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sabato 1 maggio 2021

 

Morfopsicologia ed arte

Ritratto di van Gogh(seconda parte)

di Bartolomeo Valentino*





Analisi a 18 anni

Il suo morfotipo cambia

Diventa un DILATATO,moderatamente Stenico. Anche i ricettori vanno in questo senso con tendenza all’apertura. Permane la Ritrazione frontale ed è presente  nei due piani superiori  e si evidenzia Ritrazione Laterale con fronte molto inclinata all’indietro. La stessa Ritrazione Latero-nasale è ancora presente.

Dunque siamo di fronte ad una combinazione  di più morfotipi:DILATATO a livello del piano inferiore,soprattutto bocca, e RiTRATTO FRONTALE.

I conflitti aumentano  in quanto queste due tipologie difficilmente si integrano.

Psicologicamente da un lato sente la spinta verso la materia ,compresa la sensualità grazie alla dilatazione a livello istintivo,dall’altra tende a chiudersi in sè stesso grazie alla ritrazione frontale. Lo squilibrio aumenta sempre più. La rima buccale ad arco di Cupido denota,inoltre,  spiccato senso estetico.Troppe le delusioni  in campo religioso, ma anche in amore(respinto dalla figlia di una sua affittacamere) e frequentazione di prostitute varie.Questo è un periodo molto buio del pittore con ricoveri anche spontanei in cliniche psichiatriche. Non a caso nei suoi quadri in questo periodi prevalgono colori scuri e tetri. Più tardi, avvicinatosi agli impressionisti,  i colori diventano smaglianti e chiari. Ormai va alla ricerca dell’assoluto cosa che gli era fallita nel campo religioso.

In  particolare, la dominanza del piano istintuale(il suo viso cambia completamente di forma) lo porta al senso del reale, del materialismo ,alla sensibilizzazione verso i problemi sociali.Tuttavia, le sue spinte istintuali cominciano a mancare di freno da parte del neocortex .nè sempre si sublimano.Le prime espressioni artistiche sono ispirate a realismo paesaggistico e nei primi suoi dipinti  compariranno nature morte,cipressi,rappresentazione di campi di grano,sempre raffigurati con colori cupi.tetri che inducono alla tristezza.

Più tardi  dipingerà il famosissimo dipinto “I mangiatori di patate”,raffigurante dei contadini che mangiano delle patate.E’ un tema che lo cala nel sociale,verso cui  fu sempre sensibile e verso  la terra ,il materiale.E’ il suo piano istintivo modificato  che lo porterà a ciò.

 

Analisi  nella maturità

Il suo morfotipo si trasforma in quello  a RIENTRANZE E SPORGENZE.Ciò si evince dai suoi autoritratti.

Infatti, esaminando il profilo di questi, è possibile evidenziare delle zone del viso sporgenti in avanti alternate a zone di rientranze.

Psicologicamente siamo di fronte ad una personalità che sta divenendo molto conflittuale.Le zone di sporgenza,ovvero di dilatazione stanno a significare estroversione,quindi apertura agli altri  ed al mondo e desiderio di approfondimento di ogni suo aspetto.Le zone di rientranza,ovvero ritrazione, invece, significano introversione.E’ il contrasto tra questi elementi ed in maniera molto accentuata  che lo porteranno ad acuire i conflitti psicologici che non riuscirà a superare  concludendosi col suicidio.Difatti, allorquando  gli antagonismi in un viso non sono accentuati,essi si integrano nella personalità,anzi l’arrichiscono.Ma se sono eccessivi sfociano in patologie,nella schizofrenia nel caso di van Gogh.

Artisticamente  in questa fascia d’età  ,trasferitosi in Francia ad Arles in Provenza, subisce il fascino dei pittori impressionisti  e dei colori e calore del sole della Provenza. E’ il periodo di maggiore fertilità  in termini di produzione artistica.Egli stesso ebbe a dichiare ,a proposito della sua evoluzione artistica:”…..la tavolozza di oggi è assolutamente colorata,celeste,arancione,rosa,vermiglio,gialla. vivissima,verde chiaro,rosso trasparente del vino,violetto.Ma pur giocando con questi colori(che dovrebbero indurre alla gioia,entusiasmo,inno alla vita) si finisce col creare la calma e l’armonia”.Vale a dire una condizione psicologica  opposta alla precedente .Siamo di fronte ad uno stridente antagonismo artistico,così come lo è il suo volto e la sua psicologia.

Ancora  va aggiunto che, sempre nel 1888, van Gogh volle invitare ad Arles il grande Maestro Paul Gauguin e gli volle preparare  la stanza da letto con suoi dipinti e colori degli arredamenti.Ma i colori di tali dipinti,pur se gioiosi e brillanti, non suggerivano gioia,ma solo tristezza ,facendo intravedere il desiderio mancato di rappresentare il sonno ed il riposo(io aggiungerei anche la morte).Questa è ancora una contraddizione più stridente nelle sue opere in  relazione alla morfologia del viso a rientranze e sporgenze ed alla psicologia estremamente conflittuale.Quando Gauguin volle regalargli un quadro in cui lo raffigurava mentre dipingeva i suoi girasoli,van Gogh ebbe a dire:”certamente sono io,ma io diventato pazzo”.Ormai prendeva coscienza della sua follia.Siamo,dunque ,di fronte  ad una evoluzione parallela della  patologia e dell’opera d’arte,come se quest’ultima avesse ricevuto un impulso dalla sua follia,divenendo addiritura difficile dove  sono i confini tra arte e follia stessa.

*già Professore di Anatomia II Università di Napoli-Morfopsicologo






 

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