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![]() A cura della redazione - 24 aprile 2021 Elena Ferrante: la versione di Beatrice
È dedicata alla donna amata da Dante l'appassionata rilettura, firmata da Elena Ferrante, in copertina sul nuovo Robinson in edicola oggi con Repubblica. Un saggio inedito in cui la scrittrice italiana contemporanea più amata in Italia e all'estero ci racconta "la versione di Beatrice". Ripercorrendo opere e parole di Dante, Ferrante fa un'analisi personalissima e appassionata di come, lungi dall'essere una musa silenziosa, Beatrice diventi nella Commedia la voce dell'intelligenza femminile, capace di parlarci a sette secoli dalla scomparsa di chi la volle immortale. Oltre alle recensioni delle novità editoriali e allo spazio dedicato all'autore da riscoprire (Gian Carlo Fusco, giornalista e scrittore ma anche avventuriero, soldato, pugile, attore, di cui ci racconta tutto Paolo Mauri) in questo numero ospitiamo un ricordo speciale: alla vigilia del 25 Aprile, "che si scrive ancora maiuscolo", Maurizio Maggiani torna indietro nelle memorie della giovinezza per raccontarci la sua festa della Liberazione. Potete scriverci a robinson@repubblica.it e seguirci sui nostri social: Instagram (robinson_repubblica) e Twitter (Robinson_Rep). Festival ![]() Le opere dei grandi maestri raccontate da scrittori e intellettuali di oggi. Per le Lezioni di letteratura ideate dalla Fondazione De Sanctis e dalla Fondazione Musica per Roma, online (su auditoriumplus.com) fino al 14 luglio, si comincia da Corrado Augias e i Promessi Sposi: Annarita Briganti ci illustra ospiti e temi della rassegna. Arte Il 29 aprile dello scorso anno moriva Germano Celant, grande curatore e direttore di Biennale. Robinson lo ricorda con un contributo di Cecilia Alemani, direttrice della prossima Biennale d'Arte, con un testo in esclusiva in cui lo stesso Germano Celant racconta la sua rivoluzione artistica e l'arte di fare le mostre: "L'opera non è un pacco che viaggia da una sede all'altra, ma è un'entità nomade che deve adattarsi alle risorse offerte dal luogo". Sempre nelle nostre pagine dedicate all'Arte, Antonio Rocca racconta il suo viaggio in Umbria, sulle tracce di Beverly Pepper. L'artista americana (1922-2020) aveva scelto l'Italia come sua nazione d'elezione. E a Todi, in particolare, ha lasciato una serie di opere monumentali, che si integrano nel paesaggio. Libri per ragazze e ragazzi
Una scrittrice di successo per adulti, Zadie Smith, si tuffa nel mondo fatato della letteratura per bambini, aiutata dal marito e collega, Nick Laird, e da un’illustratrice di talento, Magenta Fox: il risultato è Stramba, splendido volume illustrato in uscita da Mondadori, e a cui dedichiamo la nostra pagina sui libri per ragazze e ragazzi. A illustrare il progetto, nell’articolo di Claudia Morgoglione, sono loro, Zadie e Nick: raccontano com’è nato, ma anche la grande bellezza dell’editoria per i più piccini e il significato del titolo (Weirdo, in inglese) che già da solo è un inno all’originalità e alla non omologazione (qui sopra, un’illustrazione di Magenta Fox tratta dal libro). Fumetti ![]()
Intervista d'eccezione questa settimana: Simonetta Fiori ripercorre con Altan la storia di come nacque Ada, l'eroina britannica che, a partire da un’eredità e dalla ricerca di un lontano cugino, ci introduce in un mondo di avventure esotiche all’alba della Seconda guerra mondiale. Un feuilleton irriverente e rocambolesco in tredici puntate, tra viaggi in Africa, spie, fanatici nazisti e intrighi internazionali, banane, scimmie, filodendri e tanti soldi. Altan fa il verso ai grandi classici letterari e cinematografici dell’Avventura, con un romanzo che si diverte a riempire delle sue densissime vignette e a definire di volta in volta “moralistico”, “rassicurante” e “amaro”. Con un fatto importante: la protagonista è una donna, libera e completamente padrona di se stessa, irriverente e fuori da qualsiasi stereotipo. Spettacoli In occasione dell'uscita di Assembly, una raccolta di inediti e rarità di Joe Strummer, vi proponiamo una rara intervista con la moglie Lucinda Tait, depositaria del suo archivio. Parlando con Luca Valtorta, Lucinda racconta un altro aspetto del frontman dei Clash: quello più intimo e familiare: come passava i suoi giorni, le passeggiate con gli amati cani e... i suoi gusti culinari! L'altra faccia, insomma, del frontman della più importante punk band della storia, "the only band that matters" come i Clash venivano definiti dai loro fan di ogni parte del mondo. In particolare viene sottolineata l'importanza dei Clash in Italia dove, nel 1980, tennero un concerto gratuito davanti a più di 20mila persone di cui parlarono tutte le televisioni e i giornali. Arrivava infatti a interrompere la lunga assenza degli artisti stranieri dal nostro paese a causa delle contestazioni subite gli anni precedenti da Led Zeppelin, Lou Reed e Santana. A questa storia è appena stato dedicato anche un libro intitolato: Bologna 1980. Il concerto dei Clash in Piazza Maggiore nell'anno che cambiò l'Italia. Infine, Lucinda racconta anche che "Joe aveva ricominciato a scambiarsi idee con Mick Jones e Paul Simonon (chitarrista e bassista della band) e forse...". Il resto su Robinson. Straparlando ![]() Questa settimana, per lo Straparlando, Antonio Gnoli dialoga con Paolo Cangelosi. Che attraverso il racconto della sua vita, dall'incontro a dieci anni con Fu Han Tong e con le arti marziali come passione assoluta, fino ai viaggi in Oriente, racconta come è diventato uno dei grandi maestri del Kung Fu. Il nostro torneo letterario Chi sono i magnifici otto che si sfidano ancora per la palma di autore americano più amato dai giudici del nostro torneo? Chi è stato escluso a sorpresa? Scopritelo sulle pagine di Robinson. Cosa si è messa in testa di Michele Smargiassi Lo inventò il mondo mediterraneo ben prima dell'Islam, lo portava Penelope, lo adottò poi il cristianesimo per distinguersi dal paganesimo. Il velo fa parte della storia dell’Occidente, ma ce lo siamo dimenticato. Alcune donne musulmane aprono a Bologna un negozio di veli per hijab, ed esplode la polemica: vergogna!, è un simbolo di oppressione! Sicuramente è anche questo, ma proibire forse non serve, c’è un altro modo per liberarsi dai simboli del patriarcato, e le donne della nostra parte di mondo lo trovarono: dal Cinquecento in poi le “scuffiare” fiorentine cominciarono a fare del velo un accessorio elegante, e senza bisogno di vietare o di strappare il velo con divieti che lo avrebbero sacralizzato ancora di più, lo ribaltarono di senso: da imposizione a seduzione. Il velo diventò veletta, foulard, cappellino civettuolo. Leggete questa meravigliosa storia nel saggio A capo coperto di Maria Giuseppina Muzzarelli, storica del costume: capirete che la liberazione delle donne bisogna lasciarla fare alle donne, che non si fermano più quando si mettono in testa una cosa. |
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