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lunedì 19 aprile 2021

 


Delitti e suicidi

Fulvio Sartori, 82 anni, un passato da alpino e da guardia forestale, mentre la moglie Tina, di anni 80, era a letto che dormiva, andò in cucina, prese un coltello e le tagliò la gola. Poi si avvicinò a Luna, la cagnolina alla quale dedicavano tutte le attenzioni, giacché figli non ne avevano avuti, e ammazzò pure lei. Quindi tornò a letto, con il coltellaccio ancora in mano (all’alba di domenica, in pieno centro storico a Rocca Nervina, 280 abitanti, nell’entroterra di Ventimiglia).

Colto dall’angoscia, il Sartori ha tentato di uccidersi, ferendosi a un braccio e alla gola, ma non è riuscito nel suo intento e ha finito per chiamare lui stesso il 118. I soccorritori si sono trovati di fronte una scena raccapricciante: sangue ovunque, la donna sgozzata, la cagnolina morta ai piedi del letto. Il Sartori ora è in ospedale, piantonato dai carabinieri di Imperia. Il parroco del paese, don Giovanni Verghiel, li ricorda come persone perbene, miti e gentili: «Ieri erano seduti in chiesa, mi sembravano tranquilli, tra l’altro erano molto religiosi».

Domenica pomeriggio, nel parcheggio di un McDonald’s alla periferia di Chicago, due giovani usciti da un’Audi grigia hanno cominciato a sparare contro un’altra macchina con due pistole di calibro diverso. Dei quarantanove proiettili esplosi, sei hanno colpito Jaslyn Adams, 7 anni, nera, le treccine annodate sulla testa, e il vestitino bianco con i ricami a fiori. La bambina è morta sul colpo, mentre aspettava hamburger e patatine. Il padre, Jontae Adams, vero obiettivo dell’agguato, è stato raggiunto da un proiettile alla schiena, è sopravvissuto, ma in fin di vita. «La polizia sospetta che si sia trattato di un regolamento di conti tra le bande che controllano gli affari illeciti nel quartiere. Ad Humboldt Park si vive un equilibrio precario, tra le tensioni razziali che dividono i bianchi dalla minoranza etnica portoricana» [Pompetti, Mess].

Sempre domenica, ad Austin, nel Texas, «un ex poliziotto di 49 anni, in libertà provvisoria e in attesa di un processo per violenza sessuale contro minori, è entrato in un appartamento e ha ucciso tre adulti, due donne e un uomo, per motivi ancora sconosciuti» [ibid].

Amori

Incidenti

Domenica alle 21 una Tesla Model S ha preso male una curva, forse per l’eccessiva velocità, e si è schiantata contro un albero a Spring, cittadina vicino Houston, in Texas. I due uomini a bordo, di 59 e 69 anni, sono morti nell’incendio che si è scatenato dopo l’impatto. Nessuno dei due era seduto al posto di guida al momento dell’incidente. È probabile che la vettura viaggiasse con l’Autopilot, il pilota automatico di Tesla che sfrutta sensori e intelligenza artificiale.

Giacomo Curti, allevatore di 71 anni, stava richiamando il bestiame nella sua azienda agricola nella frazione di Casale dei Molini, a Trinità, in provincia di Cuneo, quando un toro l’ha caricato colpendolo al torace e alla testa e sbattendolo a terra. Morto sul colpo, nonostante l’intervento del figlio, ferito a una gamba.

 

 

Pulci di notte

 

di Stefano Lorenzetto

Nella sua rubrica del lunedì sul Fatto Quotidiano, Veronica Gentili parla «del Carroccio, diventato quasi ontologicamente sia di lotta che di governo». Forse la signora non sa che l’ontologia è quella parte della filosofia che studia le modalità dell’essere in sé, indipendentemente dalle sue determinazioni particolari o fenomeniche. Se dunque il Carroccio è ciò che è ontologicamente, cioè fin dalle origini, come fa a diventarlo? Sarebbe come dire che qualcuno contrae una malattia genetica. Un non senso.

Titolo dal sito della Stampa: «Ragazzino positivo alla cresima, subito una ventina in quarantena». Scoperta una nuova variante del coronavirus: è un sacramento.

Secondo Raffaella Troili, che lo scrive sul Messaggero, Giovanna Boda, la dirigente del Miur che ha tentato il suicidio dopo aver appreso d’essere indagata per corruzione, «era un trade d’union molto stimato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella». La dichiarazione, virgolettata, è attribuita all’ex ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, per cui resta il dubbio: Troili si sarà limitata a fare da trait d’union o ci avrà messo del suo?

Titolo dal Corriere della Sera: «L’ultimo addio a Filippo (secondo i suoi desideri)». Chissà com’era andato il penultimo.

Il Giornale dedica un servizio a Verona, a firma di Camilla Golzi Saporiti, nel quale Dante Alighieri viene descritto come «dal 1312 al 1318 ospite di Cangrande della Scala». È invece certo che il Sommo Poeta si rifugiò a Verona fra il 1302 e il 1304, subito dopo essere stato condannato a morte in contumacia nella sua Firenze. La fuga è raccontata nella Divina Commedia sotto forma di profezia dal suo avo Cacciaguida: «Lo primo tuo refugio e ’l primo ostello / sarà la cortesia del gran Lombardo / che ’n su la scala porta il santo uccello» (Paradiso, canto 17). Il gran Lombardo era Bartolomeo della Scala (morto il 7 o l’8 marzo 1304) e il santo uccello era l’aquila che figurava nello stemma della signoria scaligera. Il soggiorno presso Cangrande della Scala è successivo. Più avanti Golzi Saporiti cita «l’osso di balena» appeso al varco della Costa, il passaggio fra piazza delle Erbe e piazza dei Signori: «Cadrà quando qualcuno che non ha mai mentito ci passerà sotto». Non sa di che parla: quello che cadrà sulla testa del primo uomo sincero è il mappamondo di pietra sorretto dalla mano di Girolamo Fracastoro, il medico letterato che nella prima metà del Cinquecento scoprì l’agente patogeno del «morbo gallico», meglio noto come sifilide. La statua dello scienziato veronese sovrasta tutt’altro arco della piazza dei Signori. Infine la giornalista suggerisce ai suoi lettori di soggiornare al «Byblos Art Hotel Villa Amistà, una notte per due persone, colazione inclusa, da 240 euro», e questa pare, chissà perché, l’informazione in assoluto più esatta. Peccato che l’albergo disti più di 10 chilometri dal centro storico.

Titolone in prima pagina sull’inserto Atlante dell’Osservatore Romano: «Gli Inuit difendono le risorse dell’Artico», con la maiuscola. Titolo in seconda pagina: «Groenlandia, la svolta ambientalista impressa dagli inuit», con la minuscola. Dim-inuit dal recto al verso.

«Ma è soprattutto sull’Europa che i sovranisti stanno abbracciando Draghi, per il modo in cui ha avvertito Bruxelles a cambiare registro», scrive Francesco Verderami sul Corriere della Sera. Preposizione impropria. Avvertire, nel senso di rendere consapevole qualcuno di una circostanza a lui ignota, richiede di, non a; nel senso di avvisare, ammonire, consigliare, richiede di seguito da verbo all’infinito oppure da che. Quindi: «Ha avvertito Bruxelles di cambiare registro» oppure «Ha avvertito Bruxelles che deve cambiare registro». Altrimenti occorreva scegliere un altro verbo: «Ha esortato Bruxelles a cambiare registro».

Titolo dalla Verità: «Il Covid ha ucciso pure l’Unione europea. E chi ne è uscito è già fuori dall’incubo». Chi è uscito è fuori. Concetto rivoluzionario. Eravamo tutti convinti che chi esce restasse dentro.

«Una di quelle cosiddette rivoluzioni fiscali rimaste però sottotraccia e di cui poi si sono perse le tracce», scrive Patrizia De Rubertis sul Fatto Quotidiano. Come si faranno a vedere, e quindi a perdere, le tracce sottotraccia, se quest’ultimo sostantivo significa «nascosto, sotterraneo»?

Titolo dal Corriere della Sera: «A Chicago il video di Adam, 13 anni, ucciso dalla polizia con le mani alzate». Quindi i poliziotti tenevano le mani levate verso il cielo mentre sparavano. Allora come avranno fatto ad ammazzarlo?

«Senzani, brigatista-dantista», scrive in prima pagina Il Fatto Quotidiano, annunciando un’intervista con l’ex brigatista rosso. Peccato che all’interno l’intervistato sia Enrico Fenzi, già componente della colonna genovese dell’organizzazione terroristica fondata da Renato Curcio. Una cosa in comune, oltre al deplorevole passato, i due comunque ce l’hanno: i baffi.

Didascalia dalla Repubblica: «L’associazione “Pane quotidiano”, a Milano, prepara il cibo da distribuire a chi lo richiede». Ché distribuirlo a chi non lo richiede vorrebbe dire tirarlo dietro ai passanti per strada.

SL

C’era una volta

Dieci anni fa

Giovedì 21 aprile 2011. Marchionne va alla conquista di Chrisler. Quindici giorni fa aveva annunciato che Fiat sarebbe «salita al 30%», oggi ha detto di esser pronto a comprare un altro 16%. A fine giugno il Lingotto dovrebbe essere al 46% della casa automobilistica americana.

Massimo Ciancimino, il figlio di Vito Ciancimino, ex sindaco mafioso di Palermo, è stato fermato nei pressi di Parma su ordine della Procura di Palermo con l’accusa di «calunnia pluriaggravata» nei confronti dell’ex capo della polizia, Gianni De Gennaro. Ciancimino junior, supertestimone della presunta trattativa intercorsa tra lo Stato e la mafia, sarebbe anche accusato di truffa pluriaggravata perché i «pizzini» che accusano De Gennaro secondo la polizia scientifica sono falsi. Ciancimino è stato fermato sull’Autosole, a Fidenza. Il provvedimento ha carattere di urgenza «per pericolo di fuga»: Ciancimino si stava recando a Saint-Tropez per le festività pasquali, «anche se sarebbe tornato lunedì»

 

Venti anni fa

Sabato 21 aprile 2001. Silvia Baraldini, l’attivista italiana condannata negli Stati Uniti per associazione sovversiva, esce per 5 mesi dal carcere. Il tribunale di sorveglianza le ha dato i domiciliari dato che deve curarsi da un cancro. Polemiche.

 

Venticinque anni fa

Domenica 21 aprile 1996. Alle elezioni, da cui esce vincitore Prodi, il Prc raggiunge il suo massimo storico, l’8,6% alla Camera e il 7,5 al Senato. L’Ulivo (alleanza di centro-sinistra) ottiene la maggioranza assoluta al Senato, ma non alla Camera. Per formare il governo è dunque necessario l’appoggio di Rifondazione Comunista.

Alleanza Nazionale non supera Forza Italia, la Lega guadagna, ma Bossi si dice deluso. Prodi offre al Polo la presidenza di una delle due Camere.

Scarcerato dai giudici del tribunale di Venezia Felice Maniero, condannato a 33 anni di carcere per associazione mafiosa e per aver commesso otto omicidi. Secondo i giudici non c’è pericolo di fuga, e in carcere Maniero rischierebbe la vita avendo fatto arrestare con il suo pentimento altri mafiosi.

Gigi Pistilli, attore di teatro e di cinema, si è ucciso nella sua casa milanese. Ha lasciato un biglietto: «Scusa Milva, la notizia di oggi sul giornale è un’infamia». Doveva recitare alle 16, al Teatro Nazionale. E invece dal palco è arrivato l’annuncio: «Lo spettacolo non andrà in scena per il decesso dell’attore Luigi Pistilli». Il cartellone rosso, fuori dal teatro annunciava: «Milva e Gigi Pistilli in La Tosca ovvero Prima dell’alba». Milva e Pistilli erano assieme nello spettacolo. Assieme anche nella vita: fino a qualche tempo fa, quando lei aveva deciso di interrompere la relazione, secondo alcuni amici della coppia; ancora adesso, secondo altri. L’attore è stato trovato impiccato in un armadio della sua camera da letto. Su un mobile, il biglietto indirizzato a Milva.

«Nato a Grosseto nel 1929, Pistilli cominciò la carriera d’attore nel 1955, al Piccolo di Milano. In cinque anni trascorsi sul palcoscenico di via Rovello, guidato da Giorgio Strehler, interpretò in ruoli secondari Brecht, Zavattini, Dùrrenmatt e soprattutto partecipò all’ormai mitica edizione del Nost Milan di Bertolazzi. Dovette aspettare il 1962 per ottenere una parte da protagonista. Avvenne allo Stabile di Bologna con il Brecht di Tamburi nella notte: una parentesi felice prima di tornare nella compagnia del Piccolo, con la quale avrebbe continuato un lavoro intenso non solo sull’immancabile Brecht (Santa Giovanna dei macelli), ma anche su autori a noi più vicini. Interpretò per esempio, nel 1970, I mafiosi di Leonardo Sciascia e, soprattutto, Lulu di Wedekind con la regia di Patrice Chéreau, spettacolo che sarebbe poi passato in televisione. Fu con l’insieme di queste prove che Pistilli maturò la sua fisionomia artistica e rivelò quella duttilità che sarebbe stata la forza del suo mestiere. A ripercorrere l’elenco degli spettacoli ai quali prese parte, si ha l’impressione che nulla gli fosse impossibile» [Sta].

 

Trenta anni fa

Domenica 21 aprile 1991. Scontro tra Cgil e Confindustria sulla riduzione dei minimi salariali nel Sud per rilanciare l’occupazione. Cisl e Uil si dicono invece disposte a trattare.

In Germania il cancelliere Kohl perde in Renania-Palatinato, il suo land oramai conquistato dalla Spd. Era da 44 anni che qui la Cdu era al potere.

 

Quaranta anni fa

Martedì 21 aprile 1981. Ancora una giornata di sangue in Libano. A Beirut le artiglierie hanno tuonato tutto il giorno, malgrado un «cessate il fuoco» ordinato dal presidente Sarkis e dal premier Wazzan. I morti sarebbero 21, tra i quali tre soldati feriti che erano su un’ambulanza centrata da una cannonata. L’aeroporto, colpito da alcuni proiettili israeliani, è stato chiuso al traffico; tre apparecchi, uno dei quali a luci spente, sono ugualmente partiti, carichi di fuggiaschi. Sulla capitale cade una bomba al minuto [Sta].

«Xiao Wang (lei) e Yan Tieshan (lui) si amavano teneramente. Ma il padre di lei, un funzionario del partito e dell’amministrazione dello Stato, non era d’accordo. Come condizione per concedere la mano della figlia, egli aveva chiesto che Yan le comperasse nove abiti di lana, un orologio da polso, una bicicletta e una macchina per cucire, che la facesse trasferire dalla fabbrica in periferia, dove entrambi lavoravano, a una in centro e che regalasse a lui (il suocero) 600 yuan (poco più di 360 mila lire)». Così il povero operaio Yan, che non era in grado di soddisfare nemmeno una delle richieste del futuro suocero, si è suicidato.

 

Sessanta anni fa

Venerdì 21 aprile 1961. «Il presidente Kennedy si è rifiutato, nella sua odierna conferenza-stampa, di fare nuove dichiarazioni su Cuba. Il Capo della Casa Bianca non ha risposto a nessuna delle domande che gli sono state rivolte in merito ai rifornimenti di armi e munizioni alle forze d’invasione e tanto meno alla tattica seguita durante gli sbarchi nell’isola. Ha soltanto detto che il governo di Washington si sta consultando con quelli delle repubbliche americane circa l’atteggiamento da tenere in futuro nei confronti del regime di Fidel Castro. Gli altri punti toccati dal Presidente nella sua conferenza-stampa riguardavano sostanzialmente il Laos [“spera nei negoziati”], i rapporti con la Russia [“gli Stati Uniti sono sempre disposti a trattare”] e la gara spaziale [“sarebbe stolto da parte degli Stati Uniti tentare, con i mezzi attualmente a disposizione, di competere con l’Unione Sovietica”]» [Sta].

 

Settanta anni fa

Sabato 21 aprile 1951. «Sfibrato dal massacrante omaggio dei newyorkesi, il generale Mac Arthur si è chiuso nel suo appartamento del Waldorf Astoria - che è quello normalmente occupato dal Presidente - deciso a riposare e a prepararsi alle nuove e più serie fasi della battaglia con l’Amministrazione. Da parte sua il presidente Truman, fischiato ieri dalla folla all’inaugurazione della stagione di baseball, è salpato con pochi intimi sullo yacht Williamsburg per una crociera di due giorni. Ma, impersonandosi in un famoso giornalista, il diavolo sconvolse i piani di riposo dei due principali attori, degli spettatori e naturalmente degli stremati giornalisti. Antonio Leviero sino a poco tempo fa capo corrispondente del New York Times alla Casa Bianca, ha pubblicato sul suo giornale, e coll’autorità di fonti documentate, un resoconto autentico di quel che Truman e Mac Arthur si dissero e decisero all’atollo di Wake, a metà ottobre».

Il rapporto rimette in discussioni il prestigio di Mac Arthur.

 

Ottanta anni fa

Lunedì 21 aprile 1941. Grecia. La divisione corazzata SS Adolf Hitler occupa Giànnina, alle spalle dello schieramento greco contro gli italiani.

A Làrisa, presso il comando della 12a armata tedesca (von List), i plenipotenziari greci firmano la capitolazione. Sedici divisioni depongono le armi. La notizia riempie di sdegno Mussolini. Per ordine di Hitler, la cerimonia verrà ripetuta, con l’intervento di un rappresentante italiano, due giorni dopo in una villa nei pressi di Salonicco.

Africa settentrionale. Forze navali inglesi provenienti da Malta e da Alessandria d’Egitto bombardano il porto di Bengasi.

 

Novanta anni fa

Martedì 21 aprile 1931. Il re Alfonso XIII di Spagna sbarca a Dover, prima tappa del suo esilio.

 

Cento anni fa

Giovedì 21 aprile 1921. A Pavia il ventiduenne Ferruccio Ghinaglia, studente di medicina e segretario provinciale del Pci, nonché comandante cittadino degli Arditi del popolo, muore in un agguato tesogli da quattro squadristi [Franzinelli].

Danneggiate nel bolognese le Camere del lavoro di Granarolo e di Camugnano e il circolo di Riola. Distrutta la Camera del lavoro e occupato il municipio di Mestre (Ve). Incendiato il circolo socialista di San Damiano al Colle (Pv) e ucciso un difensore [Franzinelli].

 

Centodieci anni fa

Venerdì 21 aprile 1911. A Roma si inaugura la Mostra delle regioni italiane. «Alle ore otto di stamane il cannone dall’alto del Gianicolo ha salutato con ripetuti colpi il Natale di Roma. Subito dopo dalla Torre del Campidoglio, tutta adorna di artistici arazzi, suonarono le grandi campane a festa. Fino dalle prime ore del mattino l’animazione era già viva per le vie di Roma. I trams uscivano dal loro deposito pavesati con bandierine. Anche sulle carrozzelle sventolavano le bandierine dai colori nazionali e municipali. Tutti gli edifici pubblici e moltissimi privati hanno esposto la bandiera nazionale. Alle ore sette una grande folla si dirige verso Piazza d’Armi. Sono cortei di associazioni, di ricreatori, gruppi di scolaresche che procedono verso Piazza d’Armi con la musica […] Roma è avvolta dal suo splendido sole primaverile, appena velato da qualche leggera nuvola che passa sul cielo azzurro purissimo. La folla si addensa lungo il percorso, segnato dalla caratteristica arena gialla e festante di gonfaloni e bandiere, per cui dovrà passare il corteo reale».

La Piazza d’Armi era un vasto quadrilatero in pianura delimitato dagli attuali Viali Carso, Angelico, delle Milizie e parte del Lungotevere delle Armi

 

Centoventi anni fa

Domenica 21 aprile 1901. È inaugurata a Roma, a palazzo Giustiniani, la nuova sede del Grande Oriente Massonico. Sono invitati anche la stampa e i non iniziati. Il Gran Maestro Ernesto Nathan fa una conferenza apologetica sulla Massoneria e sui suoi fini.

A Civitavecchia sciopero del personale di bordo dei piroscafi mercantili: ma qui gli scioperanti sono dichiarati disertori e denunziati all’autorità giudiziaria.

Ad Algeri, tumulti sanguinosi provocati dal sindaco antisemita Max Régis.

A Sofia si aduna il Congresso Macedonico.

 

Centoquaranta anni fa

Venerdì 21 aprile 1881. A Milano, nella sede della Società per l’Esplorazione dell’Africa, è conferita la medaglia d’oro all’esploratore Gustavo Bianchi. Sono presenti molte autorità (Comandini).

 

Centocinquanta anni fa

Sabato 21 aprile 1871. A Roma, festosa celebrazione del Natale di Roma: la città è tutta imbandierata. La Società editrice Romana per il fausto anniversario invia al Re un magnifico Album contenente 12 grandi litografie eseguite da valenti artisti (Comandini).

 

Centosessanta anni fa

Domenica 21 aprile 1861. «Generale, fui vostro amico, quando l’esserlo era biasimato. Ma voi non siete il Garibaldi che amai. Non sono più vostro amico, passo nelle fila degli avversari vostri». Così il generale Enrico Cialdini scrive domenica 21 aprile 1861 a Giuseppe Garibaldi. «Schiettamente - dice - applaudii i trionfi vostri». Ma lo sprezzante tono di Garibaldi alla Camera lo ha disgustato: «Voi osate mettervi al livello del Re, parlandone coll’affettata familiarità d’un camerata. Voi intendete collocarvi al disopra degli usi, presentandovi alla Camera in un costume stranissimo (il poncho), al disopra del governo, dicendone traditori i ministri perché a voi non devoti; al disopra del Parlamento, colmando di vituperi i deputati che non pensano a modo vostro». «Ebbene - prosegue Cialdini - vi sono uomini non disposti a sopportare tutto ciò e io sono con loro. Nemico di ogni tirannia, nera o rossa che sia, combatterò anche la vostra. Mi sono noti gli ordini dati da voi per riceverci negli Abruzzi a fucilate. [...] Generale, voi compieste una grande e meravigliosa impresa. Avete ragione di menarne vanto, ma avete torto di esagerarne i veri risultati. Voi eravate sul Volturno in pessime condizioni, quando arrivammo. Capua, Gaeta, Messina e Civitella, non caddero per opera vostra, e 56 mila borbonici furono battuti da noi, non da voi» [Lupo, Sta].

«Berlino. Mi sono alzato alle 5. Per tutto il viaggio sano e allegro. Un poeta vis-à-vis, poi un proprietario mecklemburghese con bagagli e un anello, terzo un renano sciatto. Bocca. La gioventù non è tutta rose. Auerbach! Un uomo gradevolissimo. Ein Licht mir aufgegangen. I suoi racconti sul giurato, sulla prima impressione della natura Versöhnungs Abend, su Klauser, il pastore del cristianesimo. Come lo spirito dell’umanità, al di sopra del quale non c’è nulla. Legge versi meravigliosamente. A proposito della musica come pflichtloser Genuss. A suo parere, una svolta verso la corruzione. Ha quarantanove anni, è franco, giovane, fiducioso. Non un poeta della negazione» [dai diari di Lev Tolstoj].

 

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