Morfopsicologia ed arte
Ritratto di van
Gogh(seconda parte)
di Bartolomeo Valentino*
Analisi a 18 anni
Il suo morfotipo cambia
Diventa un DILATATO,moderatamente
Stenico. Anche i ricettori vanno in questo senso con tendenza all’apertura.
Permane la Ritrazione frontale ed è presente
nei due piani superiori e si
evidenzia Ritrazione Laterale con fronte molto inclinata all’indietro. La
stessa Ritrazione Latero-nasale è ancora presente.
Dunque siamo di fronte ad una
combinazione di più morfotipi:DILATATO a
livello del piano inferiore,soprattutto bocca, e RiTRATTO FRONTALE.
I conflitti aumentano in quanto queste due tipologie difficilmente
si integrano.
Psicologicamente da un lato sente la
spinta verso la materia ,compresa la sensualità grazie alla dilatazione a
livello istintivo,dall’altra tende a chiudersi in sè stesso grazie alla
ritrazione frontale. Lo squilibrio aumenta sempre più. La rima buccale ad arco
di Cupido denota,inoltre, spiccato senso
estetico.Troppe le delusioni in campo
religioso, ma anche in amore(respinto dalla figlia di una sua affittacamere) e
frequentazione di prostitute varie.Questo è un periodo molto buio del pittore
con ricoveri anche spontanei in cliniche psichiatriche. Non a caso nei suoi
quadri in questo periodi prevalgono colori scuri e tetri. Più tardi,
avvicinatosi agli impressionisti, i
colori diventano smaglianti e chiari. Ormai va alla ricerca dell’assoluto cosa
che gli era fallita nel campo religioso.
In
particolare, la dominanza del piano istintuale(il suo viso cambia
completamente di forma) lo porta al senso del reale, del materialismo ,alla
sensibilizzazione verso i problemi sociali.Tuttavia, le sue spinte istintuali
cominciano a mancare di freno da parte del neocortex .nè sempre si sublimano.Le
prime espressioni artistiche sono ispirate a realismo paesaggistico e nei primi
suoi dipinti compariranno nature
morte,cipressi,rappresentazione di campi di grano,sempre raffigurati con colori
cupi.tetri che inducono alla tristezza.
Più tardi dipingerà il famosissimo dipinto “I
mangiatori di patate”,raffigurante dei contadini che mangiano delle patate.E’
un tema che lo cala nel sociale,verso cui
fu sempre sensibile e verso la
terra ,il materiale.E’ il suo piano istintivo modificato che lo porterà a ciò.
Analisi nella maturità
Il suo morfotipo si trasforma in
quello a RIENTRANZE E SPORGENZE.Ciò si
evince dai suoi autoritratti.
Infatti, esaminando il profilo di
questi, è possibile evidenziare delle zone del viso sporgenti in avanti
alternate a zone di rientranze.
Psicologicamente siamo di fronte ad
una personalità che sta divenendo molto conflittuale.Le zone di
sporgenza,ovvero di dilatazione stanno a significare estroversione,quindi
apertura agli altri ed al mondo e
desiderio di approfondimento di ogni suo aspetto.Le zone di rientranza,ovvero
ritrazione, invece, significano introversione.E’ il contrasto tra questi
elementi ed in maniera molto accentuata
che lo porteranno ad acuire i conflitti psicologici che non riuscirà a
superare concludendosi col
suicidio.Difatti, allorquando gli
antagonismi in un viso non sono accentuati,essi si integrano nella personalità,anzi
l’arrichiscono.Ma se sono eccessivi sfociano in patologie,nella schizofrenia
nel caso di van Gogh.
Artisticamente in questa fascia d’età ,trasferitosi in Francia ad Arles in
Provenza, subisce il fascino dei pittori impressionisti e dei colori e calore del sole della
Provenza. E’ il periodo di maggiore fertilità
in termini di produzione artistica.Egli stesso ebbe a dichiare ,a
proposito della sua evoluzione artistica:”…..la tavolozza di oggi è
assolutamente colorata,celeste,arancione,rosa,vermiglio,gialla. vivissima,verde
chiaro,rosso trasparente del vino,violetto.Ma pur giocando con questi
colori(che dovrebbero indurre alla gioia,entusiasmo,inno alla vita) si finisce
col creare la calma e l’armonia”.Vale a dire una condizione psicologica opposta alla precedente .Siamo di fronte ad
uno stridente antagonismo artistico,così come lo è il suo volto e la sua
psicologia.
Ancora va aggiunto che, sempre nel 1888, van Gogh
volle invitare ad Arles il grande Maestro Paul Gauguin e gli volle
preparare la stanza da letto con suoi
dipinti e colori degli arredamenti.Ma i colori di tali dipinti,pur se gioiosi e
brillanti, non suggerivano gioia,ma solo tristezza ,facendo intravedere il
desiderio mancato di rappresentare il sonno ed il riposo(io aggiungerei anche
la morte).Questa è ancora una contraddizione più stridente nelle sue opere
in relazione alla morfologia del viso a
rientranze e sporgenze ed alla psicologia estremamente conflittuale.Quando
Gauguin volle regalargli un quadro in cui lo raffigurava mentre dipingeva i
suoi girasoli,van Gogh ebbe a dire:”certamente sono io,ma io diventato
pazzo”.Ormai prendeva coscienza della sua follia.Siamo,dunque ,di fronte ad una evoluzione parallela della patologia e dell’opera d’arte,come se
quest’ultima avesse ricevuto un impulso dalla sua follia,divenendo addiritura
difficile dove sono i confini tra arte e
follia stessa.
*già Professore di Anatomia II
Università di Napoli-Morfopsicologo
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