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lunedì 3 maggio 2021

 





Clamoroso
Fedez su Instagram ha un numero di follower superiore al numero dei voti presi dal centrodestra alle ultime elezioni [Polito, CdS].
 
In prima pagina
• Caso Fedez, la Lega passa al contrattacco. Il partito di Salvini presenterà al Senato una sua proposta di legge contro l’omofobia per rendere inutile quella del Pd e chiede alla Rai di impugnare il contratto con la società esterna che ha organizzato il concertone del 1° maggio
• Report ha mandato in onda un video in cui si vede Renzi parlare con un agente segreto in un autogrill
• Vicino a Prato una donna di 22 anni, già madre di un bimbo, è stata risucchiata dentro l’ingranaggio di una macchinario nella fabbrica in cui lavorava. È morta prima di poter emettere un grido
• Il dj italiano Davide Masotti, in arte Da Frikkyo, è morto in Francia per una coltellata al fianco. Fermata la compagna
• L’Istat certifica che la popolazione italiana è in calo: 384 mila persone in meno in un anno. A causa del Covid la speranza di vita è scesa a 82 anni
• Ieri ci sono stati altri 256 morti. I ricoverati in terapia intensiva sono 2.490 (-34). Il tasso di positività è al 4,9%. Le persone vaccinate sono 6.348.757 (il 10,64% della popolazione)
• «Valutiamo di estendere il vaccino AstraZeneca agli under 60», dice il commissario Figliuolo
• Il post della Cina sull’India: «Voi avete il fuoco delle pire per il Covid, noi quello del razzo verso lo spazio»
• La Germania si prepara a togliere le restrizioni per i vaccinati. La Gran Bretagna ha raggiunto i 50 milioni di dosi di vaccino somministrate. La Danimarca non somministrerà il vaccino di Johnson & Johnson
• Morte di Vannini, confermate le condanne per la famiglia Ciontoli: 14 anni al padre, nove anni e quattro mesi a moglie e figli
• La Procura di Milano chiede il giudizio immediato per Alberto Genovese per due violenze sessuali e la cessione di droga
• Dopo tre anni di indagini, per la morte di Davide Astori è stato condannato a un anno di carcere il cardiologo Giorgio Galanti
• Tre razzi sono stati lanciati contro la base aerea americana di Balad, a nord di Baghdad
• Bill e Melinda Gates divorzieranno. Erano sposati da 27 anni, hanno tre figli
• A 90 anni Warren Buffett ha designato il successore alla guida di Berkshire Hathaway: è il canadese Greg Abel, attuale vicepresidente
• Torino-Parma 1-0, gli emiliani retrocedono in serie B
• Vincenzo Nibali correrà al Giro d’Italia. Ha avuto il via libera dei medici, dopo la frattura del polso del 14 aprile
 
Titoli
Corriere della Sera: Vaccini, l’Italia a due velocità
la Repubblica: Rai, niente riforma prima del cambio dei vertici
La Stampa: «Pagheremo tutti l’errore di Milano»
Il Sole 24 Ore: Fondo perduto, aiuti per 14 miliardi / Moratoria dei presiti, proroga con limiti
Avvenire: Odissee in mare
Il Messaggero: L’Europa: riaprire sul turismo / Italia in ritardo sul Covid pass
Il Giornale: Indagati i pm di Milano / E rischia anche Davigo
Leggo: Ristori potenziati e più smart working / Ecco i sostegni bis
Qn: Contrordine: AstraZeneca per tutti
Il Fatto: Beccato con lo spione / Renzi spara a Report
Libero: Omosessuali alla riscossa
La Verità: Il verbale che fa tremare politici, giudici e il Colle
Il Mattino: Mezza Campania in zona rossa
il Quotidiano del Sud: Un’autostrada senza caselli
il manifesto: Botta di classe
Domani: Ecco le regole di “Ungheria” / Tra cene,
 “sverginati” e trame
Delitti e suicidi
Davide Masotti, dj modenese di anni 49, nome d’arte Da Frikkyo, martedì notte è stato accoltellato al fianco nella sua casa di Saint-Michel-de-Castelnau, paesino di 245 anime in Nuova Aquitania, nel sud est della Francia, dove s’era trasferito due anni fa con la compagna Anna, triestina di anni 38, e i due figli. All’arrivo dei soccorsi, intorno a mezzanotte, Masotti era già morto. La compagna è in custodia giudiziaria con l’accusa di omicidio volontario. Lei respinge le accuse e sostiene che Masotti si sia ferito da solo.
«L’ha uccisa e fatta a pezzi, poi ha messo i resti in sacchetti di plastica, li ha caricati in macchina e infine li ha buttati in un cassonetto della spazzatura lungo viale Togliatti, alla periferia di Bologna, dalla parte opposta della città dove lui abitava. Poche ore dopo, Jacques Ngouenet, 43 anni, ha deciso di farla finita impiccandosi nella sua camera. La vittima è Emma Pezemo, 31 anni, originaria del Camerun come il suo assassino. Lei, laureata alla triennale, sognava di diventare infermiera e da alcuni mesi frequentava un corso per operatori sociosanitari. La polizia si è messa in movimento ieri mattina, quando alcune amiche della ragazza hanno chiamato il 113 per segnalare che Emma non aveva fatto rientro allo studentato in cui viveva. Preoccupate, hanno aggiunto che il pomeriggio precedente la 31enne doveva incontrarsi con il fidanzato. Loro, non avendo più notizie, la sera lo avevano chiamato e l’uomo, con un tono poco sbrigativo, aveva confermato di averla vista in serata e di stare tranquille perché sarebbe arrivata a momenti. La polizia è andata a trovarlo al centro servizi Papa XXIII di viale Roma, dove aveva una camera. Ed è nella sua stanza che gli agenti l’hanno trovato impiccato. Sul tavolo solo un biglietto nel quale ha scritto: “Non preoccupatevi del corpo di Emma”. Poi altre frasi che facevano riferimento alla loro storia e “ai tanti soldi spesi per lei”. Parole sconnesse. Jacques Ngouenet viveva di piccoli lavoretti ed era in cura per problemi psichiatrici. In passato aveva tentato il suicidio bevendo dell’acido» [Baldessarro, Rep].
Amori
Bill e Melinda Gates divorziano. Il co-fondatore di Microsoft, 65 anni, secondo uomo più ricco al mondo, 108 miliardi di dollari di patrimonio, di cui 27 donati in beneficienza, ha dato l’annuncio su Twitter: «Dopo molte riflessioni e molto lavoro sulla nostra relazione, abbiamo deciso di porre fine al nostro matrimonio. Negli ultimi 27 anni abbiamo cresciuto tre figli incredibili e costruito una fondazione che lavora ovunque per consentire a tutti di condurre una vita più sana e produttiva. Abbiamo continuato a credere con convinzione in quella missione e continueremo a lavorare insieme alla fondazione. Ma abbiamo capito di non poter più credere in noi come coppia, di non poter crescere oltre in questa fase della vita. Chiediamo spazio e privacy per la nostra famiglia, perché per ora navigheremo a vista in questa nuova vita». Domande ancora senza risposta: perché si lasciano? Lui ha un’altra donna? Lei ha un altro uomo? Come si divideranno la Bill and Melinda Gates Foundation, che ha al suo attivo 51 miliardi di attività? [Lombardi, Rep].
«Una coppia gay che si abbraccia e si scambia affettuosità su una panchina. Dall’alto, un telefonino filma la scena. Il video finisce su YouTube con il titolo Reggio, ricchioni sul lungomare. È successo il primo maggio a Reggio Calabria. A postare il filmato, sul suo canale, è stato Luciano Suraci, fondatore del Popolo di Archi, movimento nato per la vivibilità dell’omonimo quartiere. Nel montaggio su YouTube, sotto le immagini dei due ragazzi immortalati a loro insaputa ci sono didascalie omofobe e volgari quanto il titolo: per esempio, “speriamo che guariscano da questa atroce malattia”. E poi la scritta delirante “ricchioni, trans, drogati, alcolizzati, omicidi e suicidi”» [Berizzi, Rep].




C’era una volta

Dieci anni fa
Giovedì 5 maggio 2011. «Berlusconi nomina nove nuovi sottosegretari per premiare i passaggi di campo di quattro ex Fli (il partito di Fini) e quattro Responsabili di provenienza varia (tra i neo nominati c’è un solo pidiellino, Antonio Gentile, spedito all’Economia). Ora il governo è composto da 64 membri, meno rispetto a quelli del governo Prodi (erano 103) ma superiore di numero ai 60 previsti dalla legge. Perciò, per mettere a posto le cose, ci vorrà un decreto legge. Da Napolitano arriva però una reprimenda: il Presidente, pur riconoscendo a Berlusconi il diritto di fare quello che ha fatto, sottolinea che a questo punto il governo gode di una maggioranza diversa da quella uscita dalle elezioni e quindi farebbe bene ad andare in Parlamento a riferire. Bossi, a sorpresa, si dice d’accordo con Napolitano» [Cinquantamila.it].
Hanno portato Callisto Tanzi in galera. «I finanzieri hanno bussato al citofono della sua villa ad Alberi di Vigatto (Parma) intorno alle tre e mezza del pomeriggio. “Signora, siamo della Guardia di Finanza”. Sono entrati a bordo di due grandi Suv e hanno mostrato l’ordine di carcerazione, firmato dal procuratore generale di Milano, Carmen Manfredda. Tanzi, in pullover rosso, si è meravigliato: “Sono sorpreso, non mi aspettavo che mi mandassero in carcere. Pensavo accogliessero la sospensiva”. Gli avvocati difensori avevano chiesto infatti di fargli scontare gli otto anni di pena a casa, cioè nella villa con piscina. Motivo: ha 73 anni e, per i condannati ultrasettantenni, è possibile predisporre un regime di reclusione diverso dal penitenziario» [Dell’Arti, Gazzetta].

Venti anni fa
Sabato 5 maggio 2001. Guerra in Macedonia. Scontri sempre più forti tra i guerriglieri della minoranza albanese e le truppe governative macedoni, che impiegano carri armati ed elicotteri d’assalto.
Vincent Bolloré, il finanziere francese che con Antoine Bemheim entra in Mediobanca attraverso la Consortium, spiega al Corriere la sua strategia: «Consortium è un investimento redditizio perché vuol dire Mediobanca, società molto ben gestita nel cuore della finanza italiana. Questo, inoltre, è un modo per entrare nel vostro Paese». Di sé dice: «Sono un industriale. La mia ultima scommessa è una nuova batteria per l’auto elettrica».
Duecentomila foche sono rimaste intrappolate nel Mar Bianco. Le temperature troppo rigide hanno mantenuto intatta la cortina di ghiaccio e ora agli animali resta cibo per meno di un mese: oltre metà delle foche potrebbe morire.

Venticinque anni fa
Domenica 5 maggio 1996. Berlusconi da Palermo candida Cossiga alla presidenza del Senato.
«Uno dei nuovi boss, Salvatore Cucuzza, fedelissimo di Totò Riina e capo mandamento di Porta Nuova, è stato arrestato in una palazzina della borgata Cruillas. Con Aglieri, Brusca e Provenzano, era uno dei super-latitanti di Cosa Nostra. Cucuzza aveva scalato la gerarchia mafiosa dopo avere partecipato all’assassinio del segretario regionale Pio La Torre» [CdS].
«Tramonta il sogno di una nuova Grande Prussia. I tedeschi dell’ex Ddr hanno bocciato con un referendum la fusione tra Berlino e il Land orientale del Brandeburgo, riproponendo l’invisibile muro politico e sociale che a cinque anni dalla riunificazione lacera ancora la Germania. È un altro, allarmante segnale del malessere dei figli dell’Est che hanno seguito i consigli dei neo-comunisti: “Di riunificazione ce ne basta una”, dice il Pds. A Berlino, secondo le proiezioni, poco meno del 57% degli elettori si è detto favorevole alla fusione mentre oltre il 41% ha votato contro» [CdS].
Eugenio Scalfari lascia la direzione di Repubblica.

Quaranta anni fa
Martedì 5 maggio 1981. Bobby Sands, 27 anni, terrorista dell’Ira si è spento alle 2.17 di questa notte nell’infermeria del carcere di Maze a Long Kesh (Irlanda) dopo 65 giorni di penosa agonia in seguitò allo sciopero della fame iniziato il 1° marzo. Voleva gli tosse riconosciuto lo status di prigioniero politico. Al momento della morte, erano accanto a lui i genitori e il fratello. Bobby Sands stringeva nelle mani il crocefisso d’oro, che gli era stato donato dal messo di papa Wojtyla. Giaceva su un materasso pieno d’acqua avvolto in una pelle di pecora. Ormai pesava 35 chili. Dopo l’annuncio della fine, centinaia di giovani sono scesi per le strade urlando «Bobby, Bobby». Nel quartiere di Falls Road, dove decine di giovani manifestanti, dal pomeriggio di ieri, hanno continuato a scontrarsi con le forze dell’ordine. Raffiche dl pallottole di gomma sono state sparate dai soldati inglesi. I responsabili dell’Ira invitano alla calma. Intanto altri tre detenuti che stanno digiunando sono gravi.
«Le presidenziali francesi hanno toccato il culmine, ieri sera, col faccia a faccia televisivo Giscard-Mitterrand. Un colossale spettacolo per trentadue milioni di telespettatori, inchiodati per centodieci minuti davanti ai tre canali che trasmettevano simultaneamente». Il duello, per il momento, sembra essere vinto da Mitterrand che è risultato più brillate del suo avversario
Il generale Dalla Chiesa querela l’Espresso: non ha mai fatto parte della massoneria, come insinuato dal settimanale. Ha soltanto indagato cinque anni fa sulla Loggia P2 nell’eventualità che vi potesse essere iscritto qualcuno a lui vicino. Lo fece soltanto dopo aver informato «chi di dovere».

Cinquanta anni fa
Mercoledì 5 maggio 1971. A Palermo, il procuratore della repubblica Pietro Scaglione, 65 anni, e l’appuntato Antonio Lo Russo, 41 anni, vengono uccisi per ordine di di Totò Riina. Questo omicidio è il primo della guerra allo stato dichiarata dai corleonesi. Scaglione era appena uscito dal cimitero dei Cappuccini dove aveva pregato sulla tomba della moglie ed era salito su una Fiat 1500. Si stava recando in ufficio. Due persone hanno circondato la vettura in via dei Cipressi e freddamente hanno esploso prima venti colpi di pistola, poi una raffica di mitra. Nella confusione che è seguita all’attentato, in un fuggi fuggi generale, gli assassini si sono allontanati a piedi. Tale è stata la rabbia dei malviventi che non è stato risparmiato nemmeno l’autista dell’alto magistrato: è rimasto ucciso sul colpo. Il dottor Scaglione non è spirato subito. Mortalmente ferito è stato soccorso in un estremo tentativo di salvarlo e trasportato all’ ospedale civile della Feliciuzza con un auto di passaggio.
A Brownsville, quartiere di Brooklyn, «gruppi di manifestanti negri e portoricani, in maggioranza giovani, hanno appiccato il fuoco a 150 edifici, per lo più disabitati, hanno ribaltato automobili in sosta lungo le strade, saccheggiato negozi, tentato di bloccare il traffico, scontrandosi più volte con la polizia e i vigili del fuoco. Brownsville è uno dei quartieri più poveri di Brooklyn, forse uno dei più poveri e malandati d’America. Nel quartiere viene mantenuto un servizio di sorveglianza. La Black coalition (coalizione nera), alla quale sembra debba andare la responsabilità degli incidenti, ha smentito ufficialmente qualsiasi partecipazione ai disordini. Oltre che appiccare incendi - come si diceva - i giovani hanno infranto vetrine e saccheggiato negozi, scagliato pietre, bottiglie, immondizie contro gli agenti di polizia. Un franco tiratore ha anche ferito non gravemente, con un colpo di fucile, un agente in automobile».

Sessanta anni fa
Venerdì 5 maggio 1961. Il primo americano nello spazio: Alan Shepard a bordo della capsula Mercury, ribattezzata Freedom 7, issata sulla cima di un razzo Redstone-Mercury. Effettua un volo suborbitale che gli permette di raggiungere l’altitudine di 185 km. Volo della durata di 15 minuti. «Ore 9.34 locali (corrispondenti alle 15.34 italiane). Il missile si è levato lentamente con un grande boato ed è quindi scomparso rapidamente lasciando una scia rossastra. A 15 km dal decollo la velocità era di circa 2.500 km. orari. A 30 km, la velocità era salita a 5.280 km orari. Il lancio è stato accolto con grandi applausi dagli invitati che assistevano alla partenza. Le condizioni meteorologiche appaiono eccellenti. La prima segnalazione di Shepard è stata: “Spettacolo meraviglioso”. La capsula si è separata dal razzo a 145 m. di quota e Shepard è divenuto il primo astronauta americano nello spazio» [Ansa]. «Completata la fase parabolica ascendente, la navicella ha puntato di nuovo verso Terra. E si è aperto il primo paracadute. Dopo che il pilota aveva comunicato l’apertura del paracadute principale, si apprendeva che la navicella era, 660 secondi dopo il lancio, a duemila metri di quota e scendeva verso il mare» [CdS]. «Il paracadute principale della capsula si è aperto. La portaerei Champlain segnala di avere avvistato la capsula. La capsula dell’astronauta Shepard ha toccato la superficie dell’acqua a sei km da una nave. Il volo si è compiuto con esito soddisfacente. Il comandante Alan Shepard è uscito dalla capsula con i propri mezzi senza bisogno di aiuto» [U.P.]. Alle 16.15 la nave-appoggio alza sul pennone il vessillo nazionale in segno di giubilo. «Shepard rimarrà due o tre ore a bordo della portaerei Champlain; poi sarà sbarcato in una delle isolo Bahamas dove rimarrà 48 ore in osservazione medica. Quindi andrà a Washington dove sarà ricevuto e decorato da Kennedy» [CdS].
A Gerusalemme continua il processo Eichmann: «Episodi di orrore ed episodi di eroismo si alternano davanti alla Corte di Gerusalemme dove si succedono i testimoni citati dall’accusa per documentare implacabilmente le atrocità naziste e di Adolf Eichmann, il ragioniere del genocidio. Con particolare ferocia i nazisti si sono accaniti contro i bambini. Volevano sterminarli per evitare che la Nazione ebraica potesse riaversi. Il dottor Peretz ha ricordato che “un giorno a Kovno, i nazisti deportarono oltre 2400 bimbi. Gli altoparlanti suonavano assordanti musiche per coprire le disperate grida dei piccoli portati in camion nei campi della morte. Le madri si slanciavano per trattenerli. Le SS aizzavano allora i famelici cani lupo contro le poverette che piangendo imploravano “dateci i figli”. Ne ho viste a decine morire sbranate vive”. Un giorno — ha ricordato il teste — i tedeschi dissero a mille bambini “Venite con noi, a fare colazione. I bimbi sono partiti in camion. Non sono più tornati. Una madre che aveva compreso la tragica fine dei piccoli si è gettata davanti ad un autocarro perché non partisse. Ma è stata schiacciata”» [CdS].
«Elisabetta II, sovrana del Regno Unito di Gran Bretagna e dell’Irlanda del Nord, si è accomiatata questa mattina, con il principe Filippo, duca di Edimburgo, dal Presidente della Repubblica. Si è conclusa così la visita di Stato che l’augusta Regina ha compiuto a Roma, a trentotto anni di distanza dalla analoga visita compiuta dal suo predecessore Giorgio V e dalla regina Mary esattamente il 7 maggio del 1923. Il commiato ha avuto luogo al Quirinale alle 9.30. Gli illustri ospiti hanno salutato il Presidente della Repubblica, la signora Gronchi, le altre alte autorità politiche e militari italiane. Dopo il congedo dal Quirinale, un’altra importante cerimonia ha visto però impegnata la Regina d’Inghilterra, la visita in Vaticano a Giovanni XXIII. È l’avvenimento di maggior rilievo della giornata odierna e praticamente di tutto l’ulteriore soggiorno di Elisabetta sul suolo italiano. L’udienza del Papa si svolge con il cerimoniale riservato ai Capi di Stato non cattolici. La Regina è già stata in Vaticano, in occasione della sua visita in Italia del 1951. Allora fu ricevuta da Papa Pio XII, ed era ancora principessa. Ora è la prima volta nella storia del Regno Unito che una Sovrana è ricevuta in Vaticano, in quanto in precedenza soltanto due re hanno reso omaggio ad un Pontefice: esattamente il bisnonno di Elisabetta, Edoardo VII, che si incontrò con Leone XIII nel 1903, e il nonno Giorgio V, che rese omaggio a Pio XI quando venne in Italia nel 1923. In proposito si ricorda che Pio XI donò alla regina Mary duecento magnifiche rose dei propri giardini […]. L’udienza solenne dura circa venti minuti. Il colloquio avviene in lingua francese, ed in francese il Papa pronuncia il discorso. Al termine dell’udienza viene presentato al Pontefice il seguito, mentre i reali ed il Papa si scambiano i doni, e ai componenti il corteo vengono offerte medaglie. La visita si conclude con il ritorno del corteo nella sede della Legazione britannica in via della Camilluccia. Qui, poco dopo, il cardinale Tardini, segretario di Stato, restituisce la visita e più tardi ha luogo una colazione-ricevimento. Sono ospiti di Elisabetta venticinque cardinali, tra i quali Fernando Cento, che assisté all’incoronazione della sovrana, e Giuseppe Pizzardo, che fu presente a quella di Giorgio VI. Nel primo pomeriggio la regina ed il duca torneranno in Vaticano, ma in forma strettamente privata, per visitare l’appartamento dei Borgia e le Stanze di Raffaello. Dal Vaticano la coppia reale raggiungerà direttamente l’aeroporto Leonardo da Vinci, a Fiumicino, dove prenderà posto con il seguito sul Comet che la condurrà ad Ancona» [CdS]. La loro permanenza in Italia si protrarrà fino alle ore 20 di martedì 9 maggio, quando Elisabetta II, il duca di Edimburgo ed il numeroso seguito prenderanno posto sul Comet reale che li ricondurrà in Gran Bretagna.
Anziché sedere sul trono il papa ha preferito una poltrona per accomodarsi al fianco dei suoi ospiti. Poi per una conversazione più intima con la regina e il principe consorte li ha invitati nella sua biblioteca.
Muore a 59 anni Anita Stewart, regina del cinema muto americano. La carriera di Anita Stewart, che nel 1929 aveva sposato George Converse, venne troncata dall’avvento del sonoro, per quanto l’attrice avesse una bella voce che le permise di iniziare una nuova carriera come cantante di vaudeville. Aveva ottenuto la fama interpretando la parte principale del film La Dea, ma ebbe ruoli di primo piano in decine di altri film.

Ottanta anni fa
Lunedì 5 maggio 1941. Africa Orientale italiana. Nel 5° anniversario dell’occupazione italiana di Addis Abeba, l’imperatore d’Etiopia Hailé Selassié rientra in trionfo nella sua capitale [Salmaggi e Pallavisini].
Creta. Il gen. Freyberg informa Churchill che ritiene possibile respingere un tentativo di invasione dell’isola per via mare o mediante paracadutisti a patto che gli vengano forniti in misura adeguata artiglierie, carri armati, automezzi e aerei da caccia. La RAF, dopo le gravi perdite subite in Grecia, si oppone allo stabilimento di basi permanenti a Creta: fornirà l’appoggio aereo dalle basi dell’Africa settentrionale. La Royal Navy, sfidando la minaccia della Luftwaffe, riesce a trasportare nell’isola 16 carri leggeri e 6 autoblindo. A nessuno sfugge l’importanza strategica di Creta, distante 1.000 chilometri da Alessandria d’Egitto e poco piu di 300 da Tobruk. I britannici temono per l’Africa, i tedeschi la minaccia aerea che, da Creta, si profilerebbe per i pozzi petroliferi di Ploesti [Salmaggi e Pallavisini].
«Nell’odierna seduta straordinaria del Reichstag, il Führer ha iniziato il suo discorso facendo un ampio resoconto degli avvenimenti intercorsi dall’ultima seduta del Reichstag del luglio 1940, prospettando poi, in maniera convincente, gli sviluppi di un avvenire che la volontà di vittoria della Germania sta preparando» [CdS].
«La lettera di Farinacci per Hitler non partirà più. Il Duce è soddisfatto delle dichiarazioni del Führer e poi non gli era piaciuta l’introduzione della lettera di Farinacci, che aveva esaltato la sua opera in Albania. Il discorso di Hitler è stato – come sempre – un bel discorso. Sempre più mi piace l’oratoria di quest’uomo, forte e persuasiva. Ma è stato un discorso consuntivo: preventivo, nessuno. Tutti coloro che sulla base di dichiarazioni passate credevano nella fine della guerra per il 1941, hanno provato una grossa amarezza. Per parte mia, di queste speranze ne ho sempre nutrite poche. Per consiglio del Duce, ho scritto una lettera a Serrano Suñer. Felicitazioni per il suo discorso e consigli d’intransigenza.. Palabras y plumas el viento las lleva» [dai Diari di Galeazzo Ciano].

Novanta anni fa
Martedì 5 maggio 1931. Mustafa Kemal è stato rieletto presidente della Turchia. «La quarta legislatura dell’Assemblea nazionale è stata inaugurata. L’Assemblea ha proceduto all’elezione per un periodo quadriennale del Presidente della Repubblica e Kemal è stato rieletto all’unanimità. Il Presidente del Consiglio Ismet pascià darà le sue dimissioni pro forma, ma sarà certamente incaricato di ricostituire il Ministero, che verrà leggermente rimaneggiato» [CdS].

Cento anni fa
Giovedì 5 maggio 1921. Termina a Londra una nuova conferenza sulle riparazioni di guerra che, secondo quanto stabilito dalle Commissione delle riparazioni, fissa in 132 miliardi di marchi il totale dovuto dalla Germania alle potenze vincitrici. Fissati anche i termini del pagamento: rate annuali costituite da una somma fissa di 2 miliardi di marchi oro, più una somma corrispondente al 26 per cento del valore delle esportazioni tedesche nell’anno. Condizioni ultimative, considerate «un’ingiustizia senza eguali» dalla Germania. Il 10 maggio il cancelliere Konstantin Fehrenbach si dimette piuttosto che assecondare il diktat alleato. Gli succede Joseph Wirth, che il 13 maggio infine accetta sotto la minaccia di un’occupazione alleata della Ruhr [Raja, La Grande Guerra].
Nella sua boutique al 13 di Rue Cambon, madame Chanel lancia il primo profumo creato da una donna per le donne, lo Chanel N°5: «Un profumo che sa di donna e non di fiori, perché le donne non vogliono profumare come un letto di rose». L’incontro tra Gabrielle Chanel e Ernest Beaux, profumiere, figlio di un chimico alla corte dello Zar, avvenne a Grasse probabilmente con l’aiuto del di lei amante, Dimitri Pavlovic Romanov. Ernest Beaux aveva messo a punto alcune fragranze e fece scegliere a Gabrielle il suo profumo tra una decina di fialette. Lei scelse la N°5, quella con 80 ingredienti, con il profumo di un giardino sconosciuto (per la prima volta vennero aggiunte in un profumo essenze sintetiche). Ma il nome si lega anche al mese di maggio: «Lancio la mia collezione di abiti il 5 maggio, quinto mese dell’anno, lasciamogli il numero che porta, questo numero 5 gli porterà fortuna». Coco lancia anche una nuova moda tra le confezioni. Ancora una volta vince la semplicità: un flacone essenziale, un blocco ad angoli acuti, con la scritta N°5 Chanel sempre in contrasto nero su bianco. Nel sigillo apposto sul collo, in un cerchio nero, la sigla, doppia C.
Una boccetta da 30 ml del classico profumo Chanel No. 5 - creato nel 1921 e spesso definito la fragranza più celebre della storia - contiene, oltre a tracce di muschio, alcol e altri eccipienti, le essenze oleose altamente concentrate di dodici rose della specie R. centifolia e di circa un migliaio di fiori di gelsomino [Foscale, ItaOg]. Si stima che ad oggi ne siano stati venduti 80 milioni di flaconi.
Il Senato Usa ha approvato all’unanimità, meno un voto, il progetto di legge sull’immigrazione che limita il numero di stranieri che possono essere ammessi negli Stati Uniti. Com’è noto, in base a questa legge, il numero degli stranieri che potranno entrare negli Stati Uniti non dovrà superare il tre per cento di quelli che già vi risiedono» [CdS].
I fascisti uccidono a Luzzara (Reggio Emilia) l’anarchico Riccardo Siliprandi, a Rubiera i comunisti Nino Neviani (sedicenne) e Armando Morselli (trentaduenne) [Franzinelli1].
Muore per un colpo accidentale della propria arma lo squadrista Piero Ranuzzi. Ucciso in scontri di piazza il maresciallo dei carabinieri Pietro Biragi [Franzinelli1].
I fascisti assaltano il circolo socialista cittadino e uccidono Giulio Tandura [Franzinelli1].
Devastata la cooperativa di Fagnano Olona e ucciso a Olgiate il comunista Antonio Visalberghi [Franzinelli1].
Invasi e danneggiati i locali della Lega contadina di Varzi (Pv), dei circoli socialisti di Asigliano Vercellese e di Medicina (Bo), della Camera del lavoro autonoma di Borgo San Donnino, a Parma. Ucciso un comunista dagli squadristi di Moneglia (Ge) [Franzinelli1].
Concluso il funerale del fascista Pacini, le squadre d’azione pisane iniziano la distruzione metodica delle sedi di sinistra ad Arnaccio, Asciano, Bagni di San Giuliano, Cascina, Gello, Orzignano, Ripafratta, San Lorenzo a Pagnatico e San Martino a Ulmiano. [Franzinelli]
Fascisti armati assalgono e danneggiano a Napoli gli uffici del periodico comunista Soviet e del quotidiano amendoliano Il Mondo [Franzinelli1].

Centodieci anni fa
Venerdì 5 maggio 1911. A Londra primo sì della Camera al suffragio femminile. «Gli avversari del suffragio presentarono una petizione con 53.000 firme contro la concessione del voto alle donne. Bisogna però, per l’amore della verità, dire che la maggioranza di quelli che firmarono contro il voto alle donne erano uomini. Le donne erano solamente 22.000. È innegabile che la Camera dei Comuni si viene manifestando di anno in anno più favorevole alla questione del suffragio femminile» [CdS].

Centoventi anni fa
Domenica 5 maggio 1901. Sul campo di Ponte Carrega a Genova, il Milan capitanato da Kilpin vince il suo primo scudetto battendo per 3 a 0 il Genoa, campione nelle prime tre edizioni del campionato. Il Milan è sceso in campo con: Hood, Suter, Gadda, Lies, Kilpin, Angeloni, Recalcati, Davies, Negretti, Allison e G.Colombo. «Davanti ad un pubblico ostile, i rossoneri disputano una partita leggendaria e spazzano via i padroni di casa con un perentorio 3-0. Sui marcatori dell’incontro non v’è mai stato parere unanime; alcune testimonianze parlavano di una segnatura di Kilpin, di un’autorete e di un imprecisato tocco in mischia; altri hanno raccontato addirittura di una tripletta del capitano inglese. Alla fine, con maggiore probabilità, è stata attribuita una doppietta al baby prodigio Negretti oltre al goal di Kilpin. Al termine del match, ai vincitori del titolo nazionale viene consegnata la Coppa Fawcus, dal nome del presidente del club genovese» [newsmondo].
Tra i 13 giocatori utilizzati in campionato solo 5 sono italiani; la componente britannica predomina sia sul campo che in società.
«È uscito — crediamo in tutte o quasi le lingue contemporaneamente — l’annunziato libro di Alfredo Dreyfus: Cinque anni della mia vita. Dreyfus non dice cose nuove, e neanche riassume le vicende dell’affaire, e neanche tenta una sintesi del suo caso, quale l’hanno tentata e fatta altri scrittori dreyfusiani. Il suo libro è composto in gran parte di lettere scritte, nel corso di quei cinque anni terribili, dal condannato alla moglie e dalla moglie a lui, e del diario che il prigioniero tenne per qualche tempo all’Isola del Diavolo. Si direbbe anzi che l’autore non abbia voluto far altro che mettere insieme e collegare questi materiali; e l’ha fatto alla buona, senza arte e anche senza molta efficacia».
«L’amministrazione della Corte di Vienna ha avviato trattative con un ricco italiano per vendergli al prezzo di due milioni di corone, il famoso castello Achilleion, fatto costruire dalla imperatrice Elisabetta.
A Pompei, inaugurazione della facciata del Santuario della Madonna.

Centotrenta anni fa
Mercoledì 5 maggio 1891. Il Senato approva in via definitiva il disegno di legge che riporta in vita il vecchio sistema maggioritario uninominale a due turni. Alla Camera la riforma è passata con il voto favorevole di 182 deputati; 75 i contrari.
Alla Camera discussione sull’Africa. Notevoli i discorsi del conte Antonelli e Franchetti. Le dichiarazioni di Rudinì che rivela essersi spesi per l’Africa, dal 1885 ad oggi, 114 milioni 376 523 lire 80 cent. L’on. Antonelli riepiloga la storia dell’Africa Italiana, esponendo quanto aveva fatto nelle trattative con Menelik e specialmente nell’ultima missione. Reputa necessaria una politica più calma ed economica.
A Roma sono arrestati 5 anarchici, fra cui lo studente tedesco Körner che sarà sfrattato, e la bellissima Elena Melinelli (Comandini).
Pëtr Il’ič Čajkovskij inaugura a New York la Carnegie Hall.
«Un distinto compositore russo di mezza età si preparava, non senza qualche apprensione, a imbarcarsi per una lunga traversata dell’Oceano Atlantico. Si chiamava Pëtr Il’ič Čajkovskij j. Tempo prima gli era giunto un invito da parte di una coppia di miliardari americani, Andrew Carnegie e sua moglie Louise: volevano inaugurare la nuova sala da concerti che avevano appena finito di costruire a New York. «Tutti i giornali hanno scritto del mio arrivo» appunterà sul suo diario, «mi conoscono più qui che in Europa!». Il concerto ebbe luogo il 5 maggio con grande clamore: sala piena, dame in lungo, frac e carrozze. Čajkovskij diresse la sua Marche Solennelle e stese la platea. Oggi la Carnegie Hall, al numero 881 della 7ª Avenue (angolo con la 57esima), si trova più o meno nel mezzo di Manhattan, ma allora l’indirizzo era decisamente fuori mano. Eppure fu subito adottata dai newyorchesi e divenne una delle più prestigiose sale da concerto del mondo» [Riva, il Venerdì].

Centoquaranta anni fa
Giovedì 5 maggio 1881. A Milano i Sovrani inaugurano l’Esposizione Nazionale. Sono presenti le rappresentanze del Parlamento. Giunti al Palazzo dell’Esposizione alle 12 sono ricevuti dal Sindaco, al suono delle bande e fra acclamazioni. Alle 3 ha luogo il ritorno dei Sovrani al Palazzo Reale. La città è animatissima (Comandini).
Si annuncia che a Imola il primo numero dell’Avanti! è stato sequestrato. A Rimini sono sequestrate le circolari che annunciano la pubblicazione del nuovo giornale La vita nuova (Comandini).

Centocinquanta anni fa
Venerdì 5 maggio 1871. Il Comitato di salute pubblica di Parigi ordina la distruzione delle Cappelle espiatorie. Vengono soppressi molti giornali fra cui il Temps (Comandini).
È concluso un nuovo trattato dì commercio e navigazione fra l’Italia e gli Stati Uniti (Comandini).

Centosessanta anni fa
Sabato 5 maggio 1861. La Gazzetta Ufficiale pubblica la legge fissante per «la prima Domenica di giugno la festa nazionale per celebrare l’Unità d’Italia e lo Statuto del Regno ogni anno» (Comandini).
A un anno dalla «spedizione dei Mille» di Garibaldi, oggi Genova si accinge a ricordarla. A Quarto, dove avvenne l’imbarco, ha eretto una colonna commemorativa. L’inaugurazione è prevista nel pomeriggio. Ma la sinistra repubblicana, ostile a Cavour, vuole pilotare l’evento a modo suo. Garibaldi non ci sta e non interviene. Così fa anche il sindaco. Dei 243 mila abitanti di Genova pochi si fanno coinvolgere. I tricolori esposti per le strade sono quasi inesistenti, salvo in via San Lorenzo. Alle 15,30 è previsto un corteo, dal Teatro Carlo Felice a Quarto. Si presentano tremila persone: ex garibaldini, operai, mazziniani, studenti, emigrati veneti e romani con tricolori a lutto. Arrivano Nino Bixio, deputati di sinistra e il litigioso polemista Francesco Guerrazzi, che terrà un discorso. Alle 16 il corteo si muove. Gli operai gridano «Viva l’Italia, Viva Mazzini!», ma anche «Abbasso Cavour!». Giunti a Quarto, Guerrazzi prende la parola. Parla troppo. Per farlo smettere si suona l’Inno di Garibaldi. Alla richiesta di gridare «Viva Re Vittorio Emanuele!» risponde un tiepido applauso. All’imbrunire il corteo rientra, al passo dell’Inno di Mameli. Giunto in centro, si levano di nuovo grida di «Abbasso i nemici di Garibaldi, abbasso Cavour!». All’improvviso si distacca un drappello. Percorre strade ormai deserte e urla: «Uscite! Mettete fuori i lumi! Abbasso i codini, morte alla nobiltà, viva la rivoluzione!» [Lupo, Sta].
Da Torino il conte di Cavour va a passare una giornata a Leri (Comandini).
In Santeramo (Terra di Lavoro) feroce rissa fra guardie nazionali e legionari ungheresi un pò alticci: uccisa una guardia nazionale e parecchi feriti di ambe le parti, e morta una ragazza buttatasi per lo spavento dalla finestra (Comandini).
Da Genova il dott. Diomede Pantaleoni scrive alla Nazione di Firenze narrando della espulsione sua e della sua famiglia da Roma (Comandini).

Centottanta anni fa
Lunedì 5 maggio 1841. Napoli. Vincenzo Torelli e Anna Tomasi di Lampedusa danno alla luce Achille. Il piccolo è nato in una carrozza mentre i coniugi tornavano da una gita al Vomero.
«Per quanto il padre era simpatico, cordiale e socievole, tanto il figlio era ombroso, borioso e freddo. E par quasi impossibile che un figlio possa essere in tutto l’opposto del padre. Ma con Vincenzo Torelli e il figlio Achille si verificò. Opposti anche però nelle vocazioni artistiche: non una sola pagina può ritenersi viva dei cinquanta romanzi di Vincenzo, mentre Achille scrisse la più bella commedia dell’800. Di antiche origini albanesi (Torelli è italianizzazione di Turielh), Vincenzo fu il fondatore dell’ Omnibus, un periodico bisettimanale che redigeva prima da solo e poi aiutato dal figlio, inoltre lo distribuiva e lo pubblicizzava personalmente con un metodo singolare; entrava in un bar e chiedeva il suo giornale e quando il cameriere rispondeva che non l’ avevano si scandalizzava, dichiarava che l’ Omnibus era il giornale migliore, più richiesto e per giunta organo ufficiale del Teatro San Carlo. La sua funzione di consigliere del soprintendente del teatro gli consentiva di attenuare l’ultima panzana» [Amedeo, Rep].

Centonovanta anni fa
Martedì 5 maggio 1831. Alla presenza dell’imperatore Francesco I Cecilia di Svezia sposa a Vienna il granduca Augusto I di Oldenburgo.

Duecento anni fa
Mercoledì 5 maggio 1821. A Sant’Elena, muore Napoleone Bonaparte. Era approdato sull’isola atlantica, distante 1.900 chilometri dalla costa, sei anni prima, martedì 17 ottobre 1815, dopo la sconfitta di Waterloo. «Il male deve aver causato grandi dolori e sembra essere in una fase molto avanzata», scrive uno dei medici militari inglesi che ha esaminato la salma. Negli ultimi sei mesi Napoleone avrebbe perso tra gli 11 e i 15 chili. Pare che le sue ultime parole siamo state per il figlio: «Lascio a mio figlio la mia casa ad Ajaccio e gli edifici annessi, due case nelle vicinanze della salina con giardini e tutti i miei beni nella regione di Ajaccio, che possono dargli una rendita di 50.000 franchi. Lascio...». Poi però sarebbe tornato a vaneggiare: «Desaix! Massena! Ah! La vittoria si decide! Su correte, stringete la carica!... Sono in nostra mano!» e poi «France - Tête d’armée». «Pare che con cenni chieda da bere, ma non potendo più inghiottire, gli accostano alle labbra una spugna con aceto. Pioggia, nebbie e vapori infuriano attorno alla casa. Accanto all’inseparabile brandina di Austerlitz, dove ha dormito in tutti questi anni, rimangono sino all’ora estrema il vecchio conte di Francia ed un figlio del popolo. Alle cinque della sera, si levò urlando il vento di sud-est, sradicando dal suolo due alberi da ultimo piantati. Un lungo brivido scuote il moribondo. Senza segno di sofferenza, con gli occhi spalancati, quasi immerso in profondi pensieri, mandò rantolando i suoi ultimi respiri. Quando il sole tropicale scese in mare, il cuore dell’imperatore aveva cessato di battere» [storiologia.it]. Erano le 17.49 e lui aveva 51 anni.
«È ormai abbastanza noto che Napoleone Bonaparte non fosse poi tanto piccolo. L’altezza accettata per lui dagli storici è di 169 cm, nella norma maschile dell’epoca. Il misunderstanding storico sarebbe dipeso dalla confusione tra i sistemi di misurazione francese e inglese del periodo, che assegnavano al pollice una lunghezza diversa. È comunque troppo tardi per l’imperatore francese. La tradizione gli ha da tempo assegnato il ruolo del piccoletto stizzoso che ha conquistato buona parte dell’Europa per compensare la modesta statura fisica» [Hansen, ItaOg]. «Perché difendere Napoleone?
“Dobbiamo a lui quel che siamo oggi, il suo codice civile è alla base della vita quotidiana dei cittadini. In Europa c’è una specie di fascinazione per la figura storica, studiata con grande interesse dalla Russia a Napoli. In Francia, invece, c’è grande imbarazzo” […] Che cosa resta di quell’era? “Per via della Rivoluzione francese e delle riforme politiche, istituzionali e civili di Napoleone, la traccia è rimasta. Bonaparte s’impone nel momento in cui il sistema feudale europeo arriva alla sua conclusione e c’è bisogno della scossa conclusiva per sotterrarlo. Questo è il grande apporto di Napoleone: la fine del feudalesimo in Europa. Lo si sente nella conservazione, un po’ ovunque, del suo codice civile, magari alla tedesca o all’italiana, ma è il codice napoleonico. Napoleone è all’origine di una sorta di ‘modello francese’, che significa la fine del feudalesimo e anche una forma di rigore amministrativo che oggi appare scontato, ma che prima di lui non esisteva” […]. Napoleone ripristinò la schiavitù. “È vero, dopo l’abolizione rivoluzionaria, ristabilì la legislazione dell’Ancien Régime e quindi il “codice nero”, e lasciò massacrare gli insorti in Guadalupa e Santo Domingo. Ma trovo sbagliato giudicare una grande figura storica di 200 anni fa alla luce dei valori contemporanei e soprattutto ridurla a questo […]”
E poi c’è la questione della condizione della donna. “Ma anche questa è un’assurdità, non si possono imputare a Napoleone costumi propri della sua epoca. La coscienza femminista esiste oggi, non c’era oltre due secoli fa. Si dibatteva di dare più libertà alla donna, ma era impensabile la parità come la concepiamo oggi”» [Thierry Lentz, direttore della Fondation Napoléon, autore di 46 libri sull’imperatore, a Stefano Montefiori, La Lettura].

La sezione C’era una volta è curata da Jessica D’Ercole.




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