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mercoledì 5 maggio 2021

 


GIOVEDì 6 MAGGIO 2021
Clamoroso
Secondo il Telefono Azzurro, nel 2020, i casi di pedopornografia sono aumentati del 132% [Mangani, Mess].
 
In prima pagina
• Un altro operaio è morto sul lavoro. Stavolta si tratta di un uomo di 49 anni, schiacciato da un tornio a Busto Arsizio
• Biden è favorevole a rimuovere le protezioni dei brevetti per i vaccini Covid-19, ha detto che ne negozierà i termini al Wto
• Il Cts raccomanda di estendere il richiamo di Pfizer e Moderna a 42 giorni
• Ieri ci sono stati altri 267 morti. I ricoverati in terapia intensiva sono 2.368 (-55). Il tasso di positività è al 3,2%. Le persone vaccinate sono 6.644.113 (l’11,14% della popolazione)
• Il M5s non ha un rappresentante legale: l’ha stabilito il Tribunale di Cagliari respingendo un ricorso presentato da Vito Crimi. Un punto a favore di Casaleggio
• Caso Fedez, il direttore di Rai 3 Di Mare si difende in Vigilanza 
• Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjorth, i giovani americani che assassinarono il carabiniere Mario Cerciello nel luglio 2019, sono stati condannati all’ergastolo
• Maxi retata internazionale contro la ’ndrangheta. Arresti in Germania, Spagna e Romania
• Dopo diciassette anni, la Scientifica in casa dell’ex moglie del papà di Denise. Ispezionata una botola nel garage
• Un giornalista francese è stato rapito in Mali da un gruppo jihadista
• Facebook ha confermato la sospensione del profilo di Donald Trump, che torna a farsi sentire con un blog
• La Ue sta lavorando a uno scudo anti-Cina per evitare che le nostre aziende finiscano nelle loro mani
• In Israele l’astro nascente dell’opposizione Yair Lapid proverà a formare il nuovo governo. È la fine di Netanyahu?
• Champions, il Chelsea batte il Real 2-0, la finale sarà Manchester City-Chelsea
• Il prossimo campionato di Serie A comincerà il 22 agosto e si concluderà il 22 maggio. Cambia il format della Coppa Italia: solo club di A e di B. Proteste della Serie C
• È morto il modello e cantante Nick Kamen, diventato famoso a metà anni Ottanta per uno spot dei Levi’s 501
 
Titoli
Corriere della Sera: Vaccini, il nuovo piano
la Repubblica: «A settembre tutti in classe»
La Stampa: Verso il coprifuoco a mezzanotte
Il Sole 24 Ore: Contro l’evasione pronte 161 banche dati / Ai raggi x casa, auto, bonus e imposte
Avvenire: Svolta sui vaccini
Il Messaggero: Dosi per tutti anche in montagna
Il Giornale: Faida tra giudici
Leggo: Ragazzine stregate dal porno
Qn: Virus in ritirata, cambia il coprifuoco
Il Fatto: I 500 mila vaccini sono durati due giorni
Libero: Le mascherine inquinano come la plastica
La Verità: Il tesoretto all’estero di Amara, faccendiere di loggia Ungheria
Il Mattino: Riaperture e coprifuoco, meno divieti per l’estate
il Quotidiano del Sud: Anche la Rai va vaccinata
il manifesto: Fate la cosa giusta
Domani: Qualcosa non torna nella versione di Davigo sui verbali segreti

C’era una volta
Dieci anni fa
Sabato 7 maggio 2011. «I greci continuano a dire che non usciranno dall’euro e non chiederanno di ristrutturare il loro debito. Sono assicurazioni che ufficialmente tutti accolgono con un sospiro di sollievo, ma nelle stanze segrete della finanza vengono commentate con notevole scetticismo. La notizia delle difficoltà di Atene è uscita l’altro giorno sull’edizione on line dello Spiegel. Il titolo diceva: “Atene torna alla dracma”. Lo Spiegel è un settimanale tedesco molto autorevole, che non fa a cuor leggero scoop come questi. Il servizio è stato messo in rete di venerdì e quando le Borse europee erano chiuse. Ciononostante, sul mercato delle valute, l’euro è andato subito giù. Mentre Atene smentiva con la massima forza, i ministri dell’Eurogruppo si sono incontrati in Lussemburgo. Il problema greco esiste, e se ne valuterà appieno la portata domani, quando i mercati riapriranno» [Dell’Arti, Gazzetta].
Un barcone con oltre 600 migranti è naufragato al largo di Tripoli: decine di morti e centinaia di dispersi, tra loro anche donne e bambini. Alcuni migranti si sono salvati raggiungendo la riva a nuoto.
Il Milan conquista (in anticipo) il suo 18˚scudetto sette anni dopo l’ultimo, nel campionato 2003-04.

Venti anni fa
Lunedì 7 maggio 2001. In Siria il Papa ha visitato Quneitra, la città simbolo del Golan siriano distrutta dagli israeliani nel 1967 prima del ritiro sulle alture che avevano occupato. Per non cadere in tranelli politici, Giovanni Paolo II si è astenuto dai discorsi, preferendo piuttosto pronunciare una preghiera di pace «per tutti i popoli del Medio Oriente» e un invito a «sanare le ferite», abbattendo «i muri dell’ostilità e della divisione».
Il leader radicale Marco Pannella si dichiara pronto a porre fine alle «atroci sofferenze» dell’amico ed ex deputato radicale Emilio Vesce, di 61 anni, da sei mesi ridotto in stato vegetativo dopo un infarto. In una lettera inviata oggi ai familiari di Vesce (la moglie Aura e il figlio Emiliano, candidato per la lista Bonino a Padova), Pannella - dopo essersi assunto «la responsabilità di dichiararlo» - afferma senza giri di parole che farà quanto in suo potere «per tentare di farla finita, con eutanasia o comunque la si possa chiamare o ritenere». Nel frattempo Emma Bonino ha annunciato la ripresa dello sciopero della fame e della sete [CdS].
Ronnie Biggs, il latitante più celebre del Regno Unito, è tornato a casa e subito è stato portato davanti al giudice di turno: lì ha fatto leggere dalla bionda avvocatessa un grazie alle autorità che l’hanno lasciato rientrare, poi una richiesta d’assistenza sanitaria, infine s’è accasciato come un sacco vuoto. Ormai è vecchio, stanco, reso muto da tre ictus che gli hanno fiaccato anche il morale. Dall’angolo della bocca gli scendeva un rivolo di saliva, che gli hanno ripulito con un fazzoletto. «Era da 35 anni, infatti, che la porta d’una cella britannica non si chiudeva alle spalle di Ronnie Biggs, l’ultimo protagonista della Grande Rapina al Treno, tutta maiuscola come la scrivono gli inglesi, a ricordare il colpo del secolo. Il fatto che sia tornato, sconfitto, dovrebbe chiudere il caso: invece la richiesta di pietà rimescola le viscere e le coscienze della nazione. Forse è normale, tra la gente che ancora celebra coi fuochi d’artificio Guy Fawkes, il dinamitardo che quattro secoli fa voleva far saltare in aria il Parlamento. Ma certo Biggs, il criminale del popolo per cui s’è mobilitato il tabloid Sun, non è un malavitoso comune: l’avere sfidato per più di tre decenni lo Stato arcigno e severo gli ha procurato l’ammirazione di chi, per onestà o timore, subisce la legge. Prima di partire da Rio, aveva espresso una volontà da condannato a morte: “Il mio ultimo desiderio è quello di entrare da suddito inglese in un pub di Margate e ordinare una pinta di birra”. Scommettiamo che presto ci riesce?» [Altichieri, CdS].
La rapina del treno. Sono le 3 del mattino dell’8 agosto del 1963 quando il treno postale Glasgow-Londra giunto a Cheddington, a 60 chilometri da Londra, viene assaltato da 15 uomini tra i quali Ronnie Biggs. La rapina, messa a segno in 28 minuti, frutta 2,5 milioni di sterline, 150 miliardi di lire attuali. Nel gennaio del 1964 tutti i componenti della banda vengono arrestati. Biggs viene condannato a 30 anni, ma dopo 15 mesi evade dal carcere vicino a Londra e fugge a Parigi. Dopo una plastica facciale, Biggs ottiene nuovi documenti e parte per l’Australia. Scoperto nel 1970, raggiunge Rio de Janeiro. La polizia brasiliana lo identifica nel 1974, ma la richiesta di estradizione inglese viene respinta perché nel frattempo Biggs ha avuto un figlio da una ballerina. Dopo una latitanza durata 35 anni, Biggs è tornato in patria, a Londra. Ad aspettarlo c’erano gli agenti di Scotland Yard che lo hanno arrestato. Avrebbe dovuto scontare 28 anni di carcere, ma è morto nel 2013.

Venticinque anni fa
Martedì 7 maggio 1996. «Finisce in una rottura il primo negoziato politico della nuova legislatura. L’Ulivo boccia la candidatura di Cossiga alla presidenza del Senato, formalizzata ieri dal Polo. L’ex presidente in mattinata aveva confermato la sua disponibilità. Il Polo e il Pds (in particolare Berlusconi e Veltroni) si accusano a vicenda di aver provocato il fallimento che rende impossibile dividere tra i due schieramenti le presidenze di Montecitorio e Palazzo Madama. Salvo colpi di scena al centrosinistra andranno le presidenze delle due Camere. I meglio piazzati sono Luciano Violante, pds (Montecitorio), e il popolare Leopoldo Elia (Senato)».

Trenta anni fa
Martedì 7 maggio 1991. «Lo stato unitario jugoslavo sembra avere le ore contate. L’esercito, che ha cominciato a richiamare i riservisti, avanza in tutta la Federazione: dopo il massiccio spiegamento in Croazia, i carri armati sono arrivati in Erzegovina. Ma neppure i militari fermano le vendette incrociate: serbi e croati si fronteggiano dalle barricate; i macedoni, dopo l’uccisione di un loro soldato a Spalato, vogliono richiamare tutti i loro militari. Si profila una fuga in massa dalla Jugoslavia. Il ministro della Difesa ha chiesto lo stato d’emergenza» [CdS].
La Metro Goldwin Mayer è in vendita. «Il finanziere Giancarlo Parretti potrebbe essere costretto a cedere dapprima il 40%. Poi, se non riuscirà a comprimere l’indebitamento, il Crédit Lyonnais, principale creditore, potrà cedere a terzi il 51% della MgmPathé. Lo ha dichiarato la stessa Pathé Communications, holding di Parretti che controlla la Mgm-Pathé, alla Sec, autorità di controllo sulla Borsa USA. Dalla comunicazione si apprende anche che i debiti di Mgm hanno raggiunto gli 855 milioni di dollari (più di mille miliardi di lire), più di metà dei quali coperti da garanzie» [CdS].

Quaranta anni fa
Giovedì 7 maggio 1981. «Del caso Gelli vengono ufficialmente investiti il presidente della Repubblica Pertini e il ministro degli Esteri. A loro i giudici istruttori di Milano Turone e Colombo hanno inviato copia di una ordinanza depositata ieri mattina nella cancelleria del palazzo di giustizia. Nella prima gli inquirenti spiegano perché respingono l’istanza del difensore di Gelli intesa a fare ottenere la restituzione al capo della loggia massonica P2 del materiale sequestrato il 17 aprile scorso nella sede della Gio.Le a Castiglion Fibocchi, in provincia di Arezzo. Nella seconda parte, i magistrati fanno il punto sul carteggio ritrovato e avanzano “inquietanti” interrogativi sulle attività svolte da Licio Gelli e dalla P2 in generale» [Cavalera, CdS].
Aria di golpe in Spagna. «Un nuovo feroce attacco dei terroristi sospinge la Spagna un poco oltre sulla strada del caos. Non è esagerato affermare che la recente democrazia di questo Paese corre gravissimo pericolo. Tre uomini dell’esercito uccisi ieri mattina a Madrid. Dodici persone che non c’entravano per niente ferite da una potentissima bomba. Salvo per miracolo — ma gravissimo, dopo un’operazione durata sette ore — il vero bersaglio dei terroristi: il tenente generale Joaquin de Valenzuela, capo della casa militare di re Juan Carlos. L’esplosione lo ha sventrato, e gli ha spaccato le gambe. Se salverà la vita sarà un miracolo. Le truppe della guarnigione di Madrid sono consegnate».

Cinquanta anni fa
Venerdì 7 maggio 1971. Questa stamattina alle 9.30, una telefonata anonima nella villa genovese dell’industriale svizzero Sutter ha confermato il rapimento della piccola Milena. I malviventi hanno chiesto un riscatto di cinquanta milioni di lire: «Quello che mi chiedono io glielo pago — ha detto l’industriale — basta che mi diano indietro mia figlia». La polizia preferisce non intervenire per non mettere a rischio la vita della bambina. «La città è sgomenta. Genova poteva vantare fino all’anno scorso di tenere la malavita sotto controllo» [CdS]

Sessanta anni fa
Domenica 7 maggio 1961. A Gerusalemme continua il processo Eichmann. Oggi il Tribunale ha ascoltato la tremenda deposizione della signora Rivka Yosselevski «Signora, cosa ricorda dell’odissea degli ebrei? “Vivevo, nel 1941, a Pohust, una piccola comunità ebraica in Ucraina, formata di circa 500 famiglie. Appena arrivati, i tedeschi misero i loro cavalli nella sinagoga e cominciarono a radunare gli ebrei. Molti furono uccisi: fucilati e impiccati”. E lei? “Io, per molti mesi riuscii a sfuggire alle operazioni dei tedeschi lavorando il giorno fuori dal ghetto e tornandovi solamente a dormire. Un giorno del 1942, i tedeschi radunarono gli ebrei nella piazza della cittadina e dissero loro che si potevano salvare pagando un riscatto. Ci avevano già preso tutto quello che avevamo. Ci tennero lì per 24 ore e poi giunse un grosso autocarro. A coloro che non riuscirono a trovarvi posto fu ordinato di correre dietro l’autocarro. Avevo mia figlia in braccio e corsi. Qualche madre, che aveva due o tre figli, cercò di correre ma cadde e fu uccisa. L’autocarro giunse ad una collinetta a circa 3 chilometri dalla cittadina, ai piedi della quale vi era una grande trincea. Gli ebrei vennero fatti salire a gruppi in cima alla collinetta dove quattro uomini delle SS, quattro diavoli, li uccidevano”. E voi cosa faceste? “Mentre salivamo la collinetta mia figlia mi disse: ‘Mamma perché mi hai fatto mettere l’abito della festa se ci portano a morire?’, e vicino alla fossa: ‘Mamma, scappiamo’. Alcuni ragazzi tentarono di fuggire e furono uccisi. Ci avevano fatto spogliare completamente. Mio padre non aveva voluto ed era rimasto in mutande, ma i tedeschi gli strapparono anche questo indumento e lo uccisero. Spararono a mia madre. Spararono alla mia nonna materna, una vecchia di 80 anni che aveva in braccio due bambini. Anche mia zia fu uccisa con i figli in braccio. La mia sorella più piccola voleva vivere. Si fece avanti e chiese di essere risparmiata rimanendo nuda in piedi davanti ai tedeschi. Le spararono uccidendola. (La teste piange silenziosamente)” Coraggio signora. “Toccò quindi a me. Avevo in braccio mia figlia. ‘A chi dobbiamo sparare per primo’ mi chiese un Ss. Non risposi. Mi strappò mia figlia dalle braccia. La bimba scoppiò a piangere e fu uccisa. Mi prese di mira. Mi afferrò per i capelli e mi girò la testa dall’altra parte. Sentii lo sparo ma rimasi in piedi. Allora mi costrinse di nuovo a girare la testa e mi ordinò di guardare. Mi sparò e caddi nella fossa tra i cadaveri e non sentii più nulla. Sentii una specie di pesantezza e pensai ‘forse non sono più viva, forse è quello che si sente dopo morti. Poi mi sentii soffocare, altre persone cadevano sopra e attorno a me. Cercai di muovermi e capii che ero viva e che ero in grado di alzarmi... udivo gli spari e pregavo Iddio perché un altro proiettile ponesse fine alle mie sofferenze ... Mi resi conto che stavo cercando di risalire verso l’orlo della fossa. I cadaveri mi cadevano addosso, mi spingevano giù, in fondo. Raccogliendo le ultime forze riuscii a giungere in cima alla fossa e quando fui fuori non riconobbi il posto, tanti erano i cadaveri che si scorgevano ... cercavo di vedere la fine di questa distesa di cadaveri ma non ci riuscivo ... non tutti erano morti. Molti stavano morendo, stavano soffrendo, nudi, dibattendosi nell’agonia ... alcuni bambini gridavano ‘mamma’, ‘papà’, tutti imbrattati di sangue. Cercai mia figlia, la chiamai ... non riuscii a trovarla”». Questa l’agghiacciante deposizione di una superstite delle fucilazioni di massa. Dopo qualche attimo di silenzio l’Accusa ha presentato alla Corte una vera massa di documenti. Essi legano direttamente Adolf Eichmann e il suo ufficio della Gestapo, con i resoconti degli stermini di ebrei. Per la prima volta l’accusa presenta anche casi individuali [CdS].
Elisabetta è a Firenze. Da semplice turista ha fatto una passeggiata in città, visita musei e gallerie, preso il tè con Elena di Romania e Irene di Grecia, e assistito all’inaugurazione del Maggio musicale. All’evento era presente anche Gronchi che però, per non complicare l’etichetta, ha preferito non incontrare la regina.
Finestra con vista Ekberg. «Finestre veduta panoramica eccellente riprese notturne, film Boccaccio 70, regista Fellini, interpreti Anita Ekberg, Peppino De Filippo, affittansi prezzo conveniente telefonare eccetera» (annuncio economico apparso su un giornale romano nella colonna delle offerte di affitto di appartamenti).

Settanta anni fa
Lunedì 7 maggio 1951. «Dopo i tre giorni del diluvio oratorio di Mac Arthur, oggi si è finalmente aperta la grande controffensiva del Governo con lo sviluppo di una manovra a tenaglia, le cui due morse sono state un intervento secco, preciso e molto efficace del generale George Marshall dinnanzi alla commissione senatoriale d’inchiesta, questa mattina, e un vigoroso discorso di Truman, radiotrasmesso stasera all’intero Paese».

Ottanta anni fa
Mercoledì 7 maggio 1941. Africa settentrionale. Sul fronte di Tobruk, in Cirenaica, scambi di colpi di artiglieria e bombardamento aereo delle posizioni inglesi [Salmaggi e Pallavisini].
«Arriviamo a Monfalcone. Giornata velata e fresca. Pavelic è scortato da alcune macchine di ustasci, il che dà al suo viaggio uno strano carattere di far-west. Lo riceviamo in una piccola saletta della stazione. Nessuna novità sensazionale: si conferma quanto ormai è stato raggiunto nei precedenti colloqui, tranne alcuni punti sui quali Pavelic invoca la generosità del Duce. E questi, naturalmente, cede. Si tratta dell’unione doganale e di alcuni pezzi di territorio. Per parte mia tengo duro su Curzola e su Buccari. Voglio che a Buccari rivendicata sia eretto un monumento a mio Padre. La cerimonia dell’offerta della Corona avrà luogo Domenica 18. Sistemerà la questione dei comandi nell’esercito e liquiderà Guzzoni. In treno, Mussolini è di buon umore e loquace. Si manifesta soddisfatto dei risultati raggiunti e polemizza con coloro che richiedevano una soluzione totalitaria della Dalmazia trascurando il problema croato. È particolarmente divertente quando mi descrive a lungo il mondo socialista italiano. Tutti gli uomini di allora rivivono in una sua molto colorita descrizione. “Erano dei borghesi” conclude “che avevano orrore del proletariato e temevano una cosa sola: la rivoluzione» [dai Diari di Galeazzo Ciano].

Centodieci anni fa
Domenica 7 maggio 1911. Prima marcia delle suffragette a New York. «Un vero esercito di americane, seguendo l’esempio delle suffragiste londinesi, ha invaso le strade di New York. Cinquemila donne di tutte le età e di tutte le condizioni sociali col petto fregiato da una fascia gialla su cui stava scritto il sacramentale “voto alle donne” hanno marciato attraverso la metropoli, fra due fittissime ali di spettatori: almeno 150.000 persone […] L’avvenimento ha dimostrato due cose, e cioè, prima: che le donne americane sanno marciare bene e con molta eleganza; e in secondo luogo che le donne nelle classi operaie di America sanno vestire con un gusto tale da superare perfino le leggiadre divettes parigine. Durante la lunga marcia nessuna delle dimostranti diede segni di stanchezza. Verso la fine qualcuna, è vero, zoppicava e molte si incipriavano il naso frequentemente, ma in generale quell’esercito in gonnella seppe farsi onore» [CdS].
Francesco Giuseppe è stanco. «L’imperatore è vecchio ed anche, in questi ultimi tempi, leggermente indisposto; la sua indisposizione non è grave, ma alla sua età le preoccupazioni non sono mai troppe e quando si ha da fare con un uomo come Francesco Giuseppe che aborre i medici, trascura i loro consigli e si fida troppo della sua robusta costituzione fisica, si ha forse ragione di spingere la prudenza fino alla esagerazione. Questo si è detto perché non si creda forse che le condizioni di salute dell’Imperatore siano allarmanti: egli è molestato soltanto da un po’ di catarro e da qualche tempo si sente anche un po’ stanco» [CdS].

Centoventi anni fa
Martedì 7 maggio 1901. Il Re scrive al Presidente del Consiglio dichiarando intenzione sua e della Regina di non accettare doni di sorta per la prossima nascita del loro figlio, e invitando a destinare le somme raccolte a scopi pietosi e umanitari.
«Mosca Abbiamo deciso di partire domani. Salute meglio.
1) Pauroso il tipo di gente che vuole avere sempre ragione. Sono pronti a condannare l’innocente, il santo, Dio stesso pur di aver ragione.
2) Ho sognato quel tipo di vecchio nel quale mi ha preceduto Èechov. Era un vecchio particolarmente bello, quasi santo, anche se ubriacone e bestemmiatore. Ho capito per la prima volta chiaramente la forza che possono acquistare i personaggi dalla sovrapposizione coraggiosa di chiaroscuri. Lo applicherò a Chadži-Murat e Marija Dmitrievna.
3) Ho pensato ai bisogni del popolo e sono arrivato all’idea che la cosa più importante è la proprietà della terra; che se fosse decisa l’eliminazione della proprietà terriera; e la sua appartenenza a colui che la lavora, questa sarebbe la più salda garanzia della libertà. Ben più salda dell’habeas corpus. Perché l’habeas corpus non è una garanzia materiale, ma solo morale: l’uomo sente di avere il diritto di difendere la propria casa.
È qui la cara Tanja. Ho avuto da Èertkov una lettera sulla libertà di stampa e temo di aver risposto in modo sgradevole» [dai Diari di Tolstoj].

Centoquaranta anni fa
Sabato 7 maggio 1881. Alla Camera gli on. Di Rudinì e Massari presentano interrogazioni sulla situazione tunisina. L’on. Cairoli osserva che come ha già fatto l’Inghilterra, l’Italia manderà una corazzata a Tunisi (Comandini).
Una nuova protesta del Bey di Tunisi implora la protezione delle Potenze europee (Comandini).
A Milano la Regina, il Principe di Napoli, il principe di Carignano e il duca d’Aosta fanno una lunga visita all’Esposizione artistica. Stasera grande illuminazione. Al Conservatorio, alla presenza dei Sovrani è inaugurata l’Esposizione musicale. Da Milano, alle 16.15 il principe di Carignano col suo seguito parte per Torino (Comandini).

Centocinquanta anni fa
Domenica 7 maggio 1871. A Parigi si restituiscono gratuitamente gli oggetti – aventi un valore inferiore ai 20 franchi – impegnati al Monte di Pietà. Il controvalore verrà versato dalla Comune [storiologia.it].
Questi oggetti, per un valore complessivo di circa 20 milioni di franchi, verranno restituiti solo in parte, per un ammontare di circa 32.000 franchi; l’incalzare degli eventi impedirà di completare la restituzione (i parigini chiamavano scherzosamente il Monte di Pietà: la zia. Vado a trovare zia, porto il materasso a zia…) [ibid.].
A Roma solenne inaugurazione dell’Esposizione Agraria nell’Orto Botanico (Comandini).
A Roma, in via dei Barbieri, alle 9 p., scoppia una bomba all’ingresso della sala dove il padre Gavazzi tiene una conferenza evangelica. Vi sono molti feriti (Comandini).

Centosessanta anni fa
Lunedì 7 maggio 1861. In Torino il gerente dell’Espero è condannato a due mesi di carcere e 300 lire di multa, ed all’indennità di ragione, per diffamazione ed ingiurie a carico del dr. Agostino Bertani per pretesa cointeressenza di questi quale segretario generale della dittatura, nel far firmare al dittatore Garibaldi la concessione per le ferrovie calabro-sicule alla Società Adami e Lemmi (Comandini).
Nel Senato si legge la lettera del Conte Luigi Provana di Collegno che si dimette dalla carica di senatore: le sue opinioni non si conformano a quelle seguite e proclamate attualmente dal Senato. Il Conte Luigi Provana di Collegno era stato nominato senatore il 3 aprile 1848 [ibid.].
In Torino il gerente dell’Espero è condannato a 2 mesi di carcere e 300 lire di multa per diffamazione ed ingiurie a carico del dottor Agostino Bertani per “pretesa cointeressenza di questi quale segretario generale della dittatura, nel far firmare al dittatore Garibaldi la concessione per le ferrovie calabro-sicule alla Società Adami e Lemmi” [ibid.].
Sequestrato a Firenze il giornale Il Contemporaneo per varii articoli [ibid.].
A Gradello, sul Volturno, scontro armato tra 200 sbandati borbonici e le guardie nazionali di Santa Maria e di Capua [ibid.].
Gli austriaci vietano il Viva Verdi. L’Imperial Regio Governo avverte che non saranno più tollerate nei teatri veneti grida di «Viva Verdi!», acronimo di «Viva Vittorio Emanuele Re d’Italia». E raccomanda di ornare i palchi teatrali di rose rosse e bianche, colori dell’Impero. Ricorda in più che «per ragioni d’igiene con la stagione calda sarà vietata a Venezia l’ostentazione di angurie aperte». I colori del frutto evocano la bandiera italiana e quella dell’Ungheria. Ma Vienna cerca anche di promuovere la propria immagine. Il ministro degli esteri von Rechberg raccomanda ai nobili italiani fedeli all’Austria di magnificare «il buon governo imperiale». E fa sapere all’Inghilterra che giovani lombardi, disertori dell’esercito italiano, si sono rifugiati nel Veneto «per non andare a combattere gli insorti borbonici a Napoli». A questa propaganda Cavour risponde con una campagna fotografica. Manda un reporter a Venezia, per scattare foto tridimensionali, da visionare su stereovisore. Il servizio deve ritrarre la città piena di militari austriaci. Una foto che farà scalpore mostrerà piazza San Marco, nota per il suo brio, affollata solo di soldati: «Con appena sei borghesi in mal arnese, senza un veneziano, senza donne leggiadre, senza un crocicchio di cittadini. Solo con uniformi militari, come una piazza presa d’assedio» [Lupo, Sta].

Centonovanta anni fa
Giovedì 7 maggio 1831. Lettera di Carlo Alberto a Maria di Waldbourg-Truchsess: «Quindici ore di lavoro al giorno mi consentono appena di provvedere alle necessità correnti e di mettere ordine nell’amministrazione. In ogni caso m’ingegno di usare grande prudenza in tutto ciò che faccio, preferendo agire lentamente ma bene; preparo molte cose che saranno realizzate poco alla volta: ma sempre senza proclami né preamboli, poiché detesto il fatale abuso di parole di questo triste secolo e desidero mostrarmi solo con i fatti».
La contessa Maria di Waldbourg-Truchsess, amante di Carlo Alberto, era figlia del conte Federico e della contessa Antonietta e poi sposa del conte Carlo Emanuele di Robilant [Paolo Pinto in Carlo Alberto. Il Savoia amletico, Bur].

Duecento anni fa
Venerdì 7 maggio 1821. Ferdinando I di Napoli decreta che i capi delle società segrete (una voce generica sotto cui ricadevano anche i “reati” di quanti venissero identificati come “capi” dei cosiddetti gruppi scismatici) possano essere messi a morte con procedure assai semplificate [ilcristiano.it].
«La lingua cinese può perire senza che periscano i suoi caratteri: può perire la lingua, e conservarsi la letteratura che non ha quasi niente che far colla lingua; bensì è strettissimamente legata coi caratteri. Dal che si vede che la letteratura cinese poco può avere influito sulla lingua, e che questa, non ostante la ricchezza della sua letteratura, può tuttavia e potrà forse sempre considerarsi come lingua non colta, o poco colta» [dallo Zibaldone di Leopardi].

La sezione C’era una volta è curata da Jessica D’Ercole



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