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domenica 18 aprile 2021




LUNEDì 19 APRILE 2021
Clamoroso
Secondo la Bbc, in base al numero di reclami ricevuti, la copertura per la morte di Filippo è l’evento per cui gli spettatori si sono lamentati di più nell’intera storia dell’emittente [Il Post].
 
In prima pagina
• Poco dopo la mezzanotte, 12 società tra cui Manchester United, Liverpool, Real Madrid, Barcellona, Juventus, Milan e Inter, hanno annunciato che a partire dal prossimo anno giocheranno un torneo tutto loro, la Super Lega. La Uefa e le leghe di Inghilterra, Spagna e Italia pensano a delle rappresaglie. È iniziata una guerra nel mondo del calcio
• Vicino a Bassano un muratore albanese ha ammazzato la moglie a martellate
• Ad Aosta una rumena di 33 anni è stata trovata morta nel suo appartamento, seminuda e con la gola tagliata
• Vicino a Pavia un’allevatrice di cani russa si è buttata in una canale per salvare un cucciolo ed è morta
• Nelle stesse ore in cui Salvini era rinviato a giudizio per il caso Open Arms, a Pozzallo la Guardia costiera ha messo sotto sequestro la nave della ong
• Ieri sono stati registrati altri 251 morti. Continua a scendere il numero di posti occupati in terapia intensiva (-29). Il tasso di positività è salito al 5,5% dal 4,6% di sabato. Le persone vaccinate (due dosi) sono 4.458.079 (il 7,47% della popolazione)
• L’Inail è stato costretto a pagare 20 mila euro di risarcimento a una signora caduta dalle scale mentre era in smart working
• Alexei Nalvalny potrebbe morire da un momento all’altro in carcere, fanno sapere i suoi medici. Biden avverte Putin: «Se Nalvalny muore ne risponderà». La Repubblica Ceca espelle 18 diplomatici russi
• In Myanmar sono state scarcerate oltre 23 mila persone
• Un altro ragazzo pestato a Colleferro
• Una No Tav è stata ferita gravemente a un occhio da un lacrimogeno lanciato dai poliziotti
• È morto a 78 anni Luigi Covatta, storico dirigente socialista e direttore di Mondoperaio
• Il Milan batte 2-1 il Genoa grazie a un autogol di Scamacca. L’Atalanta batte la Juventus 1-0  e la scavalca in classifica. La Lazio travolge 5-2 il Benevento, il Torino s’impone in rimonta sulla Roma e il Bologna ne rifila quattro allo Spezia. Nel posticipo, Napoli-Inter 1-1
• Verstappen vince a Imola. Hamilton sbaglia ma rimonta fino al secondo posto, terzo Norris. Ai piedi del podio, le due Ferrari
• Dal 2022 la Formula 1 correrà un Gran Premio a Miami
• In MotoGp Quartararo vince di nuovo, anche in Portogallo, Bagnaia secondo, poi Mir e Morbidelli. Marc Márquez settimo, caduta per Rossi
• Tennis, Tsitsipas liquida Rublev con un secco 6-3 6-3 e vince il master di Montecarlo
• Mia Ceran, di Quelli che il calcio, ha annunciato di essere incinta in diretta televisiva
 
Titoli
Corriere della Sera: Un pass per l’estate sicura
la Repubblica: Milioni di test per la scuola
La Stampa: Dall’Europa 54 milioni di vaccini e da giugno stop ad AstraZeneca
Il Sole 24 Ore: Crisi dei consumi / Famiglie, spese ko: da risparmi e aiuti le leve della ripresa
Il Messaggero: Locali al chiuso, ok più vicino
Il Giornale: Speranza sapeva: ecco le prove
Leggo: «Ecco le vere emergenze»
Qn: Ecco il pass per andare in vacanza
Il Fatto: Salvini: «Indagare Speranza e no emergenza fino a luglio»
Libero: Salvini è innocente
La Verità: Reddito agli extracomunitari / in migliaia sotto inchiesta
Il Mattino: Scuola, il rientro tra i rischi
il Quotidiano del Sud: La scuola pilastro del Paese
Domani: Transizione ecologica con conflitto d’interessi
«La transizione ecologica
è come la masturbazione.
Serve a ingannare il tempo»
Vittorio Feltri
Antartide
Se si sciogliesse il ghiacciaio Thwaites in Antartide occidentale, noto come “ghiacciaio dell’apocalisse”, il livello del mare nel mondo salirebbe di 65 cm [Mercalli, Fatto].

Rifiuti
Acronimi per la tassa sui rifiuti dal 1993: Tarsu, Tia, Tares, Tari [Gabanelli e Querzé, CdS].

Rinoceronti
In Nepal 350 esperti hanno viaggiato per settimane nella giungla a dorso di elefanti addomesticati, per censire uno per uno gli esemplari di Rhinoceros unicornis. Ogni animale viene identificato in base al sesso, alle dimensioni, al corno, alle cicatrici, alle pieghe della pelle e alla forma delle orecchie. Durante il censimento gli operatori sono stati attaccati da elefanti selvatici, orsi e in un caso anche da una tigre, ci sono stati feriti e una vittima [Cotugno, Domani].

Delfini
Durante la pandemia, per risparmiare energia elettrica, i corridoi dell’acquario di Genova non sono stati illuminati, e i delfini si sono accorti che l’edificio è chiuso. Erika Esposti, curatrice del settore Mammiferi marini: «Ci accorgiamo che sentono la differenza quando arriva qualcuno che non conoscono davanti alla vasca. Iniziano a curiosare, com’è nella loro natura. Non significa che soffrano della mancanza del pubblico. Ma la sentono» [Grillo, Sta].
«I cento dipendenti della struttura sono tutti formalmente in cassa integrazione, anche se gli addetti alla cura degli animali rientrano in servizio 3-4 giorni la settimana».

Categorie
Il filosofo francese Luc Ferry, già ministro con Chirac, ha individuato sette sottocategorie di ecologisti: gli éffrondistes, catastrofisti alla Greta Thunberg, convinti che il pianeta sia sull’orlo dell’implosione; gli allarmisti rivoluzionari, eredi della critica marxista al capitalismo, ma che a differenza di Marx propugnano la decrescita felice, e pensano che la battaglia per l’ambiente faccia tutt’uno con quella terzomondista, ecofemminista e vegana; i riformisti, che a interventi ambiziosi e calati dall’alto preferiscono gli interventi limitati nel tempo e nello spazio, la cura del proprio ambiente di prossimità, la manutenzione della nostra casa e della nostra città; gli ecomodernisti, per i quali sviluppo economico e ambientalismo possono andare a braccetto; i fautori dell’economia circolare, le cui istanze si mischiano con la sobrietà francescana, giacché vogliono salvare l’ambiente risparmiando, razionalizzando i consumi, evitando gli sprechi e riciclando i rifiuti; i fautori di un’agricoltura biologica e della causa degli animali, per i quali la natura acquista un carattere quasi sacrale, di impronta neopagana e l’uomo non solo è inessenziale all’ecosistema, ma addirittura un danno; i fautori di un’ecologia positiva, la posizione di Ferry, a cavallo fra riformisti, ecomodernisti e fautori dell’economia circolare [Ocone, Giornale].

Altre cose
Abbiamo anche appreso: che il nuovo programma spaziale della Nasa si chiama Artemis, come la dea Artemide, sorella gemella di Apollo; che il Pinocchio di Collodi è tradotto in 260 lingue e un dialetto (il milanese); che Draghi vuole affidare il dossier Ilvia a Franco Bernabè; che quando studiavano la guerra del Peloponneso Voltaire era filoateniese e Rousseau filospartano; che la calciatrice Sara Gama è diventata protagonista di un cartone animato (era già stata bambola Barbie); che i monaci trappisti si chiamano così perché appartengono all’ordine benedettino cistercense di stretta osservanza, nato nell’abbazia francese di La Trappe; che Gigi Proietti aveva ricevuto in regalo dalla moglie Sagitta tre galline e le aveva chiamate Cocò, Chanel e Chery.
IN TERZA PAGINA [vai]
In morte di Gigi Covatta (Galli della Loggia)
Quando Dago prese a schiaffi Sgarbi (Grasso)
Hanno rotto, questi reali (Serra)
Cara Adolescenza, ti scrivo (Benini)
Delitti e suicidi
Un Gezim Alla, 51 anni, muratore, di origini albanesi, da molti anni in Italia, carattere tranquillo, forse un po’ schivo, al culmine di una lite, afferrò un martello e si scaglio contro la moglie Dorima, 39 anni, anche lei albanese. La ammazzò con un colpo alla testa. Poi, sotto choc, telefonò al 112 e aspettò l’arrivo dei carabinieri, ai quali confessò ogni cosa (ieri, in via Bastianelli, a Pove del Grappa, tremila abitanti, in provincia di Vicenza).
La notizia è passata di bocca in bocca in brevissimo tempo. I curiosi erano così tanti che i carabinieri hanno dovuto vietare di passare nella zona attorno alla casa dove si è consumato il delitto. Non si sa se i due figli della coppia, 13 e 9 anni, in casa al momento dell’omicidio, ora affidati a un loro parente, abbiano assistito alla scena.
«Quasi una decina di ore prima, ad Aosta, un’altra donna è stata trovata senza vita nella sua abitazione. Elena Serban Radula, 33 anni, origini romene, è stata colpita alla gola con un fendente e lasciata esanime nel bagno dell’appartamento in cui viveva da sola. È stata uccisa tra il tardo pomeriggio e la sera di sabato, ma è stata scoperta solo ieri mattina all’alba, quando a casa sua si è presentata la sorella Alexandra, preoccupata perché non rispondeva. È il giallo su cui ora indaga la Squadra mobile, alla ricerca dell’assassino in fuga. C’è già una pista precisa e un grosso aiuto l’ha dato l’impianto di videosorveglianza installato sul portone del condominio, le cui telecamere avrebbero ripreso il killer. Elena Serban era arrivata ad Aosta da meno di un mese, verso fine di marzo, dopo aver lasciato la città di Lucca. Ieri mattina la porta di casa era chiusa, il telefonino squillava, ma lei non rispondeva. I vigili del fuoco sono passati da una finestra e hanno trovato la ragazza seminuda e ormai priva di vita, con una profonda ferita alla gola. La chiave del giallo potrebbe essere tra le sue frequentazioni, sia quelle attuali che quelle avute in Toscana. Le modalità potrebbero far pensare anche a un regolamento di conti» [Ferro, Rep].
«Altre due sparatorie ieri negli Usa hanno portato alla morte di almeno sei persone. Il primo episodio è avvenuto in un bar di Kenosha in Wisconsin, dove un uomo ha sparato uccidendo tre persone e ferendone altre due. L’altra strage ad Austin, in Texas, dove almeno tre persone sono morte all’interno di un complesso residenziale» [CdSs].
Amori
Mia Ceran, 34 anni, giornalista e conduttrice di Quelli che il calcio (Rai 2) assieme a Luca Bizzarri e Paolo Kessissoglu, ha annunciato di essere incinta in diretta televisiva. «Scherzando, Bizzarri e Kessissoglu, alludendo al già evidente pancino, le hanno chiesto: “Mia, dovrai mica dirci qualcosa?”. Quasi stupita dalla domanda, Ceran si è guardata intorno, e ha risposto, come se avesse improvvisamente ricordato qualcosa: “Ah sì, aspetto un bambino”, scatenando uno scrosciante applauso in studio» [CdS].
L’attrice Anna Valle, 45 anni, incontrò suo marito, Ulisse Lendaro, 48 anni, produttore cinematografico, mentre interpretava Elena nelle Troiane di Euripide a Vicenza nel 2005. «Beh, sì. Ci siamo incontrati lì, era venuto a vedermi a teatro, ci hanno presentati e da quel momento siamo rimasti praticamente sempre insieme» [a Matarazzo, Avv].
Ora che l’Italia riapre intende cercare un fidanzato?
«Perché no. Intanto ho preso un pied-à-terre a Roma dove ricomincerò a frequentare gli amici, ne ho un grandissimo bisogno dopo tanta solitudine. E sarebbe bello trovare un uomo con cui condividere interessi, viaggi, emozioni».
Il suo ideale?
«Dev’essere molto colto, magari uno studioso da cui potrei imparare tante cose. Sia chiaro, lo lascerei libero di tradirmi perché il sesso non mi interessa più di tanto. A questo punto della mia vita, potrei legarmi profondamente a un gay... O creare una comune di amiche della mia età, tutte single come me. Forse è la soluzione migliore» [Eleonora Giorgi, 67 anni, a Gloria Satta, Mess].
Buste paga
La Cgil di Treviso ha vinto una vertenza con l’Inail, che è stato costretto a pagare 20 mila euro di risarcimento a una signora di 50 anni caduta dalle scale di casa mentre era in smart working. L’incidente è avvenuto nel settembre scorso. La donna stava parlando al telefono con un collega utilizzando il cellulare di lavoro [Giornale].
Secondo l’Eurostat, nel 2020 i lavoratori italiani hanno visto calare il loro monte salari di 39,2 miliardi. Siamo passati da 525,7 a 485,4 miliardi di euro. È il dato peggiore di tutta l’Unione europea [Baroni, Sta].
Nei giorni 20, 21, 22 e 23 aprile, Il Ponte, la casa d’aste dei meneghini doc, sede in via Pontaccio 12 a Milano, in zona Brera, e diretta da Rossella Novarini, metterà all’asta dipinti e sculture provenienti dalle residenze di Cesare e Gina Romiti, gli arredi che decoravano la Villa Orlando di Bellagio, e, dulcis in fundo, alcuni beni provenienti dalla collezione di Philippe Daverio, venduti per contribuire a finanziare la futura Casa-Biblioteca Daverio [Mojana, Sole].
Incidenti
Lo scorso venerdì, a Valeggio, minuscolo paesino di campagna tra Pavia e Vigevano, Polina Kocheleko, addestratrice cinofila, origini russe, 35 anni, un passato da avvocato, stava portando a spasso cinque cani quando un cucciolo di pastore tedesco, è scivolato in un canale agricolo. La donna, nel tentativo di salvarlo, si è tuffata. Sarà l’autopsia a chiarire se sia annegata o se, trascinata dalla corrente, abbia sbattuto la testa contro un ponticello. Il suo cadavere è stato trovato nella notte tra sabato e domenica dai sommozzatori dei vigili del fuoco.
Un treno è deragliato vicino a Toukh, a una quarantina di chilometri a nord del Cairo. Almeno 97 le persone ferite. Il treno, formato da otto vagoni, era diretto a Mansura, 130 chilometri più a nord.
È il secondo disastro ferroviario in Egitto in meno di un mese, dopo quello del 26 marzo, in cui hanno perso la vita almeno venti persone.
Obituaries
Pio Boffa (1955-2021). Vignaiolo. Proprietario della Pio Cesare di Alba, «una delle cantine che hanno fatto la storia del Barolo e del Barbaresco, con i vigneti nelle migliori posizioni sulle colline e le botti nel cuore storico della città. Un marchio che proprio quest’anno ha raggiunto i 140 anni. Pio Boffa rappresentava la quarta generazione di questa importante dinastia del vino: in oltre 40 anni di lavoro, con la presenza preziosa e silenziosa della moglie Nicoletta, aveva fatto crescere la fama e la notorietà sul mercato nazionale e internazionale della cantina, che oggi può contare su oltre 70 ettari di vigneti di proprietà» [Fiori, Sta]. Morto di Covid all’ospedale di Verduno.
Domenico Cempella (1937-2021). Manager. Amministratore delegato di Alitalia dal 1996 al 2001. «Fu l’uomo che portò Alitalia all’ultimo vero utile d’esercizio della sua storia, con la distribuzione di un congruo dividendo, anche se quello a inizio 2000 è il frutto della plusvalenza sulle azioni Klm. Poi il rosso profondo. Quarant’anni di lavoro per Alitalia: da caposcalo a Rimini, Atene e Roma, a direttore del traffico, a responsabile operazioni di terra, a capo di Aeroporti di Roma (controllata Alitalia). Quando, nel marzo del ’96, viene affidato a Cempella il timone, la compagnia attraversa un momento difficile. Dal 1987 al 1995 la società perde soldi: il valore di Borsa a 600 miliardi di lire, il patrimonio netto non oltre i 150 miliardi e debiti a 3.000 miliardi di lire. E sta a Cempella, un manager che ha cominciato ancora minorenne dal front line dell’aeroporto di Fiumicino, tracciare la rotta con un nuovo piano industriale, supportato da un aumento di capitale e dai lavoratori che lo avevano già apprezzato. Arrivarono i corteggiatori: Air France, Klm e Swissair. Il partner “migliore possibile” da sposare per Cempella, quello complementare, interessato a drenare “il grande mercato italiano”, ma forte di “una grande flotta” e di un ricco traffico internazionale e di lungo raggio, è Klm. Ma alla vigilia della nuova Malpensa, raccontò, “il governo italiano scelse di bloccare tutto”. E gli olandesi, il 28 aprile del 2000 annunciarono il divorzio da Alitalia pagando una penale da 250 milioni di euro. Cempella rassegnò le dimissioni il 2 febbraio 2001» [Amoroso, Mess].
Luigi Covatta (1943-2021). Politico. Giornalista. Direttore della rivista Mondoperaio. Per molto tempo dirigente di primo piano del Psi. Prese parte alla squadra di giovani che affiancò Bettino Craxi nel rinnovamento del partito. «La storia politica di Covatta comincia a inizio anni ‘70 nel Movimento Politico Lavoratori, formazione cattolica progressista vicina alle Acli e figlia del Sessantotto che poi confluì per gran parte nel Psi, organica all’area più di sinistra, guidata da Riccardo Lombardi. Dal 1976 al 1994 Covatta fu prima deputato e poi senatore, eletto in Emilia-Romagna, successivamente sottosegretario in cinque diversi governi, alla Pubblica Istruzione e ai Beni culturali. Una lunga carriera terminata con la semi-dissoluzione del Psi dopo Tangentopoli, che non vide Covatta coinvolto in nessun modo; poi proseguita a livello giornalistico, con la guida della rivista teorica socialista sin dal 2009» [Pucciarelli, Rep]. «La grande slavina del 1992 inghiottì il suo partito, lui seguì, ma a distanza di sicurezza, le successive, poco esaltanti vicende della diaspora socialista. Non abbandonò invece, neppure per un attimo, l’impegno politico e culturale. Riscoprì l’antica passione per il giornalismo, collaborando con il Mattino. Scrisse libri, il più importante dei quali è forse il documentatissimo Menscevichi, una storia del riformismo e dei riformisti italiani, pubblicata da Marsilio. Con Gennaro Acquaviva e Giuliano Amato diede vita alla Fondazione Socialismo. E negli ultimi anni, su iniziativa della Fondazione, riprese da direttore le pubblicazioni di Mondoperaio, lo storico mensile socialista fondato negli anni del frontismo da Pietro Nenni. Se ne è andato all’improvviso, non ancora settantottenne e sulla breccia fino a poche ore dalla morte» [Franchi, CdS].
Giorgio Croci (1936-2021). Ingegnere strutturista. Grande esperto di restauri. Esperto di beni culturali, autore tra l’altro del progetto per la ricostruzione della Basilica di Assisi. «Il nome di Croci resta legato in particolare all’operazione di smontaggio e trasporto della Stele di Axum, 150 tonnellate di pietra basaltica, voluta a Roma da Mussolini dopo la conquista dell’Etiopia e collocata nel 1935 accanto alla sede della Fao: nel 2003 il monumento venne smontato e ricollocato sei anni dopo nell’area sacra di Axum, in base agli accordi internazionali» [f. vi., CdS].
Charles Geschke (1939-2021). Cofondatore della società di software Adobe. «Insieme a John Warnock, che aveva personalmente assunto al Palo Alto Research Center di Xerox, hanno creato il formato pdf (Portable Document Format) e un’infinita di altri software. Oltre a un concetto alla base dell’informatica moderna come il Wysiwyg – acronimo dall’inglese What you see is what you get – ossia che quanto vediamo a monitor corrisponde a quanto stiamo facendo. Geaschke e Warnock, una volta usciti da Xerox, proseguirono la tradizione dei garage californiani: fu in quello di Warnock che nacque la Adobe, con il nome che era ripreso dall’Adobe Creek, un ruscello che scorreva dietro la casa di Warnock» [Cella, CdS]
Giovanna Pezzuoli (-2021). Giornalista. Professionista dal 1987. Iniziò al Giorno. Passata al Corriere, dal 2000 al 2010 si è occupata delle sezioni Cultura e Tempo Libero. «In via Solferino abbiamo condiviso per alcuni anni il desk delle pagine di cronaca del Tempo libero e spettacoli, fino alla pensione. Di quel periodo ho dei ricordi nitidi, sono stati anni pieni di cose, di incontri, di novità. Tutt’e due facevamo un lavoro nuovo e ci occupavamo di temi che ci interessavano. La cultura e il sociale, i locali e i personaggi della città. Se un titolo in pagina non le piaceva non usava mezzi termini, nemmeno se l’aveva fatto lei. Le mezze misure non erano contemplate. Ma questo era il suo grande pregio. Ironia e autoironia» [Villa, CdS].
Liam Scarlett (1986-2021). Ballerino e coreografo britannico. Un anno fa fu allontanato dal Royal Ballet di Londra, accusato di aver tenuto comportamenti inappropriati e predatori nei confronti di giovani allievi. La morte arriva all’indomani della decisione del Teatro reale di Danimarca di annullare il suo balletto Frankestein a causa dei «comportamenti offensivi» tenuti in passato da Scarlett. La famiglia non ha reso note le cause del decesso, anche se sui social si parla di suicidio.
Felix Silla (1937-2021). Attore. Italiano naturalizzato americano. Alto 119 centimetri. Noto per il ruolo del Cugino Itt, il personaggio piccolo e peloso che indossava occhiali da sole e una bombetta, nella serie tv La famiglia Addams. Nato a Roccacasale, in provincia dell’Aquila, emigrò negli Stati Uniti nel 1953, entrò nel circo Barnum & Bailey come trapezista. Notato da un agente del cinema, fu ingaggiato dagli Studios di Hollywood come stuntman. Ha interpretato anche il robot Twiki nella serie Buck Rogers (1979-1981). Da tempo lottava con un tumore al pancreas.
Rutsy Young (1946-2021). Cantante. Chitarrista. Co-fondatore del gruppo country-rock dei Poco. «La band era nata nel 1968, dopo lo scioglimento dei Buffalo Springfield. Nonostante varie entrate e uscite dal gruppo, Young è sempre rimasto fedele ai Poco, che hanno continuato i loro tour fino al marzo 2020. Young è stato uno dei primi musicisti a utilizzare la pedal steel guitar, uno strumento a corde simile alla chitarra ma suonata con un pedale in metallo» [CdS]. È morto per un attacco cardiaco nella sua casa di Davisville, nel Missuouri.
PRIMA PAGINA
«La Superlega è una mossa
che rinnegherebbe 70 anni
di storia del calcio europeo»
Alex Ferguson
Il calcio come lo conosciamo non c’è più
«Il patto fra i grandi club europei per la Superlega, il nuovo campionato d’élite, ora è realtà: è stato annunciato quando in Italia era passata da poco la mezzanotte, al termine di una giornata di grandi tensioni con la Uefa e le altre istituzioni del sistema. Da una parte ci sono 12 società capeggiate dal Real Madrid che vogliono arrivare a 20 e dal 2022 amministrare i giganteschi ricavi di una competizione tutta nuova e tutta loro, su modello dello sport professionistico americano. Hanno deciso che il tempo dell’attendismo è finito, spinte all’accelerazione dalla crisi finanziaria sotto la pandemia che ha vinto anche le resistenze dei club inglesi: non intendono più dividere con nessuno il colossale business che ritengono di generare. Il nuovo torneo è una torta da 4 miliardi di euro fra diritti tivù e sponsor: la via per uscire dalla profonda crisi economica» [Currò, Rep].
Le dodici società ribelli sono: Manchester United, Liverpool, Arsenal, Tottenham, Chelsea, Manchester City, Real Madrid, Atletico Madrid, Barcellona, Juventus, Milan e Inter. Entro la prima stagione ci dovrebbero essere anche Bayern, Borussia Dortmund e Psg, che per ora si sono tirate indietro. Altre cinque squadre si qualificheranno sul campo.
«L’obiettivo è formare due gironi da 10 con formula di andata e ritorno da settembre a gennaio, e promuoverne 8 alla seconda fase a eliminazione diretta» [Currò, Rep]. Si inizierà subito, nel 2022.
La Superlega promette ai club fondatori fino a 350 milioni per la sola iscrizione e 3,5 miliardi una tantum per bilanciare l’impatto della pandemia. Si sta pensando anche a una Superlega femminile.
Florentino Perez, numero 1 del Real, è il primo presidente della Superlega. Andrea Agnelli, numero 1 della Juventus, e Joel Glazer, numero 1 del Manchester United, saranno i suoi due vice
Perez, che tra l’altro vorrebbe prendersi Autostrade per l’Italia pagandole 10 miliardi, vorrebbe usare i proventi della vendita dei diritti tv della Superlega per restaurare il Bernabeu e comprare Haaland e Mbappé.
Uefa, Federcalcio inglese e Premier League, Federcalcio spagnola reale e LaLiga, Federcalcio italiana e la Lega Serie A hanno emesso una nota congiunta in cui si dicono «uniti nei nostri sforzi per fermare questo cinico progetto e prenderemo in considerazione tutte le misure a nostra disposizione, a tutti i livelli, sia giudiziario che sportivo, al fine di evitare che ciò accada», minacciando i club e i giocatori di vietar loro la partecipazione alle competizioni internazionali. «Questo persistente interesse personale di pochi va avanti da troppo tempo. Quando è troppo è troppo».
«Infuriato, il presidente della Uefa Ceferin ha contattato Agnelli: una telefonata burrascosa in cui gli avrebbe dato del traditore» [De Carolis, CdS].
«Da presidente dell’associazione dei club europei, Agnelli ha trattato con la Uefa la riforma della Champions e poi l’ha smontata, in Italia ha sabotato la trattativa per l’ingresso dei fondi nella Lega serie A, poiché esisteva una clausola degli stessi fondi che vietava di aderire a un’eventuale Superlega. Un conflitto d’interessi lampante, i fondi avrebbero portato 1,7 miliardi: ora non va esclusa una causa per danni delle società di serie A contro Juve, Inter e Milan» [ibid].
«Da non crederci. Quello che è sicuro è che il calcio come lo conosciamo è in pericolo. Addio campionati, coppe, forse anche nazionali. Il tutto per una dozzina di club in cerca di denaro subito, per “americanizzare” un sistema che funziona da un secolo di principi totalmente diversi: è sport e non spettacolo. L’ufficio legale di Nyon, d’accordo anche con Leghe e federazioni di tutta Europa, sta lavorando a una causa da 50/60 miliardi contro tutte le squadre che vorranno separarsi dal sistema per crearne uno alternativo e privato (con tutte le conseguenze del caso su campionati e coppe europee)» [Licari, GdS].
Il primo ministro britannico Boris Johnson: «Il progetto di Superlega europea è molto dannoso per il calcio. Siamo con le autorità sportive che si sono opposte. I club coinvolti ora devono rispondere ai propri tifosi e consultarli».
Il presidente francese Emmanuel Macron ha lodato l’assenza di squadre transalpine nell’iniziativa: «Lo Stato francese appoggerà tutte le mosse di Federazione e Lega francesi, di Uefa e Fifa per proteggere l’integrità delle competizioni federali che siano nazionali o europee».
Il segretario del Pd Enrico Letta, noto tifoso del Milan: «L’idea di una Superlega per i più ricchi club europei di calcio? Sbagliata e decisamente intempestiva. In Europa il modello NBA non può funzionare. Nel calcio e nello sport la forza sta nella diffusione, non nella concentrazione. E nelle belle storie tipo Atalanta, Ajax, Leicester».
«Il calcio da oggi è cambiato, la guerra è solo all’inizio» [De Cerolis, CdS].
[leggi Condò e Sconcerti in Quarta pagina]

Open Arms sotto sequestro
La Open Arms è in fermo amministrativo da sabato sera nel porto di Pozzallo. La nave della ong catalana è stata sottoposta dalla Guardia costiera a una lunga ispezione, durata 17 ore e non può dunque lasciare la banchina. «Singolare la coincidenza: l’ispezione avveniva nelle stesse ore in cui a Palermo si consumava l’ultimo atto dell’udienza preliminare per il caso Open Arms e il gup Jannelli rinviava a giudizio il leader della Lega ed ex ministro dell’Interno nel governo Conte 1, Matteo Salvini, per sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio» [Albanese, Sta].

Nessuno slittamento sul Recovery
L’Italia presenterà regolarmente entro il 30 aprile il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Lo fanno sapere fonti di Palazzo Chigi in riferimento alle ipotesi, rilanciate dall’agenzia Reutes, di uno slittamento a metà maggio. Mario Draghi illustrerà il piano alle Camere il 26 e 27 aprile e prima di quella data ci sarà un passaggio in Consiglio dei ministri.
«Draghi non è abituato a smentire indiscrezioni o retroscena, ma questa volta il peso della notizia era tale che il suo staff non ha potuto faro altro che correre a soffocare categoricamente lo scenario» [Lombardo, Sta].
«Ma da dove erano nati i dubbi sul rispetto delle scadenze da parte dell’Italia? Il primo a parlare di possibili slittamenti nella presentazione dei piani, era stato venerdì scorso Valdis Dombrovskis, vicepresidente esecutivo della Commissione, iscritto al partito dei falchi. “Alcuni piani di rilancio sono più avanzati di altri”, aveva detto. “Meglio prendersi una settimana in più o due per fare buoni progetti, piuttosto che concentrarsi sulle scadenze”. Una dichiarazione apparentemente neutra, ma che ha subito acceso i riflettori sull’Italia, prima beneficiaria del piano europeo. Se la presentazione slittasse, slitterebbe anche il primo acconto di 23 miliardi atteso da Roma tra luglio e agosto. Sarebbe un segnale che potrebbe mettere in agitazione i mercati finanziari» [Bassi, Mess].

I colori delle regioni
Puglia, Sardegna e Valle d’Aosta in rosso e tutte le altre regioni, più le due province autonome di Trento e Bolzano, in arancione. Questi i colori dell’Italia da oggi, per quest’ultima settimana senza territori in zona gialla o bianca. Da lunedì 26 aprile, infatti, il governo Draghi avvia l’operazione riaperture, seppur graduale e con una serie di regole ancora da mantenere. Tornerà la zona gialla nelle regioni a minor rischio. Resta però il coprifuoco per tutti dalle 22 alle 5, almeno fino a fine maggio.
Queste le principali novità da lunedì 26 aprile: torna la didattica in presenza, nelle zone gialle e arancioni, in tutte le scuole di ogni ordine e grado; riaprono bar e ristoranti, ma solo con il servizio all’aperto, sia a pranzo che a cena nelle zone gialle; sempre nelle zone gialle riapriranno i musei, e anche teatri, cinema e spettacoli all’aperto con limitazione della capienza; sarà possibile lo spostamento tra regioni gialle e solo con un pass.
«Il decreto che renderà ufficiali queste nuove regole sarà varato in settimana, probabilmente tra mercoledì e giovedì» [De Leo, CdS].
«La direttiva che, subito a seguire il nuovo decreto con le nuove misure, il Viminale darà ai prefetti è questa: concentrare la disposizione dei 70.000 uomini in campo, soprattutto la sera, nei luoghi “sensibili” per scongiurare il rischio della movida sfrenata e verificare che il ritorno alle attività serali di bar e ristoranti sia nel rispetto dei rigidi protocolli di sicurezza: solo all’aperto, seduti, non più di quattro al tavolo, niente comitive di giovani assembrate fuori dai locali. E tutti a casa entro le 22» [Ziniti, Rep].

Il coronavirus in Italia
Persone vaccinate (2 dosi): 4.443.309 (il 7,45% della popolazione)
Prime dosi (totali): 10.656.468 (il 17,87% della popolazione)
Attualmente positivi: 504.611
Deceduti: 116.927 (+251)
Dimessi/Guariti: 3.248.593 (+13.134)
Ricoverati: 26.959 (-481)
di cui in Terapia Intensiva: 3.311 (-29)
Tamponi: 55.094.444 (+230.116)

Totale casi: 3.870.131 (+12.694, +0,33%)
[YouTrend]
Il tasso di positività è salito al 5,5% dal 4,6% di sabato.
Ieri mattina il cuoco Gianfranco Vissani e alcuni colleghi, insieme a produttori e ristoratori, per protestare contro le chiusure dei loro locali, si sono ritrovati a Città della Pieve, in Umbria, dove Draghi ha la sua casa di campagna e gli hanno rivolto un simbolico «invito a pranzo».
Nel primo pomeriggio di ieri, a Conegliano Veneto, mille no-vax, molti senza mascherina e senza rispettare le distanze, hanno invaso il piazzale davanti al palasport di via Fabio Filzi per una manifestazione di protesta.
«Dopo Bologna e Milano ieri pomeriggio a Bergamo, davanti al Teatro Donizetti, si è riunito un gruppo di negazionisti per sostenere che la pandemia sia un’invenzione» [Rigatelli, Sta].
Dice Luigi Fusco, 60 anni, commercialista, presidente del comitato “Noi denunceremo” delle vittime di Bergamo: «Se vogliono li accompagniamo a vedere le tombe dei nostri parenti. Ho saputo del loro assembramento, anche se ho visto più poliziotti e carabinieri che manifestanti».
Ieri, papa Francesco è tornato a recitare l’Angelus affacciato alla finestra che dà su piazza San Pietro. «Grazie a Dio possiamo ritrovarci di nuovo in questa piazza. Mi mancava».
L’assemblea di Lega Serie B, riunita d’emergenza, ha deciso di sospendere le prossime due gare di campionato (martedì 20 e sabato 24 aprile), dopo che la Asl n.3 dell’Abruzzo ha imposto il divieto di giocare al Pescara, visto che alcuni giocatori sono positivi.
Giuseppe Rocchia, 64 anni, imprenditore romano, saputo che la regione Sicilia permetteva agli ultrasessantenni di vaccinarsi con AstraZeneca anche senza prenotazione, ha preso il primo volo per Palermo.

Liberi gli indagati per i dati truccati in Sicilia
Sono tornati in libertà Letizia Di Liberti, dirigente della Regione siciliana, Salvatore Cusimano, funzionario dell’assessorato regionale alla Salute, ed Emilio Madonia, il dipendente di una società che si occupa della gestione informatica dei dati, indagati nell’ambito di un’inchiesta sui dati falsi sull’andamento della pandemia in Sicilia comunicati all’Istituto Superiore di Sanità. Il gip di Palermo, che dopo il trasferimento dell’indagine da Trapani al capoluogo era chiamato a decidere sul rinnovo della misura cautelare, ha revocato per tutti gli arresti domiciliari. Il magistrato palermitano ha eliminato dalle contestazioni la parte relativa alle false dichiarazioni sui decessi.

Il coronavirus nel mondo
Sono stati superati i tre milioni di morti per Covid nel mondo (calcoli della Johns Hopkins University).
Nel Regno Unito ieri sono state somministrate quasi 700 dosi di vaccino anti Covid, per un totale che sfiora adesso quota 42,8 milioni (inclusi quasi 10 milioni di richiami).
«Da oggi il Belgio ritira le restrizioni ai viaggi all’estero. Sarà possibile muoversi verso tutte le destinazioni dell’area Schengen (tutta la Ue meno l’Irlanda, Norvegia, Islanda, Svizzera e Lichtenstein).
Per contenere la diffusione delle varianti, la Francia ha deciso di imporre una quarantena obbligatoria di 10 giorni a chi arriva da Argentina, Cile, Sudafrica, Brasile e dalla Guyana francese. I viaggiatori, per entrare in Francia, dovranno mostrare un tampone negativo effettuato non più di 36 ore prima dell’imbarco o un test antigenico risalente a meno di 24 ore prima.
«La Danimarca ha fissato al 21 maggio il giorno in cui la maggior parte delle restrizioni anti-Covid smetterà di essere in vigore: è infatti la data in cui ci si aspetta che tutti i pazienti ad alto rischio e tutti gli over 50 saranno completamente vaccinati» [CdS]
Metà degli adulti americani ha ricevuto almeno una dose di vaccino.
In Israele è caduto da ieri l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto. Per la prima volta da più di un anno riaprono completamente le scuole.
Nel Maharashtra, lo stato indiano di Bombay, ci sono stati 68.631 nuovi casi e 503 morti solo nelle ultime 24 ore. La capitale è in lockdown da sabato.
La Cina è il primo Paese al mondo a emettere un passaporto vaccinale: in pratica, un codice Qr che consente alle autorità degli altri Paesi di accedere alle informazioni sanitarie dei turisti in arrivo dalla Cina. Lo si può scaricare da WeChat.
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IN QUARTA PAGINA [vai]
IL GOLPE DEL CALCIO
di Condò e Sconcerti
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Nella sezione Oggi Draghi riceve delegazioni di Fratelli d’Italia e di Italia viva • Su Rai 3 il nuovo programma di Luca Barbareschi (ore 23.15) • Su Rai Movie L’uomo di Laramie di Anthony Mann (ore 21.10) • Su Rai Movie Appaloosa di Ed Harris (ore 23) • Il Vangelo di oggi: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato»
 
Nella sezione Domani Gli 80 anni di Ryan O’Neal • 2011: due fotografi muoiono a Misurata • 2001: il maestro Giuseppe Sinopoli muore mentre dirige l’Aida • 1991: Andreotti incassa la fiducia al Senato • 1981: ancora scontri in Libano • 1961: l’invasione della Baia dei Porci è fallita • 1951: muore Ivanoe Bonomi • 1941: gli inglesi evacuano la Grecia • 1861: che fare dei garibaldini? • 1851: Cavour diventa ministro delle finanze • 1841: Edgar Allan Poe pubblica I delitti della Rue Morgue
SECONDA PAGINA
«Non credo di essere ancora pronto
per una Ferrari elettrica»
Charles Leclerc
Navalny sta per morire?
Alexei Navalny, l’oppositore russo in carcere, malato e in sciopero della fame dal 31 marzo, potrebbe morire per un arresto cardiaco «da un momento all’altro», denunciano i suoi collaboratori e medici. Navalny sta scontando due anni e mezzo per una vecchia condanna giudicata «politicamente motivata» nella colonia penale di Pokrov, a cento chilometri da Mosca, una delle carceri più dure del Paese. Anastasia Vasilieva, che è a capo di un sindacato indipendente di dottori ed è medico personale di Navalny, ha pubblicato su Twitter i risultati di una recente analisi del sangue effettuata in carcere: secondo i medici che hanno analizzato gli esami di Navalny, sono risultati elevati livelli di potassio — definiti “critici” — che potrebbero causare anche un arresto cardiaco, e alti livelli di creatinina, che indicano problemi ai reni.
Sulla vicenda sono intervenuti gli Stati Uniti. Sabato il presidente Joe Biden ha detto che la detenzione di Navalny è «totalmente ingiusta» e ieri il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan ha ammonito che ci saranno ripercussioni per la Russia se Navalny dovesse morire: «La comunità internazionale ne chiederà conto».
«Una settantina di personalità a livello mondiale hanno firmato una lettera aperta a Putin, chiedendo assistenza medica “immediata”. Richiesta ripetuta anche ieri dalla figlia Darija. I sostenitori di Navalnyj hanno convocato manifestazioni in tutta la Russia mercoledì 21» [D’Amato, Mess].
Tra i firmatari, anche Roberto Saviano.
«Intervistato da Bbc, l’ambasciatore russo a Londra Andrej Kelin ha assicurato che Mosca non lo lascerà “morire in prigione”, ma lo ha anche accusato di “voler attirare l’attenzione”. “Oggi gli fa male una gamba, domani un braccio. Nessun altro nel suo carcere si lamenta così”, ha detto. E alla domanda perché a Navalnyj non sia concesso vedere il suo dottore, ha ribattuto: “Nel Regno Unito i detenuti chiedono di vedere i loro medici personali?”» [Castelletti, Rep].
Ieri la Repubblica Ceca ha espulso diciotto diplomatici russi. I servizi segreti di Praga hanno scoperto che dietro alle esplosioni del 16 ottobre e del 3 dicembre del 2014 nel deposito di munizioni del villaggio di Vrbetice (in cui morirono due operai), c’era lo zampino di Mosca. Alexander Mishkin e Anatoly Chepiga, agenti segreti russi appartenenti al nucleo per le missioni speciali noto come unità 29155, avevano visitato il magazzino pochi giorni prima, spacciandosi per controllori e utilizzando le identità false di Ruslan Tabarov, tagiko, Nicolaj Popa, moldavo. Sembra si tratti degli stessi due uomini che, il 4 marzo 2018, a Salisbury, in Inghilterra, tentarono di assassinare, Sergej Viktorovi Skripal, loro ex collega, imbrattando la maniglia della porta di casa sua con il novichok.

Il Sinn Féin chiede scusa
Ieri, parlando a Times Radio, Mary Lou McDonald, leader di Sinn Féin, il partito repubblicano irlandese ex braccio politico dei terroristi dell’Ira, ha chiesto scusa a nome del movimento per la morte di lord Mountbatten, cugino della regina Elisabetta e zio del principe Filippo, ucciso dall’Ira nel 1979. «Certo che mi dispiace molto per quello che è successo. Il mio lavoro oggi, come quello del Principe Carlo, è di dare l’esempio e far il possibile affinché nessun altro bambino e nessuna altra famiglia, di qualsiasi estrazione o cultura, siano vittime di simili tragedie che purtroppo si sono ripetute innumerevoli volte negli anni scorsi sull’isola di Irlanda. Sento fortemente questa responsabilità e sono felice di rimarcarla nel weekend dei funerali dell’amato marito della Regina Elisabetta»

Scarcerazione di massa in Myanmar
In occasione dei festeggiamenti per il capodanno buddista, la giunta militare birmana ha scarcerato oltre 23mila persone, tra le quali tre prigionieri politici e 137 stranieri che verranno espulsi dal paese.

Il ragazzo aggredito a Colleferro
Sabato pomeriggio, mentre passeggiava con degli amici in via Turati, a Colleferro, in provincia di Roma, Lorenzo C., studente liceale, 17 anni, di Segni, è stato aggredito da Christian Marozza e Lorenzo Farina, entrambi 19enni, che, dopo averlo insultato, hanno iniziato a prenderlo a pugni. Lorenzo, cadendo a terra, ha sbattuto la testa contro un’auto in sosta ed è svenuto, ma i due hanno continuato a prenderlo a calci. Poi hanno raggiunto un compare, che li aspettava a bordo di un’Audi bianca, e se la sono data a gambe. La vittima ora è ricoverata in prognosi riservata all’ospedale San Giovanni di Roma: ha riportato fratture a naso e mandibola. Gli aggressori, invece, sono stati arrestati e i loro telefoni posti sotto sequestro.
«Anch’essi, come i fratelli Marco e Gabriele Bianchi in carcere per l’omicidio di Willy, praticano le arti marziali. Attività sportiva amata anche dalla vittima delle botte. I tre si conoscevano proprio per la comune condivisione delle arti marziali e alcuni giorni fa avevano litigato perché Lorenzo C. si era scagliato in difesa di un amico che i due avevano preso di mira. Tra di loro, inoltre, pare esserci anche una sorta di rivalità territoriale: gruppo di Colleferro contro quello di Segni» [Longo, Sta].

La No Tav ferita
In Val di Susa il movimento No Tav negli ultimi giorni è tornato a manifestare a San Didero, dove dovrà sorgere un nuovo autoporto. Nella notte tra sabato e domenica un centinaio di manifestanti hanno raggiunto il parcheggio antistante il cantiere, lanciando per un’ora sassi e bombe carta verso gli agenti di polizia che hanno risposto con idranti e lacrimogeni. Uno dei lacrimogeni ha colpito in viso Giovanna Saraceno, 36 anni, esponente del centro sociale Newroz di Pisa, che ora è ricoverata all’ospedale Molinette di Torino con una frattura orbitale dell’occhio destro e un’emorragia cerebrale. Nei prossimi giorni sarà operata. Dalla questura negano che la ferita sia stata causata da un lacrimogeno sparato dai poliziotti.

L’Atalanta batte e supera la Juve
A San Siro il Milan ha battuto 2-1 il Genoa (determinante l’autorete di Scamacca a venti minuti dal termine). L’Atalanta ha sconfitto 1-0 la Juventus con rete di Malinovsky a tre minuti dal termine e ha conquistato così il terzo posto, scalzando proprio i bianconeri. Rimane agganciata alla zona Champions la Lazio, che ha travolto 5-3 il Benevento (tripletta di Immobile), mentre perde terreno la Roma, sconfitta 3-1 sul campo del Torino, che ha ribaltato il risultato nell’ultima mezz’ora di gioco. Il Bologna liquida 4-1 lo Spezia. Ieri sera, nel posticipo, Napoli-Inter è finita 1-1.
Classifica di Serie A:
Inter 75
Milan 68
Atalanta 64
Juventus 62
Napoli 60
Lazio 58*
Roma 54
Sassuolo 46
Verona 41
Sampdoria 39
Bologna 37
Udinese 36
Genoa 32
Spezia 32
Torino 30*
Fiorentina 30
Benevento 30
Cagliari 25
Parma 20
Crotone 15
* una partita da recuperare

Imola incorona Verstappen, Leclerc quarto
Max Verstappen ha vinto il Gran Premio dell’Emilia-Romagna di Formula 1. All’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola, in una gara condizionata dalla pioggia e segnata da incidenti e interruzioni, il pilota della Red Bull è partito in terza posizione ed è riuscito a superare prepotentemente Lewis Hamilton nelle prime curve. Ha mantenuto poi la testa della corsa fino alla fine, concludendo davanti alla Mercedes di Hamilton – che per un errore durante un sorpasso è dovuto ripartire dalle retrovie e ha poi recuperato fino al secondo posto – e alla McLaren di Lando Norris. Subito sotto il podio le due Ferrari: quarto Charles Leclerc e quinto Carlos Sainz. L’altro pilota della Mercedes Valtteri Bottas è uscito a metà gara, coinvolto in un incidente con George Russell della Williams.
La Formula 1 ha annunciato che, a partire dal 2022 e per almeno dieci stagioni, il Campionato mondiale farà tappa a Miami.

Il bis di Quartararo, Bagnaia secondo
Fabio Quartararo ha vinto il Gran Premio del Portogallo, terza gara del Mondiale MotoGp, la prima europea dopo le due corse in Qatar. Per il pilota francese della Yamaha è stato il secondo successo consecutivo. Partito dalla pole position, Quartararo ha preceduto al traguardo Francesco Bagnaia della Ducati, autore di una rimonta dall’undicesimo posto, e il campione del mondo in carica Joan Mir, della Suzuki, entrambi saliti di posizione nel finale grazie alle cadute di Alex Rins e Johann Zarco. Il secondo miglior italiano è stato Franco Morbidelli della Petronas, quarto. Valentino Rossi, suo compagno di squadra, è caduto mentre era in decima posizione a dieci giri dal termine. È stato anche il Gp del ritorno in pista dopo nove mesi di Marc Márquez, settimo al traguardo davanti al fratello Alex.

Tsitsipas re di Montecarlo
Con un doppio 6-3 in 71 minuti, Stefanos Tsitsipas ha battuto Andrey Rublev e ha vinto l’atp di Montecarlo. Per il tennista greco, che ha 22 anni e non ha perso neanche un set in tutto il torneo, è il primo Masters 1000 conquistato in carriera.
«Bello, biondo, un po’ filosofo – mica per caso è nato ad Atene – Tsitsipas ha qualcosa in più degli altri Next Gen del tennis. Lo ha ribadito in finale a Montecarlo smantellando in un’oretta il power tennis energetico ma un filo bovino di Rublev. Il russo picchiava, Stefanos gli danzava attorno come Ali, prendendo la rete, mischiando le geometrie, ricamando a rete e menando con il servizio. Tsitsipas da oggi è n. 1 della Race, la classifica che conta per la qualificazione alle Atp Finals, il torneo che ha già vinto sul cemento indoor di Londra due anni fa» [Semeraro, Sta].
Borse di notte
Le rassicurazioni delle autorità cinese sulla solvibilità di Huarong Asset Managent stanno alimentando stamattina il rally delle borse della Cina, sotto tono da quando il più grande gestore del paese di obbligazioni ad alto ed altissimo rischio ha mancato il pagamento di una cedola di un suo bond ed ha rinviato la presentazione dei dati del trimestre.
Il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen è in rialzo del 2%. L’Hang Seng di Hong Kong dello 0,8%, il Taiex di Taipei dello 0,5%.
Venerdì notte la Commissione di controllo sulle attività bancarie ed assicurative di Pechino ha diffuso un comunicato nel quale si afferma che la società dispone di ampia liquidità ed opera in modo regolare. L’assenza di comunicazioni nelle scorse settimana aveva zavorrato il mercato finanziario cinese. Huorong AM è diventato un nome di rilievo della Cina nello scorso decennio, a guidarla nel periodo di maggiore espansione è stato il presidente Lai Xiamin, ex alto dirigente del partito comunista diventato banchiere, arrestato per corruzione nel 2018 e giustiziato quest’anno a seguito della condanna a morte.
La maggior parte delle borse dell’Asia Pacifico sono in rialzo, non il BSE Sensex di Mumbai, in calo del 3% a seguito del nuovo balzo dei contagiati in India: ieri c’è stato un nuovo record, 273.000.
TERZA PAGINA
«Quanto più l’erotismo si accende
tanto più la donna reale è assente»
Leonardo Sciascia
Gigi
di Ernesto Galli della Loggia
Corriere della Sera
Non guardava certo a se stesso come a un reduce Luigi Covatta — per tutti Gigi, morto improvvisamente ieri a Roma — ma semmai, sospetto, come a un don Chisciotte. E in effetti c’era un che di donchisciottesco nel proposito suo e di un piccolo gruppo di «vecchi compagni» di mantenere in vita ad ogni costo quel mensile dal titolo così fuori moda, così «vecchionovecentesco», Mondoperaio, che però aveva pur voluto dire qualcosa nella storia della sinistra italiana e che infatti grazie a lui è sopravvissuto fino ad oggi. Gigi infatti era di quelli che alla sinistra ci credevano ancora, e credeva ancora al socialismo al quale era arrivato dall’inquieto cattolicesimo democratico degli anni Settanta. Credeva ancora all’ansia di giustizia del socialismo, alla sua ragionevolezza antidogmatica, alla sua umanità. Naturalmente ci credeva con l’obbligatorio scetticismo di una fede laica, per giunta in lui temperata da una sorniona ironia che gli veniva dall’origine napoletana (anzi ischitana come lui ci avrebbe tenuto senz’altro a precisare). La tradizione del socialismo democratico era a suo giudizio la sola alla quale per la sinistra aveva ancora un senso richiamarsi. E infatti della figura di Bettino Craxi — alla cui linea aveva aderito pur vedendo tutto ciò di poco commendevole c’era da vedere — lo aveva convinto, e continuava ancora oggi a convincerlo specialmente la strenua rivendicazione di quella tradizione. Non a caso, post res perditas, provvide insieme a Gennaro Acquaviva a mantenere viva la memoria del craxismo e dell’intera vicenda socialista nella Seconda Repubblica dando vita a una imponente e importante collana di testi di ricerca storica. La sconfitta, che è sempre un destino amaro, in politica lo è ancora di più dal momento che secondo un’ antica convinzione in politica quel che conta sarebbe il risultato: ciò che forse è pure vero. Fortunatamente però anche in politica ci sono uomini e donne per cui sopra ogni risultato sta la fedeltà a se stessi e al proprio passato, uomini e donne che non retrocedono dalla buona battaglia anche se sanno che non li attende alcuna vittoria. Gigi era semplicemente uno di questi.
Ernesto Galli della Loggia
Schiaffi
di Aldo Grasso
Corriere della Sera
Dal letame nascono i fiori. Giovedì, alcuni siti hanno riproposto una sequenza famosa de L’istruttoria, il talk condotto da Giuliano Ferrara su Italia 1. Era il 15 aprile del 1991 quando un diverbio, scoppiato nel corso della trasmissione, culminò prima con dell’acqua gettata da Vittorio Sgarbi in faccia a Roberto D’Agostino, poi con un sonoro schiaffo in faccia al critico d’arte, come reazione scomposta di D’Agostino.
Adesso, per la cronaca, i due si amano. Per molto tempo, quello scontro è stato additato come l’esempio più «palpabile» della tv spazzatura. L’equivoco nasceva anche dalla meravigliosa sigla della trasmissione: Ferrara usciva da un bidone della spazzatura, si proclamava l’orco del trash, ma intanto cantava l’aria di Leporello dal Don Giovanni di Mozart: «Voglio far il gentiluomo, e non voglio più servir...».
Insomma, i tre avevano sufficiente coscienza linguistica del concetto di tv spazzatura. Lo schiaffo de L’istruttoria è stato per la tv quello che per il cinema sono stati gli schiaffi alla stazione di Amici miei.
Il dopo schiaffo. Ferrara nel 1996 fonda il Foglio, una delle più stimolanti esperienze editoriali del mondo dell’informazione. D’Agostino nel 2000 inaugura il sito Dagospia che, dietro il paravento del gossip, si offre come l’over the top del giornalismo italiano. Sgarbi primeggia in vari campi, dalla critica d’arte all’attività politica. Insomma, gli schiaffi non sempre sono morali. Quello che è difficile da sopportare è l’assenza di Giuliano Ferrara dalla tv.
Nei suoi programmi, lo scontro di opinioni (sempre rispettoso) era un tonico salutare, una via di fuga dalla monotonia (il male peggiore di tutti i talk), un cammino di conoscenza (partire da un punto e arrivare a un altro, non girare sempre attorno alla preda). Sì, Ferrara è una grave perdita per la tv italiana.
Aldo Grasso
Windsor
di Michele Serra
la Repubblica
Capisco che per gli inglesi matrimoni e funerali della famiglia reale abbiano un forte significato simbolico, e anche un peso sentimentale che trascende la politica. Trascendente, per altro, è l’idea stessa della monarchia: qualcosa che sta sopra, e al di là, di qualunque rivolgimento politico, e incarna il perpetuarsi di una Nazione attraverso i secoli. È il fascino, innegabile, dell’eternità, o meglio della coraggiosa imitazione che gli umani tentano di farne. Quello che capisco di meno è l’interesse globale, unanime, dal Borneo a Vaduz alla Terra di Fuoco all’Italia, che circonda questa estenuata famiglia anglo-tedesca, motore, anche in Paesi che non c’entrano nulla, di una produzione mediatica quantitativamente mostruosa e qualitativamente spesso moltocheap, il malumore della nuora, i dissapori tra i fratelli, l’antipatia tra cognate, il nonno morto vecchissimo però «a sorpresa», come dicono in coro centinaia di corrispondenti da Londra che fingono, per protocollo, compunzione.
So che è solo una domanda retorica, ma non abbiamo altro di cui occuparci? Dopo la Brexit, per giunta, non sarebbe opportuno prendere atto del forte desiderio di metà di quel popolo (metà più virgola qualcosa) di starsene per suo conto, e dunque accogliere con sereno distacco, inviando sentite condoglianze, quanto avviene in quegli smisurati palazzi, e suggestivi castelli, un tempo al centro del mondo e ora molto di meno? Quanto di provinciale c’è, nel voyeurismo planetario sui reali di un’isola che fu padrona di un impero, e oggi non è più neanche membro dell’Europa? I Windsor non sono mica i Beatles.
Michele Serra
Adolescenza
di Annalena Benini
Il Foglio
Cara adolescenza,
anche se non ti ho mai davvero detto addio era da tanto che non ti incontravo così da vicino, così disperata davanti allo specchio con addosso la venticinquesima maglietta scovata nel fondo dell’armadio che da inguardabile straccio è diventata urgente ragione di vita (ma mi sta malissimo? Mi fa la gobba? Ti cringia? Ammettilo ti cringia un botto, non posso uscire così, che schifo di capelli). Venticinque anni dopo, cara adolescenza, posso dirti che non sei cambiata affatto: sei sempre giovanissima, insicura e capricciosa. La mia, di adolescenza, è stata anche molto lacrimosa e piena di tic: una cosa che mi piaceva tantissimo era strapparmi, uno a uno, tutti i bottoni delle camicie che indossavo. Prendevo un bottone tra due dita, lo giravo e rigiravo come una ruota finché sentivo il cric del filo spezzato. Ancora adesso il ricordo di quel rumore mi procura una fitta di nostalgia, e anche se sono molti anni che non faccio del male a una camicia, non posso sostenere troppo a lungo lo sguardo rotondo di un bottone. Passavo poi al bottone successivo, ma sempre cominciando da quelli in basso, nascosti dai golf, perché così mia madre non se ne sarebbe accorta subito. Lo facevo mentre studiavo e mentre mi compativo, mentre pensavo che il mondo era cattivo e che la mia faccia era una merda. Adesso che sei rientrata in casa mia, cara adolescenza, e hai riempito la porta e i muri di adesivi e di tormenti, di risate e di bisbigli e di nervi tesi, ho avuto conferma del fatto che una tua precisa caratteristica è tenere sempre accanto a sé uno specchietto, piccolo, ma di quelli che ingrandiscono, per guardarsi ogni 5, 6 minuti e dire: che schifo. E immediatamente scrivere alle amiche: che schifo. La differenza è che basta la telecamera del telefono, con zoomate anche sull’ombelico per mostrare la prova che anche l’ombelico (di solito un ombelico da sogno, un ombelico da riviste sugli ombelichi) fa schifissimo. Intanto le amiche adolescenti nelle loro case piene di adolescenza stanno facendo la stessa cosa con gli zoom dei loro telefoni, ma mentre zoomano se stesse e dicono: che schifo, scrivono a quella che ha appena detto: che schifo, una frase tipo: smettila sei bellissima. Smettila, sei top. Questo incoraggiamento e innamoramento continuo tra amiche è una cosa che apprezzo molto, cara adolescenza di adesso, perché invece in quella che era stata assegnata a me, a cominciare dalla fine degli anni Ottanta (anni Ottanta viene utilizzato adesso su TikTok per dire il punto più lontano della storia recente), c’era un concetto di sorellanza molto accidentato e molesto, per cui le prime a urlare: che schifo, guardandosi l’una con l’altra, erano le compagne di scuola, di solito davanti a tutti. Per guadagnarsi il rispetto delle amiche bisognava fare una fatica immensa, di solito mostrandosi molto più cattive di loro. Che schifo hai un brufolo, che schifo di voce, che schifo di jeans, che schifo di cosce, che schifo che fai. Adesso sarebbe bodyshaming, allora era che quasi tutte le mie camicie erano senza bottoni e che il mio specchietto l’avevo tirato contro l’armadio. Il vantaggio è stata tutta quella vita immaginaria che hai versato nella mia stanza, il vantaggio è che so riconoscerti, rabbiosa adolescenza, a cento chilometri di distanza, e so che non passi mai e sai essere anche molto simpatica, quando balli e canti e fai le sfilate di moda in cucina. Mio figlio però, che ha dodici anni e vede sua sorella abbattersi su di lui come uno tsunami se fa dondolare il tavolo o la sedia (caratteristica dell’adolescenza è un’insofferenza elevatissima verso i rumori e i movimenti degli altri, unita a una cieca indifferenza verso il proprio frastuono delle tre di notte), impugna adesso la mazza da baseball e dice che non ti permetterà di venire a prenderlo. Dice che lui non diventerà mai adolescente, ma direttamente vecchio decrepito. Ma già lo vedo che manca poco e che stai per arrivare. Sii buona, ricordati che mi devi ancora un mucchio di bottoni.
Annalena Benini
QUARTA PAGINA
«È uno scandalo assoluto. Punite quei club.
Togliete loro punti, multateli,
levate i titoli che hanno vinto»
Gary Neville,
ex capitano del M. United

Superlega
di Paolo Condò
la Repubblica
Stavolta i tamburi di guerra che risuonano negli attici del calcio europeo non sembrano il solito modo per spostare un po’ più avanti il confine tra gli interessi delle grandi società e i doveri delle istituzioni regolatrici. Va così da trent’anni: sotto la spinta dei top club il format delle coppe viene ridiscusso ogni tre stagioni, le partite aumentano e la platea dei Paesi ammessi si restringe. Non saremo così ipocriti da dire che si stava meglio quando si stava peggio: così com’è congegnata adesso, con 32 squadre fra le quali quattro iscritte per ciascuno dei quattro campionati più importanti, la Champions League è un torneo magnifico, e nella sua ombra l’Europa League è cresciuta fino ad aggiungere altre serate divertenti al menu settimanale. Ci sono margini di miglioramento ulteriore? Probabilmente sì. Ma non nella direzione sposata da dodici società fra le quali Juventus, Inter e Milan.
La Superlega chiusa, riservata a 15 club fondatori fissi e altri cinque cooptati di volta in volta, cancella la qualificazione sul campo — e dunque il fondamentale concetto di merito — come requisito di partecipazione per tutti. Un vulnus inaccettabile. Considerata la quantità di denaro fiabesca che è stata promessa agli scissionisti, sotto forma di bonus all’ingresso e poi di premi annuali, la piramide del calcio mondiale, già oggi molto ripida, diventerebbe una parete verticale senza appigli: niente più Atalanta, per dire dell’esempio più vicino (due qualificazioni consecutive alla fase a eliminazione diretta della Champions), ma nemmeno Roma, Lazio, Napoli. Oppure Ajax, Porto, Marsiglia, Psv, Benfica: tutti club che la coppa con le grandi orecchie l’hanno vinta, alcuni più volte. Non solo. I club in fuga giocherebbero comunque i campionati nazionali, ma se già i denari della semplice Champions hanno favorito le lunghe dominazioni (Juve, Bayern, Psg), quale competizione potrebbe mai esserci fra chi si porta a casa 300 milioni all’anno e chi 30? Che poi l’aumento dei ricavi, esponenziale da trent’anni a questa parte, ha sempre prodotto lo stesso effetto: l’arricchimento dei giocatori e, negli ultimi anni e in misura insensata, dei loro agenti, in parallelo alla crescita dei debiti dei club. Il sospetto è che succeda ancora, se il progetto andrà in porto: gli incassi delle venti società raddoppieranno, ma i Messi e i Ronaldo del prossimo decennio guadagneranno tre volte tanto. In tempi di crisi — il Covid è stato una bomba sulle macerie — occorrerebbe piuttosto razionalizzare i costi, introdurre qualche formula di salary cap, trasformare il Fair play finanziario (peraltro in fase di liquidazione) in un obbligo a redistribuire fra gli altri partecipanti il denaro speso oltre i limiti concordati (luxury tax). Questa sarebbe una sensata applicazione di alcune regole dello sport americano, non una secessione promossa ovviamente da Real Madrid e Barcellona, i cui deficit — specie quello catalano — hanno assunto dimensioni abnormi.
Finché il torneo si chiamava Coppa dei Campioni, chi arrivava fino in fondo giocava 9 partite e la squadra battuta al primo turno si fermava a 2. I due numeri sono diventati nel tempo 13 e 6, e concordiamo con i grandi club che un ulteriore riequilibrio con le leghe nazionali sia nelle cose: se tutti i campionati scendessero da 20 a 18 partecipanti, come la Bundesliga, il loro livello tecnico ne guadagnerebbe (molte partite di Serie A sono onestamente inguardabili) e si libererebbero alcune date per una Champions allargata.
Il progetto che l’Uefa illustrerà oggi — e naturalmente non è un caso che la Superlega esca allo scoperto nelle stesse ore — prevede appunto 4 gare in più per 36 formazioni. L’Eca, l’associazione che riunisce tutti i club, è stata il motore di quest’ultima riforma: per Andrea Agnelli, che la presiedeva e che ha condotto la trattativa, non era più possibilegiustificare l’adesione parallela a un progetto eversivo. È anche un discorso di rapporti personali: il suo ormai ex vicepresidente, Edwin Van der Sar, rappresenta l’Ajax, un club non invitato malgrado abbia in bacheca la bellezza di quattro Champions. Come gli avrebbe potuto dire “tu sei fuori”?
Dietro al progetto Superlega c’è un player finanziario di primaria importanza, la banca americana JP Morgan, e alcuni degli studi legali più potenti del mondo: non sarà la generale contrarietà popolare a farli desistere. Uefa e Fifa hanno reagito alle indiscrezioni con estrema durezza, ventilando squalifiche ed esclusioni per i club e i loro giocatori. Difficile dire adesso se suoni più minacciosa per Messi l’esclusione dal suo ultimo Mondiale, o per il Mondiale la prospettiva che Messi non venga a tentare l’estremo assalto. Sono entrambe visioni così negative da suggerire l’inevitabilità di un accordo, ma il braccio di ferro in corso ne rende complicati i contorni. Il comandamento di base, però, resta allargare e non restringere: allargare la Champions ad altri campioni nazionali, e allargare le coppe a un maggior numero di squadre per Paese. Le partite perdute sul teatro interno potrebbero tornare su scala internazionale aumentando i gironi di Europa League e del nuovo torneo in arrivo, la Conference League, fino a comprendere dieci e non più sette squadre italiane, facilitando il recupero europeo di piazze come Firenze, Genova o Bologna. Basterebbe qualificare alla fase a eliminazione diretta soltanto la prima di ogni girone. In cambio, ai grandi club terrorizzati di mancare un anno la Champions si potrebbero garantire due wild card come nel tennis, legate a un ranking Uefa “storico” e non replicabili se non a distanza di qualche anno. Un ramoscello d’ulivo mentre si stanno caricando i cannoni.
Paolo Condò
Superlega
di Mario Sconcerti
Corriere della Sera
La Superlega ha fatto diventare Andrea Agnelli uno dei personaggi meno popolari del calcio europeo. Appena venerdì scorso ha ricevuto le lettere di 17 associazioni internazionali di tifosi che lo invitavano a non andare avanti. L’Equipe lo ha messo da tempo al centro di una campagna anche troppo cattiva. Agnelli ha il diritto di fare quello che vuole per cercare di incassare sempre più soldi e portare più avanti la sua azienda, ma deve fare attenzione a qualche particolare che per adesso nel calcio è rimasto silenzioso. Il tifoso, che ormai è vera, vasta, classe media, è un cliente dei club e un consumatore di prodotti sul mercato. Florentino Perez, Singer, Zhang, non hanno prodotti da vendere su questi mercati. Perez è un costruttore, Singer un finanziere, Zhang ha un mercato lontano. La Juve no, rappresenta una multinazionale che vende auto in Europa e in Italia. Risponde al gradimento della propria clientela. Ribaltare il calcio e le sue tradizioni per un puro scopo personale danneggiando decine e decine di grandi piazze nel continente, avere milioni di persone contro in ogni parte d’Europa, non è un’operazione di marketing consigliabile. Non solo per la Juve, soprattutto per Fca. È lei che vende. Il calcio è sentimento, colpito alle spalle diventa rancore. È un affare? Facilita la vendita di prodotti Fiat? Assolutamente no. Sarebbe interessante conoscere il parere di John Elkann, sulle cui spalle cadrebbero le conseguenze industriali. Per il resto il disegno è rozzo ma convincente: gestire in pochi la ricchezza di molti. Non una grande idea, non una novità almeno, è stata tentata molte volte in passato da regimi autarchici perché prepotente, quindi forte, avida. Che nell’euforia dimentica un altro particolare: quale sarebbe il piazzamento della Juve in questo super campionato? La storia dice tra il 6° e il 9° posto. Cioè il prodromo della noia. Auguri. Per il resto la giornata è del Milan che adesso è ormai dentro la Champions. L’Inter ha avuto quello che ha cercato, dentro una partita strana perché lenta, quindi con improvvisazioni individuali più facili anche per il Napoli.
Mario Sconcerti
La sezione Stamattina è curata da Luca D’Ammando e Jacopo Strapparava.
Oggi
Tempo
Neve sulle Alpi centro-orientali e sull’Abruzzo. Sole e nuvole su Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria. Piogge e temporali sul resto d’Italia.

Funerali
Nella chiesa di Santa Maria della Pace a Sassoferrato (Ancona) l’ultimo saluto a Lucia Marzioni, stroncata il 18 aprile da un male incurabile diagnosticatole per la prima volta nel dicembre scorso. Sposata, una figlia, aveva 40 anni.

Esteri
Tripoli il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese incontra il suo omologo Khaled Mazen. Ziniti su Rep: «La carne al fuoco è tanta. Lamorgese sa di dover portare a casa il più presto possibile le condizioni alle quali l’Italia aveva accettato l’anno scorso di rinnovare il contestatissimo memorandum Italia-Libia: la garanzia del rispetto dei diritti umani dei migranti, il libero accesso delle organizzazioni umanitarie nei centri di detenzione e la ripresa dei corridoi umanitari per i rifugiati, così come promesso pochi giorni fa all’alto commissario dell’Unhcr Filippo Grandi. Oltre, naturalmente, al controllo delle frontiere per cercare di fermare i flussi nel Mediterraneo. Ma il governo libico anche questa volta è pronto a battere cassa: sull’altro piatto della bilancia chiede ancora sostegno economico, addestramento delle forze militari, mezzi. Non solo motovedette, ma anche mezzi terrestri per controllare la frontiera sud del Paese, quella attraverso la quale decine di migliaia di migranti continuano ad entrare nel Paese».
Bruxelles (Belgio) l’alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza Josep Borrell riceve il ministro palestinese degli Affari esteri Riyad Al Maliki.
I ministri degli Esteri dei 27 Paesi dell’Unione europea discutono del caso Navalny.
Colloquio in teleconferenza tra il vicepresidente esecutivo della Commissione europea Frans Timmermans e il ministro federale austriaco per gli Affari europei e costituzionali Karoline Edtstadler.
Colloquio in teleconferenza tra il vicepresidente esecutivo della Commissione europea Margrethe Vestager e il ministro sloveno dell’Istruzione, della Scienza e dello Sport Simona Kustec.

Conte
Giuseppe Conte tiene una lezione di due ore in videocollegamento agli studenti del primo anno di giurisprudenza dell’Università di Firenze. Parlerà di «Introduzione al contratto: autonomia privata e regolazione del mercato». È la sua prima vera lezione da quando, due anni e mezzo fa, è diventato presidente del Consiglio.

Agenda politica
Palazzo Chigi il presidente del Consiglio Mario Draghi riceve, per un confronto riguardo al Piano nazionale di ripresa e resilienza, prima una delegazione di Fratelli d’Italia (ore 17), poi una di Italia viva (ore 18.30).
Presso il ministero dell’Istruzione, a Roma, il titolare del dicastero Patrizio Bianchi riceve una rappresentanza sindacale del mondo della scuola.
Sulle pagine Facebook e YouTube di Merita (Associazione Meridione Italia) convegno «Realtà e utopia nella gestione dei rifiuti al Sud. Come chiudere il ciclo», con la partecipazione, tra gli altri, del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani (ore 17.30).
In diretta su Facebook il sindaco di San Lazzaro di Savena Isabella Conti (Italia viva), cui è stato chiesto di candidarsi alle primarie del centrosinistra per le comunali di Bologna, dice che cosa ha deciso di fare (ore 18.30).

Qr
Il comitato tecnico scientifico si riunisce per valutare il pass che da lunedì prossimo servirà per spostarsi tra regioni di diverso colore, e per andare a concerti, allo stadio o al cinema. «Nella fase iniziale dovrebbe bastare un certificato che dimostri una delle tre condizioni richieste (vaccinazione, test negativo nelle ultime 48 ore, avvenuta guarigione), ma si valuta anche l’app con un codice Qr da esibire sul modello del pass europeo allo studio a Bruxelles» [Rep].
Cultura
Libri
Sul profilo Zoom del Museo Poldi Pezzoli di Milano presentazione di Dante Alighieri. Una vita di Paolo Pellegrini (Einaudi) (ore 21). Ilario Tancon sul Corriere delle Alpi: «“Per avvicinarsi a Dante bisogna essere attrezzati e disposti a rivedere continuamente le proprie posizioni, perché l’Alighieri è fuori dall’ordinario e le sue terzine hanno un tratto profetico che rompe le gabbie del tempo e delle convenzioni”. Nell’anno che celebra i 700 anni dalla morte del Poeta, Einaudi ha dato alle stampe […] l’opera di un autore bellunese, Paolo Pellegrini, professore in Filologia e Linguistica italiana all’Università di Verona. Si intitola Dante Alighieri. Una vita. Si tratta di un agile volume di duecento pagine (più una ventina dedicate ai riferimenti bibliografici) che vuole rivolgersi, con un linguaggio chiaro e accessibile, a lettori non specialisti, unendo le acquisizioni più recenti della ricerca filologica e storica con i risultati di ricerche personali e di prima mano. “Sì, l’ambizione di questo libro è quella di farsi leggere da un lettore non specialista”, conferma Pellegrini. […] “Ho cercato di mettere a disposizione di chi vorrà una base minima per intraprendere quello che mi piace definire un viaggio nel viaggio: una ricostruzione della vita di Dante, cioè, attraverso l’analisi dei suoi scritti, e in particolare del viaggio per eccellenza che è la Commedia. L’approccio di base è filologico: ragionare sui dati per realizzare una ricostruzione biografica il più fedele possibile”. […] Quali sono le novità del suo lavoro? “Sintetizzando molto, sono due. Una di carattere metodologico, vale a dire il recupero delle fonti umanistiche che parlano di Dante, fonti per troppo tempo snobbate o comunque non tenute nella giusta considerazione. L’altra è legata alla biografia dell’Alighieri: nel volume, infatti, do ampio spazio alla lettera che nell’agosto del 1312 Cangrande della Scala, signore di Verona, inviò al novello imperatore Enrico VII, lettera che, con altissima probabilità, fu, appunto, opera della mente di Dante Alighieri, e che dimostra che Dante ha soggiornato a Verona per un lungo periodo, dal 1312 al 1320, facendo cadere le ipotesi che tra 1312 e il 1316 volevano Dante a Pisa o in Lunigiana. O addirittura lo immaginavano negli attendamenti imperiali tutto preso dalla stesura del Monarchia”».
Sulla pagina Facebook di «Scrittori a domicilio» presentazione di Ritorno a Jean-Paul Sartre. Esistenza, infanzia e desiderio di Massimo Recalcati (Einaudi) (ore 21). Un estratto, da Robinson (la Repubblica): «Nel panorama filosofico e culturale contemporaneo Sartre appare come un "cane morto". Se la sua figura intellettuale e la sua opera letteraria e filosofica avevano realizzato negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale una vera e propria egemonia culturale, oggi appaiono precipitate nell’oblio. La radicalizzazione del pensiero di Heidegger verso il problema dell’Essere, da una parte, e l’affermazione dello strutturalismo, dall’altra, hanno tagliato l’erba alla vocazione umanistica del suo pensiero. La scena culturale e filosofica dopo lo strutturalismo, con l’eccezione significativa di Lacan, ha lasciato dietro le sue quinte il problema del soggetto tanto caro all’esistenzialismo sartriano. […] Questo libro si muove dunque controcorrente proponendo un "ritorno a Sartre". […] Il mio lavoro vuole dimostrare quanto potrebbe essere utile oggi per la psicoanalisi non dimenticare la lezione sartriana. Nell’epoca del trionfo scientista della valutazione quantitativa, delle neuroscienze, del paradigma cognitivo-comportamentale, ma anche della forza anti-storica e impersonale della pulsione, ripensare l’irriducibilità della soggettività umana che il filosofo francese ha sempre difeso è ai miei occhi un’operazione quanto mai necessaria. Nondimeno questa irriducibilità viene pensata da Sartre stesso attraverso paradigmi differenti e non solo quello esistenzialista della soggettività in quanto "progetto", "scelta" e "libertà" – dell’"esistenza che precede l’essenza". Il mio obbiettivo è correggere la versione stereotipata del soggetto sartriano come pura trascendenza della libertà, mostrando che il movimento più profondo del suo pensiero implica una concezione della soggettività come ripresa, assunzione retroattiva, soggettivazione di quello che Sartre definisce il carattere "insuperabile" e "inassimilabile" dell’infanzia» (leggi qui).
Programmi Tv
Su Rai 2 Insensibile con Antonio Giuliani (ore 22.55).
Cecilia Cirinei su la Repubblica: «Un percorso comico, ironico e dolceamaro sulle nevrosi che caratterizzano la nostra vita di tutti i giorni. […] Antonio Giuliani, con la sua verve graffiante, è sul palco del Teatro Olimpico con lo spettacolo Insensibile, scritto con Maurizio Francabandiera. “Vivendo in prima persona tutte queste difficoltà – spiega il comico – metto in luce la voglia di mettermi in gioco, ridendo di me stesso”».
Su Rai 3 Report con Sigfrido Ranucci (ore 21.20).
Su Rai 3 Aspettando Geo (ore 16) e Geo (ore 17) con Sveva Sagramola ed Emanuele Biggi: all’interno la rubrica A spasso con te con Fiamma Satta, per l’occasione accompagnata da Claudia Gerini.
«L’attrice spinge la sedia a rotelle della giornalista Fiamma Satta a Ostia nei luoghi della sua adolescenza tra ricordi familiari e considerazioni sulla sua carriera: il pontile, la passione per la musica, il ristorante dove Fellini portava Mastroianni a mangiare, il grande successo con i film di Carlo Verdone, la pineta davanti a casa, la michelangiolesca Tor San Michele, l’esperienza teatrale, il monumento a Pier Paolo Pasolini all’interno dell’oasi naturalistica della Lipu, dove al termine della passeggiata viene fatta riacquistare la libertà a un piccolo falco» (dalla presentazione).
Su Rai 3 debutta In barba a tutto con Luca Barbareschi (ore 23.15).
Silvia Fumarola su la Repubblica: «Ha voluto la diretta "per provare ancora un brivido", promette un talk contro la banalità e il politically correct, "il tumore nella mentalità occidentale". Luca Barbareschi approda […] su Rai 3 in seconda serata con il suo talk In barba a tutto. "In un’epoca di Covid", spiega, "c’è un altro virus più pericoloso in giro: quello della stupidità. Con gli autori proveremo a far tornare un po’ di luce. Sarò provocatore, perché l’artista è un provocatore. Se Picasso non avesse dipinto sulla pancia di un ricco che voleva comprare tutte le sue opera un quadro dicendogli: ’Ora non dovrai più lavarti’, non sarebbe stato Picasso". […] "Basti pensare alle regole dell’Academy Award, che obbliga a inserire nei propri film un 30 per cento di attori nani, persone Lgbtq e via dicendo. Pensate a un film sulla Seconda guerra mondiale. Durante lo sbarco in Normandia i nani sarebbero affogati a pochi metri dalla riva. Con la mentalità di oggi avremmo chiuso in carcere anche Michelangelo. Vorrei far tornare un po’ di luce in questo mondo". Così nella prima puntata, per discutere di quello che definisce il “macro-tema”: “Scienza e romanticismo, essere contro”. Il mondo della lirica è maschilista? Potremmo scrivere Turandot in chiave transgender? A confronto Luca Perri, Morgan, Katia Ricciarelli. […] Nel suo studio trasformato in loft (regia di Stefano Vicario) sogna uno spazio libero, con ospiti con cui confrontarsi: "Vorrei avere il ministro della Giustizia Cartabia, ma anche il ministro della Cultura Franceschini. È venuto a casa mia a Filicudi, può venire mio ospite anche in tv"».
Su Rete 4 Quarta Repubblica con Nicola Porro (ore 21.20).
Su La7 al via Chernobyl di Johan Renck (ore 21.15).
Aldo Grasso sul Corriere della Sera: «All’1.23 ora locale del 26 aprile 1986 la rottura di un reattore della centrale nucleare V.I. Lenin in Ucraina, a pochi km dai centri abitati di Pripyat e Chernobyl, provocò una delle catastrofi più conosciute della storia, tanto radicata nell’immaginario quanto ancora avvolta dal mistero nelle sue cause e conseguenze. Un’ambiziosa miniserie in cinque puntate firmata da Hbo cerca di riavvolgere il filo degli eventi, con uno sguardo di rara intensità e di pietosa umanità. […] Chernobyl è una serie corale, anche il personaggio più laterale finisce con l’assumere progressiva centralità; dalle piccole storie dei tecnici di turno quella maledetta notte, la narrazione chiama in causa via via i ruoli più alti in una commistione inestricabile e fatale tra livelli industriali e politici che traccia uno spaccato drammatico del comunismo sovietico al capolinea. E i personaggi principali, dallo scienziato Legasov (Jared Harris) all’influente vicepresidente del Consiglio dei ministri Boris Shcherbina (Stellan Skarsgård), entrano in scena a disastro avvenuto, riflettendo errori, ritardi, assurdità di una catena di comando complessa e infingarda. Ciò che la serie diretta da Johan Renck (già regista di alcuni episodi di Breaking Bad) sembra voler evidenziare è soprattutto l’impermeabilità del sistema sovietico alle critiche, il suo incrollabile tentativo di resistere alle evidenze, l’omissione della verità come passaggio obbligato per non mostrare al mondo le proprie responsabilità. Sin dalla prima puntata si intuisce che la straordinarietà di Chernobyl sta nel riuscire a bilanciare la lucidità documentaristica con lo slancio emotivo, la ricostruzione minuziosa degli eventi con i tormenti personali dei protagonisti, quegli addetti ai lavori chiamati a sacrificarsi per scongiurare una devastazione ancora più grande, attingendo alternativamente alla tragedia classica e al thriller più spietato».
Su Rai 5 Il vegetariano di Roberto San Pietro (ore 22.15).
Ferruccio Pinotti sul Corriere della Sera: «Il film di Roberto San Pietro, […] allievo di Ermanno Olmi, […] vede come protagonista la comunità indiana della Pianura padana. […] Liberamente ispirato a una storia vera, II vegetariano è la storia di Krishna, un giovane immigrato indiano figlio di un bramino, che vive nella campagna emiliana e lavora come mungitore. Quando una mucca improduttiva sembra destinata al macello, Krishna sarà costretto a fare una difficile scelta, che lo obbligherà a fare i conti con un nucleo secolare di convinzioni come la metempsicosi e il rispetto per tutte le forme di vita. Girato tra la Pianura padana con scene nei templi sikh e induista di Novellara (Reggio Emilia) e l’India nei dintorni di Varanasi, il film si basa sulle esperienze di vita degli immigrati indiani che a partire dagli anni Novanta si sono trasferiti in Italia, trovando lavoro soprattutto nelle stalle e nei caseifici e diventando in breve tempo una risorsa indispensabile e necessaria per tutta la filiera del latte. Sullo sfondo di questa realtà, San Pietro ha intrecciato altre tematiche quali la disgregazione del mondo agricolo e le difficoltà dei piccoli allevatori, i conflitti familiari fra immigrati di prima e seconda generazione, una storia d’amore fra ragazzi di culture diverse e la presenza di un grande fiume, il Po, che alimenta negli indiani la memoria del sacro Gange. Il protagonista Krishna è interpretato da Sukhpal Singh, Sonny per gli amici, nato in Punjab e arrivato in Italia a 14 anni, operaio di professione e ballerino nel tempo libero».
Su Rai Movie L’uomo di Laramie di Anthony Mann (ore 21.10).
Il Morandini 2018 (Zanichelli): «Capitano americano si finge mercante e va in Messico per scoprire chi vende fucili agli Apache. Il suo compito è duramente ostacolato dal figlio di un ricco proprietario. Quinto e ultimo film di Mann con Stewart, scritto da Philip Yordan e Frank Burt, che gli hanno dato una struttura da tragedia classica sulla fine di una potente e corrotta famiglia. Una dose di violenza maggiore del solito, dialoghi piccanti, un ottimo uso dei paesaggi del New Mexico. Il sapiente gioco dei conflitti psicologici in un mondo primitivo ha un’insolita attendibilità storica».
Su Rai Movie Appaloosa di Ed Harris (ore 23).
Valerio Caprara su Il Mattino: «Una ventata d’aria fresca e un soprassalto del cuore. Ci voleva Appaloosa per farci viaggiare a ritroso nel tempo e tornare a quando gli schermi sapevano incendiare la fantasia. La magia si produce grazie al talento e alla passione di Ed Harris, […] che traspone nel nitore anticato della fotografia di Dean Semler l’omonimo romanzo, ambientato nel Far West di fine Ottocento. Va da sé che la trama fili dritta come un treno: una cittadina di frontiera è tenuta sotto scacco dai banditi; due pistoleri amici (Harris e Mortensen) sono assunti come sceriffi e cominciano a rendere la vita impossibile ai prepotenti; l’arrivo di un’avventuriera (la smorfiosissima Zellweger) rischia di mandare all’aria l’amicizia; la caccia al capo dei fuorilegge (Irons) procede intanto tra alterne vicende, fino a quando la politica corrotta sembra prendere il sopravvento… L’accoppiata Harris-Mortensen funziona a mille, sia nelle sequenze di cavalcate, agguati e sparatorie, sia negli intermezzi cadenzati su una tagliente autoironia debitrice della mitografia revisionista di Leone e dell’allievo Eastwood. Ma quello che conquista è lo spirito del racconto, baldanzoso e brutale, romantico e malinconico: la mano di Harris è asciutta e sicura, in grado d’estrarre emozioni dall’iconografia tradizionale e offrire un porto sicuro ai naufraghi del cinema-cinema».
Su Iris Disastro a Hollywood di Barry Levinson (ore 15.05).
Paolo Mereghetti sul Corriere della Sera: «Il protagonista del film […] è un produttore (Robert De Niro), di cui seguiamo due concitate settimane nelle quali dovrà convincere un regista a rimontare un film considerato troppo “artistico”, ottenere dalla star del suo prossimo film che si tagli la barba in tempo per le riprese, capire il vero potenziale di alcuni ambigui aspiranti finanziatori, rabbonire l’ex moglie, non perdere la stima di chi deve distribuire i suoi film, eccetera eccetera. Hollywood che racconta Hollywood, secondo uno schema non certo nuovo ma molto collaudato, con tante star in piccoli e grandi ruoli (ci sono anche Sean Penn, Bruce Willis, Catherine Keener, Stanley Tucci, John Turturro, Robin Wright Penn), pronte a prendere in giro le ambizioni artistiche di chi invece si preoccupa solo dei soldi, o al massimo – come fa il protagonista – dei nuovi spasimanti dell’ex moglie».

La sezione Oggi è curata da Simone Furfaro. Per segnalazioni scrivere a redazione@anteprima.news.
Santi e Vangelo
Santi del giorno
San Mappalico e compagni, martiri; santa Marta, vergine e martire; san Giorgio, vescovo di Antiochia di Pisidia; san Geroldo, eremita; sant’Elfego, vescovo di Winchester e di Canterbury e martire; san Leone IX, papa; beato Bernardo, penitente; beato Giacomo Duckett, martire.

Vangelo del giorno
Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie. Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato» [Giovanni 6,22-29].
Domani
Compleanni
Nati il 20 aprile
Il premio Nobel per la fisica Karl Alexander Müller (94), l’ingegnere Amalia Ercoli-Finzi (84), l’ex direttore generale dell’Oms ed ex primo ministro norvegese Gro Harlem Brundtland (82), il vescovo emerito di Padova monsignor Antonio Mattiazzo (81), uno dei disegnatori storici di Tex Giovanni Ticci (81), il montatore Roberto Perpignani (80), i gemelli politici Giampiero e Gianfrancesco Borghini (78), il direttore d’orchestra John Eliot Gardiner (78), lo storico e politico Ortensio Zecchino (78), il giornalista e scrittore Giancarlo Bosetti (75), l’artista Sandro Chia (75), l’arbitro Pietro D’Elia (75), l’allenatore Luigi «Gigi» Maifredi (74), il drammaturgo, regista e attore Enzo Moscato (73), l’ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema (72), l’attrice Jessica Lange (72), l’attore Mario Pirovano (71), il calciatore Andrea Agostinelli (64), il politico, giornalista e scrittore Gero Grassi (63), la giornalista e conduttrice Anna Praderio (63), l’ex pilota automobilistico e vicepresidente di Barilla Paolo Barilla (60), il biogerontologo Aubrey de Grey (58), l’attore e regista Andy Serkis (57), la giornalista Irma d’Alessandro (57), la giornalista e conduttrice Daniela Sanzone (56), il cofondatore di Yahoo! David Filo (55), il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli (55), il cabarettista Leonardo Manera (54), il cofondatore dei Dream Theater Mike Portnoy (54), il presidente di Deutsche Bundesbank e della Banca dei regolamenti internazionali Jens Weidmann (53), il paracadutista Felix Baumgartner (52), l’imitatrice Gabriella Germani (52), la modella e attrice Carmen Electra (49), il membro fondatore degli Eiffel 65, il disc jockey e conduttore Gabry Ponte (48), il politico Mario Staderini (48), il pilota motociclistico Karl Muggeridge (47), il cantautore e compositore Ermal Meta (40), il politico Angelo Tofalo (40), la modella Miranda Kerr (38), il tennista Alexander Zverev (24), il rapper Capo Plaza (23).

Nel 2019 abbiamo dedicato il profilo biografico a Jens Weidmann; nel 2018 a Massimo D’Alema.
Altro compleanno
di Jessica D’Ercole
Ryan O’Neal nato a Los Angeles, in California, il 20 aprile 1941 (80 anni). Attore. Negli anni Settanta divenne una delle star preferite di Hollywood. Protagonista di Paper moonBarry Lyndon e Ma papà ti manda sola?. La fama mondiale arrivò nel 1970 con Love story, film che gli valse una nomination agli Oscar, una ai Golden Globe e un David di Donatello: «Una cascata di riccioli, gli occhi tristi che fissano il nulla, Oliver stringe a sé Jenny. Hanno lottato come pazzi per coronare il loro sogno d’amore, e ora a lei è stato diagnosticato un male incurabile. Entrambi sanno che questa volta non saranno né le famiglie né la lontananza a dividerli, ma il destino. Al cinema, quando lui mormorava “amore vuol dire non dover dire mai mi spiace”, erano lacrime calde, mentre la musica di Francis Lai dava pugnalate al cuore. Piangevano anche gli scettici, quelli che dicevano “stasera si va a vedere quel filmaccio”. Quando uscì Love story, nel 1970, erano tutte innamorate di Ryan O’Neal, tutti innamorati di Ali MacGraw» [Videtti Rep].
Titoli di testa «Sono impertinente, fa parte del mio fascino».
Vita I suoi genitori sono lo scrittore e sceneggiatore Charles O’Neal e l’attrice Patricia Callaghan. Vive per alcuni anni in Germania, dove studia alla Munich American High School di Monaco e inizia a lavorare come stuntman per la televisione tedesca. Torna poi negli Stati Uniti dove si divide tra il lavoro da stuntman, il nuoto e la boxe. Il suo primo importante ruolo da attore è nella soap opera degli anni Sessanta Peyton Place, in cui recita insieme a Mia Farrow • Nel 1970 O’Neal è Oliver Barrett IV in Love Story, il film con i migliori incassi che la Paramount Pictures avesse prodotto fino a quel momento (Nel 2002 l’American Film Institute mise Love Story al nono posto della classifica dei migliori film romantici del Novecento, davanti a Luci della città di Charlie Chaplin e a La vita è meravigliosa di Frank Capra) • «Amare significa non dover mai dire mi dispiace» (Love Story, 1970), una delle frasi più parodiate al cinema, anche dallo stesso protagonista Ryan O’Neal, che in Ma papà ti manda sola? di Peter Bogdanovich si sfotticchia da solo, mentre la co-protagonista Barbra Streisand commenta: «È la frase più stupida che abbia mai sentito» [Romani, Giornale] • Dopo il successo di Ma papà ti manda sola? con Barbra Streisand, Bogdanovich lo rivuole protagonista del suo Paper Moon – Luna di carta questa volta per vendere bibbie alle vedove della profonda provincia americana all’epoca della Grande Depressione [D’Orrico, Sette]. Con lui sul set la figlia Tatum che a soli dieci anni vince l’Oscar come miglior attrice non protagonista. Tatum O’Neal è ancora oggi l’attrice più giovane ad aver vinto un Oscar • Stanley Kubrick lo vuole nei panni del suo Barry Lyndon: «Non potevo pensare a nessun altro, a dire la verità. Ovviamente, Barry Lyndon deve essere fisicamente attraente. Non poteva essere interpretato da Al Pacino o Jack Nicholson» [Finos, Rep]. Nel film O’Neal interpreta Redmond Barry Lyndon, un giovane piuttosto povero che punta però ad arricchirsi attraverso una poco onesta scalata sociale • Nel 1977, due anni dopo Barry Lyndon, O’Neal recitò in un altro film importante e ancora ricordato: Quell’ultimo ponte, una storia di guerra di Richard Attenborough. Nel film O’Neal ha però una parte piuttosto marginale, nel cast con lui c’erano attori come Michael Caine, Sean Connery, Gene Hackman, Anthony Hopkins, Laurence Olivier e Robert Redford • Nel 1978, in Driver - L’imprendibile di Walter Hill è un pilota automobilistico che viene ingaggiato dalle gang criminali per guidare le loro macchine durante gli inseguimenti della polizia • L’anno dopo torna sul set con la Streisand in Ma che sei tutta matta? di Howard Zieff • Sempre degli anni Settanta sono anche due ruoli per cui O’Neal fu preso in considerazione e poi non scelto: secondo IMDb si pensò a lui per il ruolo di Michael Corleone nel Padrino e per fare il protagonista in Rocky • Negli anni Ottanta e Novanta, «disgraziatamente, la sua carriera comincia ad affondare in ruoli sempre più mediocri e mal recitati. É accanto a un’invisibile Sharon Stone ne Irreconcilable Differences (1984), poi con Liza Minnelli nel film tv Sam Found Out - A Triple Play (1988) e con Katharine Hepburn ne The Man Upstairs (1992). Plurinominato ai Razzie Awards, nel 2005, viene persino proposto per il Razzie Award come peggior perdente dei primi 25 anni del premio» [MyMovie] • Ritorna a recitare in un ruolo secondario accanto ad Al Pacino ne People I Know (2002), entrando poi nel serial televisivo con Alicia Silverstone Miss Match (2003-2005), seguita da qualche apparizione in Desperate Housewives (2005) • Dal 2006 recita in Bones, nei panni del padre di Temperance Brennan. Ha inoltre preso parte ad alcuni episodi del telefilm 90210 (2010).
Amori Nel 1963 sposa l’attrice Joanna Moore, promessa del cinema rimasta impigliata in alcol e anfetamine, morta infine nel 1997. Dalla loro breve unione – si separeranno nel 1967 – nascono Tatum e Griffin • «Papà aveva 22 anni quando sono nata, l’immaturità, il successo, la paura di perderlo hanno segnato anche lui. Hollywood ti insegna a sognare, ma è facile perdersi» [Tatum O’Neal a Giovanna Grassi, CdS] • Tre anni dopo la separazione, Tatum e Griffin vengo affidati al padre perché la madre è incapace di occuparsi di loro • Nel frattempo O’Neal sposa l’attrice Leigh Taylor-Young, con la quale nel 1967 ebbe Patrick: «Lei era gentile, solida, bella e premurosa». Ma il successo di Love story tronca la relazione. I due si lasciano nel 1971 e O’Neal si dà alle belle donne: «Mio padre ci lasciò per due anni per interpretare Barry Lyndon. Mi sentii abbandonata. Il narcisismo di Hollywood fa male ai figli: chi dice il contrario mente. Era sempre circondato da donne, che andavano e venivano dal suo letto: Ursula Andress, Anouk Aimée, Bianca Jagger...» [a Giovanna Grassi, cit] • Aggiungiamo alla lista anche le straordinarie Jacqueline Bisset, Barbra Streisand, Diana Ross, Melanie Griffith, Diane von Furstenberg, Juanita Brown e Angelica Houston • Nel 1981 conosce Farrah Fawcett, star di Charlie’s Angels, che tra diversi tira e molla diventerà la sua compagna di vita. A presentarli il marito di lei Lee Major che, incautamente, suggerisce ai due di frequentarsi mentre lui è fuori città. La Fawcett divorzierà nel 1982 • O’Neal e Fawcett hanno recitato insieme in diversi film, tra cui Sacrificio d’amore (1989) e Good Sports (1991), e hanno avuto un figlio, Redmond (1985). Il rapporto è molto tormentato, in casa si litiga in continuazione. Ryan, divenuto ormai un narcisista da anni dedito all’alcol, alle droghe e alle belle donne, si infuria per un non nulla • Nel San Valentino del 1997 O’Neal fu sorpreso da Farrah Fawcett a letto con Leslie Stefanson nella loro casa di Malibù: «È stato terribile», dice O’Neal. «Non mi aspettavo di vederla laggiù. Ho provato a mettermi i pantaloni, ma ho messo entrambe le gambe in un buco. Leslie si è tuffata sotto le coperte. Pensavo che Farrah l’avrebbe attaccata, invece ha detto: “Come ti chiami?” Leslie ha detto: “Leslie”. E Farrah se n’è andata». La rottura è stata devastante per Fawcett. «Ho visto la sua vita disintegrarsi», dice ancora O’Neal [a Leslie Bennetts, Vanity Fair] • Nel 2001, quando a Ryan viene diagnosticata una leucemia, e «Leslie se n’era andata, Farrah è tornata da me. Abbiamo ricominciato da capo e questa volta lo abbiamo fatto costruendo solide fondamenta. Farrah aveva la sua casa qui, e io avevo la mia casa sulla spiaggia, e lei veniva solo nei fine settimana. Nostro figlio era felice. E Farrah era matura. Non si arrabbiava con me così facilmente. Mi era mancata. Mi era mancato il sesso. Con le altre non era la stessa cosa» • Ryan era riuscito a tenere sotto controllo la sua malattia quando Farrah scoprì di avere un cancro • Farrah muore il 25 giugno del 2009, poco prima Ryan le aveva chiesto di sposarla. Aveva raccontato alla Nbc: «Farrah è l’amore della mia vita. Non riesco a pensare alla mia vita senza di lei. Il cancro è un nemico insidioso. In passato le ho chiesto più volte di sposarmi: si è sempre messa a ridere, come se avessi detto una cosa spiritosa. Ma stavolta ha accettato. Ho già preparato l’abito per la cerimonia. Questa sarà la volta buona». Nel 2012 O’Neal ha raccontato la loro storia in Both of Us: My Life with Farrah • Al funerale di Farrah, «avevo appena finito di mettere la bara nel carro funebre e lo guardavo allontanarsi, quando mi si è avvicinata una bella donna bionda». Lui le chiede se può offrirle un drink o darle un passaggio, «cercavo solo di essere simpatico con una strana svedese, e invece è venuto fuori che era mia figlia: è così folle!».
Figli Se i rapporti d’amore di Ryan O’Neal si possono definire tormentati quelli con i suoi figli sono ancora più burrascosi. Dopo che Farrah si treferì con loro, Tatum che si sentiva abbandonata dal padre, se ne è andata a vivere a New York e i due non si sono parlati per più di 25 anni, fino al giorno dei funerali della Fawcett. Lei non lo invitò neanche al suo matrimonio con John McEnroe • «Tatum, cresciuta e delusa, ha fatto la sua parte con il memoir A Paper Life (2004), dove ce n’è per tutti: Melanie Griffith, scoperta a letto con il padre, le botte tra lui e Farrah Fawcett, Cher che le preparava la torta di mele, Clint Eastwood, Robert De Niro, i Barrymore devastati dalle droghe, lo spacciatore di famiglia che cercava di molestarla» [Salemi, Rep] • «Come osa gettare i nostri panni sporchi in strada per soldi! Sono solo stronzate», replicherà Ryan • Anche Tatum cede all’alcol e alle droghe: «Ricorda il suo arresto nel 2008, quando cercò di convincere gli agenti della squadra narcotici che non stava pagando uno spacciatore, ma studiava la parte di una drogata per il prossimo film. Interpretazione malriuscita: non ci sono cascati e l’hanno messa dentro» [Salemi, Rep]. Nel 2011 padre e figlia racconteranno la ricostruzione del loro rapporto nel documentario Ryan and Tatum: The O’Neals • Non è andata meglio al secondogenito Griffin, anche lui attore: «Mio padre mi ha dato la cocaina quando avevo 11 anni e ha insistito perché la prendessi. Era uno psicopatico molto violento e narcisista. Si arrabbia così tanto che non riesce a controllarsi» (Replica del padre: «Non ricordo di aver dato la cocaina a Griffin a 11 anni. Non la condivido con nessuno, con quello che costa!») [Bennetts, cit] • Nel 2007 «Ryan, durante una violenta lite in famiglia, sparò a Griffin. Il quale Griffin nel 1986, a 22 anni, alla guida della sua barca, mentre era sotto l’effetto di stupefacenti, causò la morte del 23enne Gian Carlo Coppola, figlio del regista del Padrino» [Videtti Rep]. «L’ultima volta che ho visto mio padre, mi ha sparato perché stavo cercando di aiutare suo figlio [Redmond] a diventare sobrio» [a People]. «La mia vita è stata un regno di degrado della droga e dell’alcol. Nella mia famiglia c’era dolore ovunque, c’erano droghe ovunque tutto il giorno, ogni giorno» [Bennetts, cit]. Nel 2011 Griffin è stato condannato a 16 mesi di reclusione per giuda in stato di ebrezza, nel 2012 la moglie Joanna Berry lo ha denunciato perché la picchiava. Solo nel 2015 è riuscito a disintossicarsi ma ha dovuto chiudere i rapporti con la sua famiglia: «Ho dovuto allontanarmi da tutto questo» • Non si lamenta di papà Patrick, prima attore oggi giornalista sportivo: «Se Tatum ha scritto un libro su quanto la sua infanzia sia stata brutta, io ne potrei scrivere uno – più noioso – su quanto la mia sia stata meravigliosa» [ad Accessonline]. I suoi si separarono quando lui aveva 4 anni, ma ogni week end lui andava dal padre: «Amo mio padre, sono fiero di lui. È fantastico, è il mio eroe» • Redmond, figlio ultimogenito di Ryan, primogenito di Farrah è quello che ha collezionato più riabilitazioni e reati della famiglia. Finisce in galera nel 2008 quando viene arrestato con il padre per possesso di anfetamine ed è in prigione anche l’anno dopo quando la madre muore in una clinica di Santa Monica. La mamma però gli ha lasciato tutto quello che aveva «affinché si possa curare».
Curiosità Nel suo testamento la Fawcett ha lasciato la propria collezione di opere d’arte in eredità all’università del Texas che aveva frequentato da ragazza. Nel 2013 si è conclusa la disputa sui due ritratti di Farrah Fawcett realizzati da Andy Warhol nel 1980. Una delle due copie era rimasta sul muro della camera da letto di O’Neal. Così l’ateneo lo ha portato in tribunale. La giuria popolare però diede ragione a O’Neal, che sosteneva che l’opera gli fosse stata donata dalla compagna. In aula spiegò: «Io con quel quadro ci parlo. È la sua presenza. La sua presenza nella mia vita e nella vita di suo figlio». O’Neal disse anche che voleva lasciarlo in eredità a Redmond salvo poi ripensarci nel 2019 e metterlo all’asta per 18 milioni di dollari.
Titoli di coda: «Non ho scoperto le donne fino a quando non mi sono sposato, e poi era troppo tardi».
JDE
C’era una volta
Dieci anni fa
Mercoledì 20 aprile 2011. «C’è un deputato, ignoto fino a ieri, che ha proposto di cambiare il primo articolo della Costituzione. Invece dell’attuale "L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione" vorrebbe "L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e sulla centralità del Parlamento quale titolare supremo della rappresentanza politica della volontà popolare espressa mediante procedimento elettorale". Il deputato si chiama Remigio Ceroni e sostiene di aver presentato questo disegno di legge a titolo personale, senza essersi consultato cioè né con i responsabili del suo gruppo né tanto meno con Berlusconi» [Dell’Arti, Gazzetta].
A Misurata muoiono due fotografi, Tim Hetherington nominato all’Oscar per il suo film Restrepo, e Chris Hondros, medaglia d’oro Robert Capa per i suoi servizi in Iraq del 2005.
Elezioni politiche in Finlandia.

Venti anni fa
Venerdì 20 aprile 2001. Il maestro Giuseppe Sinopoli, colpito da un infarto, muore sul podio alla Deutsche Opera di Berlino mentre dirige l’Aida. Accasciato al suolo alla ripresa del secondo atto, verso le 22. L’orchestra ha immediatamente smesso di suonare, i musicisti hanno abbandonato gli strumenti e gli sono accorsi attorno. Molti hanno gridato per chiedere il soccorso di un medico in sala. In un primo momento per il pubblico in platea non era chiaro chi si fosse sentito male, perché la confusione era in basso, nella buca dell’orchestra. Lascia la moglie e due figli. Aveva 54 anni.
«Nato a Venezia nel 1946 da una famiglia di origine siciliana, sposato con la pianista Silvia Cappellini, padre di due figli, Sinopoli è arrivato alla musica come compositore: dopo il diploma di Conservatorio, frequenta i corsi estivi di Darmstadt, è allievo di Franco Donatoni ai corsi estivi di Siena e soprattutto di Bruno Maderna, a cui è dedicato il gruppo strumentale che fonda nel 1975. Due maestri che gli hanno trasmesso il gusto delle sfide, della ricerca, della libertà di pensiero, non solo musicale. Gli studi di direzione li compie a Vienna sotto la guida di Hans Swarovsky: “La tecnica del direttore – ricordava - la insegnava in cinque minuti: il resto, diceva che lo devi inventare tu». La sua carriera operistica comincia alla Fenice, con lo stesso titolo con cui, drammaticamente, si è conclusa ieri sera a Berlino: Aida, con le scene lignee disegnate da Mario Ceroli, in uno spettacolo teso a trascurare l’aspetto trionfale per rimarcare, invece, l’intimità e la finezza dell’orchestrazione di questo capolavoro di Verdi. Sinopoli si distingue subito per il carattere personale delle scelte di repertorio: Wagner, Strauss, Mahler diventano gli autori prediletti, in una progressiva maturazione che nell’estate del 2000 - primo italiano a ricevere questo prestigioso incarico - lo condurrà a dirigere il ciclo dell’Anello del Nibelungo al Festival di Bayreuth. Alla vigilia di quell’impegno, dichiarò a La Stampa: “Eseguire Wagner è riflettere davanti alla tomba del mito sull’importanza del mito; riflettere sul mito significa riflettere sulla memoria e, oggi, non c’è né memoria né dimenticanza, ma il vuoto di questi due estremi”. In quella musica sentiva e trasmetteva la forza dell’interiorità del racconto, la consapevolezza della tragicità del crollo del Walhalla come immagine premonitrice del nostro vissuto europeo: “Dopo aver diretto Wagner, ho potuto capire come sia nato Freud”. Un direttore analitico, capace però di toccanti slanci di passione: la marcia funebre di Sigfrido risuonò struggente di dolore, di impotenza, l’addio di Wotan a sua figlia Brunilde aveva lo strazio della necessità più forte degli affetti. Direttore generale della musica a Dresda, Sinopoli avrebbe iniziato dal prossimo anno un intenso rapporto di collaborazione anche con il Festival di Salisburgo, dove intendeva concentrare la propria attenzione sulle opere di Richard Strauss, di cui alla Scala aveva eseguito La donna senz’ombra. Ora stava preparando, per la Rai di Torino, il Cavaliere della rosa» [Cappelletto, Sta].
Battaglia nel centro di Quebec tra i manifestanti anti-globalizzazione e la polizia canadese che protegge il Vertice delle Americhe, aperto ieri per varare una zona di libero scambio. I dimostranti, 10 mila o forse più, venuti dal Canada, dagli Stati Uniti, dall’America Latina e anche dall’Europa, hanno attaccato con pietre e bastoni il muro di reticolati costruito per proteggere la sede del summit, al quale partecipa il presidente Usa Bush con i capi di altri 33 Paesi. Per respingerli è intervenuto anche l’esercito. Decine di arresti, feriti due agenti.
A Bologna, Milan Nicolic confessa di aver violentato e ucciso, ieri 19 aprile, Sarah Jay Cusmà Piccione, di nove anni. Alle 15, Milan, che vive con la sorellastra di Sara dalla quale ha avuto un figlio che ha 14 mesi, ha chiesto alla piccola di seguirlo a casa sua per aiutarlo a fare le faccende domestiche. La casa di Milan è a poca distanza da quella dove Sarah viveva con i genitori, il padre Italo, imbianchino disoccupato, e la madre Vincenza. «Le ho dato 4 mila lire e l’ho salutata — racconta in un primo tempo Milan. Poi l’interrogatorio e la confessione: «Un raptus, l’ho strangolata».
Viene arrestato Michele Condipodaro, che dal 1989 al 1991 fu nella scorta di Giovanni Falcone, accusato da un pentito Aurelio Neri di essere stato al soldo di Raffaele Ganci per riferire alla mafia i movimenti del giudice.

Venticinque anni fa
Sabato 20 aprile 1996. Arrestato a Palermo il latitante Nicola Di Trapani, legato a Leoluca Bagarella, imparentato con i Madonia e a capo della cosca della zona di Capaci e Cinisi dopo la morte del padre Francesco. Secondo il pentito Tony Calvaruso, Di Trapani sarebbe il responsabile, assieme a Bagarella, degli omicidi di Marcello Grado, il nipote di Totuccio Contorno ucciso perché sospettato di aver pedinato i figli di Riina, del suo amico Luigi Vullo e di Domingo Buscetta, nipote di Tommaso Buscetta.
Chiuso a Gela il processo contro boss, gregari e fiancheggiatori di Stidda e Cosa Nostra. Inflitti oltre 230 anni di carcere.
John John Kennedy è a Roma: «Un viaggio in Europa per promuovere la rivista liberal George e per dare un taglio netto con il passato e le polemiche che hanno investito i due rampolli Kennedy per la decisione di vendere gli oggetti di famiglia. “Non voglio leggere i giornali e vedere la televisione, per me è tutto molto doloroso”».

Trenta anni fa
Sabato 20 aprile 1991. Con 177 voti a favore e 104 contrari il governo Andreotti ottiene la fiducia al Senato, dopo aver incassato quella della Camera.

Quaranta anni fa
Lunedì 20 aprile 1981. È ripresa la strage in Libano, dopo la fragile tregua durata 12 giorni. Dopo il bombardamento di Sidone, il giorno di Pasqua, da parte delle forze cristiane del maggiore Haddad, nel quale sono morte 16 persone sedute ad un caffè e 40 sono rimaste ferite, oggi per rappresaglia le forze musulmano-progressiste hanno incendiato nella stessa città l’arcidiocesi cristiano-maronita e la chiesa greco-ortodossa.

Sessanta anni fa
Giovedì 20 aprile 1961. «Nelle prime ore di stamane la radio governativa di Cuba ha trasmesso il seguente comunicato. “Le forze dell’esercito rivoluzionario e la milizia nazionale hanno preso d’assalto le ultime posizioni che i reparti mercenari d’invasione avevano occupato nel territorio nazionale sulla piana de Giron. L’ultimo caposaldo dei mercenari, Giron, è caduto alle 5,30 di ieri pomeriggio (ora locale). La rivoluzione ha vinto, pur se ha dovuto pagare un elevato prezzo di preziose vite di combattenti rivoluzionari che hanno attaccato incessantemente senza un solo attimo di riposo e hanno così distrutto in meno di 72 ore l’esercito organizzato per molti mesi dal governo imperialista degli Stati Uniti". Dal canto suo J.F. Kennedy dichiara che «L’America non intende intervenire a Cuba. Tuttavia, sia chiaro che sta per venire il tempo nel quale gli americani debbono pensare a proteggere se stessi dalla infiltrazione comunista nell’emisfero» [Sta].

Settanta anni fa
Venerdì 20 aprile 1951. Il presidente del Senato, Ivanoe Bonomi, è spirato serenamente alle 2,44 di stanotte nel suo appartamento a Palazzo Giustiniani. Al momento del trapasso si trovavano riuniti al suo capezzale la consorte Donna Sofia e le nipoti Anita Marestani e Lucia Mantovani, quest’ultima giunta tre giorni or sono da Mantova ed alla quale il Presidente aveva detto, presagendo la sua prossima fine: « Ho piacere che tu sia venuta a vedermi prima di morire».
«Nato nell’ottobre del 1873 si laureò in scienze naturali e giurisprudenza, si dedicò al giornalismo a partire dal 1898; di tendenze socialiste, fu comunque un moderato; sostenne l’impresa in Libia e fu quindi espulso dal partito socialista con il suo collega Bissolati; fu poi volontario durante la I guerra mondiale, finché divenne ministro dei lavori pubblici (1916 - 1917) con Boselli e negli ultimi mesi (1918 - 1919) del gabinetto Orlando; fu poi al dicastero della guerra (1920 e l920 - 1921) nel I Nitti e nel V governo Giolitti, durante il quale passò al tesoro (1921) per sostituire il dimissionario Meda; fu quindi presidente del Consiglio (1921 - 1922) di un governo che, come i due successivi di Facta, non riuscì ad arginare l’espansione squadristica del fascismo; durante la dittatura si ritirò a vita privata e si dedicò ai suoi studi; ritornò alla politica attiva nel 1943 quando, divenuto capo del CLN, fu chiamato a succedere a Badoglio con due governi consecutivi (1944 - l945); dopo la liberazione di tutto il Nord e l’epilogo del fascismo con la "mattanza" di piazzale Loreto, rassegnò le dimissioni; nominato senatore a vita nel 1948, fu presidente del primo Senato della Repubblica (1948 - 1951)». [Figura 1988]
Al Congresso il generale Mac Arthur, licenziato da Truman per insubordinazione, conclude un memorabile discorso con queste parole: «Oggi chiudo i miei 52 anni di vita al servizio militare. Quando entrai nell’Esercito, prima dell’inizio del secolo, questo fu il raggiungimento di tutti i miei sogni e speranze di gioventù. Il mondo è cambiato molte volte da quando pronunciai il mio giuramento sulla spianata di West Point e le speranze e i sogni sono svaniti da molto tempo. Ma ancora ricordo il ritornello di una delle più popolari ballate di caserma di quei tempi che recitava orgogliosamente che i vecchi soldati non muoiono mai, semplicemente svaniscono. E come il vecchio soldato della ballata, oggi io chiudo la mia carriera militare e semplicemente svanisco. Un vecchio soldato che ha cercato di fare il suo dovere nel modo in cui Dio gli ha dato la luce per vedere quel dovere. I bid you farewell. Io vi dico addio».
«Tonnellate di carta straccia sono piovute dai grattacieli di New York sul corteo di macchine che precedeva l’automobile di Mac Arthur e che ha serpeggiato per tre ore su e giù per Manhattan. Cinque milioni di persone erano assiepate sui marciapiedi, un altro milione si sporgeva dalle finestre, almeno 20 milioni di spettatori si raccolsero davanti agli schermi delle televisioni. New York non si era mai eccitata tanto, nemmeno per Lindbergh o per Balbo, né cinquant’anni fa, per il ritorno dalla guerra contro la Spagna dell’ammiraglio Dewey, conquistatore delle Filippine».

Ottanta anni fa
Domenica 20 aprile 1941. Grecia. Martellati dagli Stukas, i britannici ripiegano su Nàuplion, Kalamata (Kalàmai) e Monemvasìa, punti fissati per il reimbarco. Le retroguardie tengono duro alle Termopili; la loro resistenza durerà fino al 24. [Salmaggi e Pallavisini]. Nel corso di una riunione alla presenza del generale Archibald Wavell, il vincitore della 10ª armata italiana nel corso dell’operzione “Compass” iniziata nel dicembre del 1940 e conclusa con la battaglia di Beda Fomm del 10 febbraio 1941, viene presa la decisione di evacuare il corpo di spedizione inglese in Grecia.
Il comandante in capo delle forze inglesi nel Medio Oriente, gen. Wavell, chiede a Churchill rinforzi di mezzi corazzati [Salmaggi e Pallavisini].
Africa settentrionale. Un forte contingente di Commandos dell’8ª armata britannica cerca di sbarcare a Bardia nel tentativo di recare soccorso ai difensori di Tobruk, ma viene respinto dalle truppe italo-tedesche. Dal canto suo Rommel decide che attaccherà nuovamente Tobruk non appena potrà disporre della 15ª divisione corazzata tedesca [Salmaggi e Pallavisini].

Cento anni fa
Mercoledì 20 aprile 1921. Assunto il pieno controllo della città, le camicie nere devastano la Camera del lavoro confederale e quella sindacalista, l’Università popolare, il circolo ferroviario e l’abitazione del deputato socialista Enrico Dugoni. In provincia viene occupato militarmente il municipio di Suzzara [Franzinelli1].
In provincia di Alessandria una cinquantina di squadristi capitanati dall’avvocato Edoardo Torre, candidato fascista alla Camera, interrompono con la forza un comizio comunista e sparano sui convenuti: cade esanime la casalinga Angela Casagrande [Franzinelli].
Il deputato della sinistra socialista, sequestrato da tre squadristi a Pavia, viene sottoposto al rituale del taglio della barba; il segretario del fascio cittadino, avvocato Lanfranconi (candidato alle elezioni), gli ordina di improvvisare un comizio dai contenuti patriottico-nazionalistici, minacciando, in caso di rifiuto, di gettarlo da un balcone; infine il parlamentare viene scacciato dalla città, con l’intimazione di mai più ritornarvi. Dimissionaria, su pressione squadrista, l’amministrazione di Ostiglia (Mn). Dimissioni degli amministratori socialisti di Barletta (Ba) [Franzinelli1].

Centoventi anni fa
Sabato 20 aprile 1901. Sono ristabilite le relazioni diplomatiche fra l’Austria e il Messico, interrotte fin dal 1867, dopo la fucilazione di Massimiliano.

Centocinquanta anni fa
Venerdì 20 aprile 1871. Una dichiarazione della Comune di Parigi spiega quali sono i suoi scopi: ottenere il consolidamento della repubblica, l’autonomia della Comune in tutte le località, la votazione dei bilanci comunali, la fissazione delle imposte, la polizia interna, l’insegnamento, la nomina dei funzionari comunali, l’amministrazione dei beni comunali, la garanzia della libertà intellettuale, il diritto di riunione e di pubblicità (Comandini).
«A Lanciano, alla Corte d’Assise, si inizia oggi una gravissima causa di brigantaggio, la quale compendia quasi tutte le gesta sanguinose commesse nei circondari di Vasto e dì Lanciano dal 1863 al 1866. Gli accusati sono 93, di cui soltanto 43 sono condotti in giudizio. Gli altri sono ancor latitanti, o morti, o già condannati. I capi d’accusa sono moltissimi e si racchiudono in 129 serie» (Comandini).

Centosessanta anni fa
Sabato 20 aprile 1861. «Il Senato oggi approva la legge che fissa per domenica 2 giugno 1861 la “Festa nazionale dell’Italia Unita”. L’atto la associa a quella che il Piemonte già commemora ogni prima domenica di giugno per celebrare lo Statuto Albertino. Alla Camera prosegue intanto un’estenuante seduta riguardante la ricostituzione dell’«esercito meridionale», l’armata garibaldina. La discussione è caldeggiata da Garibaldi. Il generale, poco contento del dibattito, è ricevuto da Vittorio Emanuele II. Hanno un lungo colloquio, durante il quale il Re, per evitare disordini, cerca di dissuaderlo dal presentarsi alla Camera. I cattolici sono invece scossi da quanto pubblica la Sentinella abruzzese. Dice che a Civitella del Tronto, dove si è consumata l’estrema resistenza delle truppe borboniche, si è riunita una corte marziale. Ha condannato a morte un sacerdote. È don Leonardo Zilli, di 47 anni, di Campotosto, oblato dei minori conventuali. Durante l’assedio sabaudo alla fortezza di Civitella fu l’assistente ecclesiastico delle truppe borboniche qui asserragliate. Le benedisse quando deliberarono la resistenza ad oltranza. Quando giunse l’ordine di arrendersi, firmato dal deposto Re Francesco II di Napoli, le invitò a non cedere. Tale atteggiamento viene considerato un atto di ribellione, da punire con il patibolo. È un segnale che le autorità italiane vogliono dare ai preti che ancora parteggiano per il sovrano borbonico [Lupo, Sta].
Alla Camera continua la discussione sull’esercito meridionale. Conforti parla per la concordia; Cavour parla a lungo con equità e persuasione; afferma che «non sarà terminata la questione italiana finché non si abbia la indipendenza compiuta; ma Roma la dobbiamo ottenere con mezzi pacifici e non possiamo accendere noi la guerra in Europa; dobbiamo dare ascolto ai consigli delle potenze amiche.» Parlano Ugdulena, Ricasoli; Garibaldi per la parte militare non è soddisfatto, per la politica rimettesi al conte di Cavour. Viene adottato, per appello nominale, ordine del giorno di Ricasoli, con voti 194 contro 79, e 5 astenuti, fra i quali Garibaldi (Comandini).

Centosettanta anni fa
Domenica 20 aprile 1851. Cavour diventa ministro delle Finanze.

Centottanta anni fa
Lunedì 20 aprile 1841. «Il re, armato di pala ed entusiasmo alle stelle, si porta, con il suo seguito e il figlio Vittorio Emanuele, nell’area archeologica di Nora. Al suo fianco c’è Gaetano Cara, abile ma famigerato direttore del Regio Museo di Cagliari; sarà proprio lui ad indicare all’ignaro sovrano il punto esatto dove scavare. E la trappola scatta come da copione; in un presumibile plauso generale, Carlo Alberto porta infatti immediatamente alla luce un bronzetto raffigurante un idolo fenicio nuragico dell’VIII secolo a. C. Clamoroso ritrovamento! Carlo Alberto – cui il grande amore per l’archeologia sarda era stato trasmesso dal generale, archeologo dilettante, Alberto Ferrero della Marmora –, è al settimo cielo tanto da acquistarne, di quegli idoli, una settantina di esemplari per il suo “Medagliere” di Palazzo Reale, spendendo qualcosa come 85mila euro di oggi…».
«…Peccato però trattarsi di “falsi”, abilmente riprodotti da esperti falsari (il “migliore” nell’isola pare fosse, a quei tempi, un fabbro cagliaritano tal Raimondo Mongia) in combutta con lo stesso Cara; “idoli falsi e bugiardi” saranno definiti nel 1883 da Ettore Pais, l’allora direttore del Regio Museo cagliaritano, che ne vieterà l’esposizione» [ibid].
Edgar Allan Poe pubblica I delitti della Rue Morgue sul Graham’s Magazine di Philadelphia.
Lettere
Dear Giorgio, Salvini nel giorno del rinvio a giudizio: «Sopporto cristianamente». Open dei. Ciao
Massimo Lodi
Razzismo e pubblicità.
Il fatto che con sempre maggiore frequenza i protagonisti di diversi spot pubblicitari televisivi siano - in un Paese nel quale sono una piccola minoranza - persone di colore fa riflettere.
Esistono una o più ragioni perché questo accada, ragioni conseguenti ad appropriate, specifiche e concludenti indagini di mercato definibili tecnicamente?
Così fosse, sarebbe interessante averne contezza, non è vero?
O si deve invece e di contro ritenere che il mondo dei pubblicitari consideri i destinatari dei messaggi - almeno in buona parte - oramai preda di quel particolare “modo” che porta molti, messi di fronte a una scelta, per dimostrare a se stessi di non essere razzisti, ad optare per un nero in una votazione o a seguirne le indicazioni in un altro qualsiasi caso?
Due soprattutto invero, e infatti, i “modi” del razzismo.
Quello ora indicato diverge dalla volgare e bassa espressione alla quale siamo maggiormente adusi, ma comunque, guardando e considerando il colore della pelle, tale certamente è!
Mauro della Porta Raffo
Caro Giorgio,
2 mine per il governo allargato. Una è il rinvio a giudizio, a Palermo, di Matteo Salvini: processo a settembre, rischia, se verrà stangato, 15 anni in cella.
Le indagini sul presunto sequestro dei 147 migranti sulla nave dell’Open Arms erano partite da Patronaggio, il pm a cui Luca Palamara diceva: «Il ministro ha ragione, ma occorre colpirlo». Non rasserena il clima politico nella maggioranza - divisa su Speranza - neppure la vicenda del figlio di Grillo. Ciro è indagato, con tre amici, per un presunto stupro: «Era sesso consenziente», ha titolato Travaglio.
Pietro Mancini
Buongiorno, arrivo un po’ tardi ma finora non l’ha scritto nessuno. L’ancoraggio della maxi portacontainer nei “laghi amari” egiziani ha un illustre precedente: la corazzata Vittorio Veneto, consegnatasi agli inglesi dopo l’8 settembre ’43 è rimasta “internata” fino alla fine della guerra. Anni fa avevo raccolto il racconto di un reduce, qualifica “fuochista”, ma senza estendere la storia ai particolari, probabilmente interessanti. Cordiali saluti.
Silvio Valisa

Essendomi l’altro giorno, per un caso, trovato senza un euro, ho provato per poco un gran senso di libertà.
Ci vediamo domani.
Anteprima di Giorgio Dell’Arti
Anno V numero 809
Lunedì 19 aprile 2021
ISSN 2611-3430


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