia è una cornucopia di simboli e antitesi
millenaristiche: per Padre Livio è “un progetto non casuale, che non viene dai
pipistrelli o dal mercato di Wuhan. Un progetto criminale delle élite mondiali
con la complicità forse anche di alcuni Stati per instaurare una dittatura
sanitaria e ridurci come zombie”.
Il lessico e il mondo sono quelli di QAnon, la teoria
cospirazionista nata negli Stati Uniti secondo i cui adepti esiste un complotto
planetario ordito dai potenti del Deep State (Obama, Bill Gates, i Clinton
etc.) per diffondere il virus e controllare gli esseri umani mediante
l’inoculazione di chip sottocutanei mediante vaccino, questo nel tempo libero
lasciato loro dalla principale occupazione, che consiste nel suggere sangue di
bambini durante riti satanici, al fine di avere una bella pelle e una lunga
vita (Trump aveva provato a fermare questa setta di pedofili vampiri, ma è
stato messo fuori gioco dal Demonio e dai brogli elettorali).
Dopo le polemiche, Padre Livio ha precisato: “Probabilmente
non sapremo mai qual è l’origine della pandemia ma… resta sul tavolo l’ipotesi
che possa essere stata provocata volutamente”. C’è un progetto, dietro, “provocato
da chi vuole costruire un ‘uomo nuovo’ e ‘un mondo nuovo’… la mente ispiratrice
non può essere che il maligno”.
A Radio Maria il maligno è il deuteragonista di una narrativa
escatologica che va avanti dal 1987: il giorno inizia prima dell’alba, all’ora
dei betabloccanti e delle cardioaspirine, col diario di Faustina Kowalska, la
veggente canonizzata da Wojtyla e nominata da Gesù in persona, non è chiaro con
quale procedura, “Segretaria della Divina Misericordia”. Seguono: rosario,
meditazioni, liturgia delle ore, salmi, catechesi, messa, vespri… fino a notte
tarda, quando vanno in onda de profundis gli esorcismi di Padre Amorth.
Qui vige una tensione dialettica molto forte tra il Papa,
capo della Chiesa degenere, e il guru di questa chiesa parallela e capillare:
così mentre Bergoglio faceva ironia sulle apparizioni mariane nei cieli della
Bosnia-Erzegovina (“Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che
la Madonna ci manderà alle 4 del pomeriggio?”), Padre Livio metteva
forsennatamente sul sito i messaggi che la Vergine recapita regolarmente ai sei
veggenti di Medjugorje in carica dal 1981 (alcuni dei quali proprietari di
alberghi, sale bingo e casinò nei pressi dei luoghi dell’apparizione,
ricchissimi), e ogni 25 del mese manda in onda una veglia di preghiera in
attesa del messaggio mensile (l’ultimo diceva: “Cari figli! Satana è forte e
lotta per attirare a sé quanti più cuori possibile… Grazie per aver risposto
alla mia chiamata”).
Dopo due ore di ascolto di Radio Maria si avverte un disagio
profondo: superstizione, ricatto emotivo, pattume moralistico, un mondo in cui
lo spirito evangelico è eroso a favore di una logica punitiva e antiumana. Il
virus non ha fatto un salto di specie, ma è planato in qualche laboratorio per
mano di Satana; è eliminato dalla Madonna, una specie di Supereroina-addetta a
un call center preghieristico; le élite tramano contro i popoli insieme al
diavolo, ciò che poi è il sottotesto – sigillato dal bacio al rosario – dei
comizi di Salvini.
Benché Radio Maria affermi di essere “apolitica e
apartitica”, tutti i suoi messaggi, scopertamente antiscientifici, pastorizzati
non solo da ogni traccia di Illuminismo ma anche dal principio di realtà, sono
politici: perché suggeriscono un’etica, implicano un posizionamento,
delegittimano la democrazia e la comunità scientifica.
Lo Spirito – Dio lo vuole – va alimentato: Livio Fanzaga
passa dall’antiteodicea della Covid alla questua: “Ricordatevi di fare
offerte”. E le catechiste dettano incessantemente i modi per sostenere Radio
Maria, tonnara per menti deboli e persone sole: conti correnti, Iban, Sepa, 5
per mille, vaglia postale, bancoposta, lasciti testamentari. Onde radio nelle
lande sterminate della solitudine.
Fonte: di Daniela Ranieri/ Il Fatto Quotidiano del 21 novembre
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