Trump
a cura di Jessica D’Ercole
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Ritardo Sabato ore 13 (19 ora italiana). Alla fiera agricola di Butler, comune di 14 mila abitanti, a un’ora da Pittsburgh, Pennsylvania, si aprono i cancelli per l’ultimo comizio Trump prima della convention. Il sole è caldo. Il termometro segna 32 gradi. Decine di migliaia di persone sono in fila per sottoporsi ai controlli di rito. Metal detector, ispezioni di borse, come a qualsiasi evento di Trump. Pian piano i cappellini rossi del Maga riempiono il piazzale.
Crooks Dai sobborghi di Pittsburgh arriva in auto anche Thomas Matthew Crooks, 20 anni. Non ha un cappellino rosso in testa ma imbraccia un Ar-15, un fucile da guerra comprato dal padre sei mesi fa. Indisturbato sale sul tetto di un edificio a 137 metri dal palco. Greg Smith, un saldatore di 41 anni, lo vede e avvisa dei poliziotti. A Gary O’Donoghue, corrispondente della Bbc non vedente, dice: «Non sapevano cosa stesse succedendo» [Ansa]. Ben Macer, anche lui sostenitore di Trump, parla di un «uomo con un fucile che salta da un tetto all’altro». Il giovane indossa pantaloni kaki da guerrigliero, una t-shirt da 23,95 dollari col logo del Demolition Ranch, canale YouTube che manifesta simpatie National Rifle Association, a cui lui è iscritto.
Repubblicani Registrato tra gli elettori repubblicani – ma nel 2017 avrebbe donato 15 dollari a un gruppo affiliato ai democratici – Crooks in un post ha detto però di odiare Trump. È un tipo solitario, bullizzato, con simpatie di destra. Due anni fa si era diplomato alla Bethel Park. Aveva ricevuto un premio di 500 dollari per le sue eccellenti abilità matematiche. Non si è iscritto al college. Fa qualche lavoretto saltuario. Nelle foto che circolano online si vede un nerd: occhiali sul naso e i brufoli in fronte.
Tiratore Tiratore scarso, non è stato ammesso al club di tiro della scuola.
Noia Ore 18.03 (24.03 ora italiana) Trump, in ritardo di un’ora sale sul palco, come al solito, al canto di «U-s-a». Berretto Maga rosso calato sugli occhi, la camicia bianca un po’ aperta per via del caldo.
Folla Ore 18.05. «Questa è una grande folla. Questa è una grande, grande, bella folla». Sopra di lui sventola una grande bandiera americana. È issata su due gru. Trump poggia le braccia sul leggio e si lancia nel suo discorso, ma si annoia subito. Invita a parlare sul palco il candidato repubblicano al Senato, Dave McCormick. McCormick, però, non è pronto [Isaac Arnsdorf e Jabin Botsford, Foglio].
Migranti Ore 18.08. «Non ti dispiace se non ripeto quello che c’è sul teleprompter, vero? Perché questi teleprompter sono così dannatamente noiosi». Chiede di mostrare «quel grafico che amo così tanto». Ovvero quello che mette a confronto gli attraversamenti dei migranti durante la sua presidenza e quella di Joe Biden. Si stupisce per la prontezza della regia: «Wow, migliorate col tempo». Indicando uno degli schermi, si è messo a raccontare l’aumento dell’immigrazione dal 2021. «Guardate cosa è successo al nostro Paese!». Sono le 18.10 [Arnsdorf e Botsford, cit.].
Sibilo Ore 18.11. I colpi sparati da Crooks sono arrivati a coppie. Uno-due, tre-quattro, cinque-sei in totale. Trump si copre l’orecchio, come se avesse sentito un insetto. Un proiettile lo ha colpito di striscio: «Ho sentito un sibilo, degli spari e ho sentito il proiettile che mi squarciava la pelle». Curva le spalle e si abbassa: «Giù, giù, giù!», gridano gli agenti del Secret service precipitandosi sul palco. Lo proteggono con i loro corpi. La folla urla. Sette-otto, nove. Altre urla. Le persone sulle gradinate non sanno dove andare. Molti riprendono la scena come se stessero assistendo a uno show. Altri si buttano per terra. Ma non Corey Comperatore, un vigile del fuoco di 50 anni, che si lancia sulla sua famiglia per farle da scudo. Un proiettile lo colpisce e muore [Arnsdorf e Botsford, cit.].
Feriti Altre tre persone sono ferite. Tra loro il nipote del deputato repubblicano Ronny Jackson. È stato colpito al collo. Sul palco arrivano agenti di nero vestiti con giubbotti antiproiettile e caschi e con fucili d’assalto. La folla grida.
Proiettile I fotografi sono assiepati sotto al palco. Scattano in continuazione. Tra loro c’è Doug Mills del New York Times. Ha una digitale Sony che scatta fino a 30 fotogrammi al secondo con una velocità dell’otturatore rapidissima di 1/8.000. Grazie a questa tecnologia riesce a immortalare un proiettile alla sinistra di Trump che ha sfiorato la sua testa. Non era mai stato possibile prima. Nell’immagine si vede una striscia, il vuoto d’aria.
Guerra «Questione di un millimetro. Fosse andato a segno il colpo di Thomas Matthew Crooks, gli Stati Uniti sarebbero precipitati in una guerra civile. Probabilmente, con il caso Biden ancora in alto mare, sarebbero andate a monte le elezioni presidenziali previste per il prossimo 5 novembre. E con il sistema statunitense paralizzato, l’intero Occidente sarebbe stato messo in ginocchio. Più di quanto non lo sia già» [Paolo Mieli, Cds].
Sospetto Pochi secondi prima che Thomas Matthew Crooks aprisse il fuoco verso Trump, l’attentatore si è trovato faccia a faccia con un agente della municipale che era andato sul tetto per cercare di identificare «un individuo sospetto». A dichiararlo al Washington Post è lo sceriffo Michael T. Slupe. Quando Crooks l’ha visto gli ha puntato contro l’arma. Il poliziotto s’è abbassato. Crooks ha rivolto l’arma verso il palco e ha sparato.
Anziano Alle 18.12 la fotografa Anna Moneymaker scatta la foto più intima di Trump. «Coglie il momento in cui è semplicemente un uomo a terra, spaventato e anziano, con le sopracciglia in controluce e la pelle delle mani arricciata. Trump nell’istante del terrore animale. Magari Trump vincerà sul serio alla fine, ma il suo sguardo in questa foto dice il contrario, è quello di un uomo che vede il proprio destino dissolversi» [Paolo Giordano, CdS].
Incredibile «L’attentatore non era un professionista, altrimenti Trump sarebbe morto. Però è incredibile che il tetto da dove ha sparato non fosse presidiato. Il buco nella sicurezza più clamoroso», spiega a il Giornale un veterano delle scorte ai leader di mezzo mondo.
Falco Le squadre «Occhio di falco» composte da due operatori, uno che imbraccia il fucile di precisione e ha il compito di sparare (sniper) e l’altro con il ruolo di osservatore (spotter) che fornisce informazioni sul bersaglio. Nessuno però degli agenti del secret service si era accorto di Crooks.
Pugno «Tutto a posto?» ha detto uno degli ufficiali, udibile dal microfono del podio. «Shooter is down» (Il tiratore è a terra), risponde un altro. «Siamo pronti per muoverci». «Fammi mettere le scarpe», dice Trump, mentre gli agenti lo aiutano ad alzarsi. «Ci penso io, sir». «Aspetta, ha la testa insanguinata». «Lascia che mi metta le scarpe», dice di nuovo il tycoon. La folla, vedendolo in piedi, comincia a inneggiare per sostenerlo. Lui la sente. «Aspettate» dice Trump agli agenti che lo sorreggono. Con il sangue che gli riga il volto, tira su un pugno e urla «Fight, Fight Fight!». Combattete. Sopra di lui la bandiera americana che sventola. Altra foto iconica. A scattarla è Evan Vucci, premio Pulizer della Ap. Sono le 18.13.
Alzabandiera Il senior advisor della campagna elettorale di Trump, Chris LaCivita, paragona l’immagine alla celeberrima fotografia dell’alzabandiera dei soldati Usa a Iwo Jima scattata da Joe Rosenthal nel febbraio del 1945.
Cecchini Un tiratore scelto del Secret service tira il grilletto eliminando l’attentatore, ma ci vogliono 10 secondi. Anche Crooks ha il suo scatto. È morto. Sdraiato in terra su un fianco con i militari che puntano i loro fucili verso di lui.
Anomalia «Appare evidente l’anomalia di un perimetro di sicurezza estremamente ridotto attorno a Trump. Per eventi di questo genere si prevede la messa in sicurezza del luogo attraverso una distanza di almeno 300 metri dal potenziale obiettivo» (il professor Arije Antinori, criminologo) [Francesco Semprini, Sta].
Scarpa Ore 18.15. La folla scandisce: «U-s-a, U-s-a, U-s-a». «Dobbiamo muoverci», dice un agente a Trump. Trump tiene il pugno sollevato mentre zoppica dal palco, giù per le scale e poi lo caricano nel suo Suv nero. Una scarpa nera è rimasta sul palco.
Tempi Stupisce anche il tempo impiegato per allontanare Trump dal palco. Sulla rete hanno messo a confronto le immagini del 2016, quando, durante un comizio, il tycoon era stato allontanato in nove secondi per un allarme. Sabato ci sono voluti due minuti e nove.
Sky In Italia Sky TG24 da per primo la notizia. Sono le 24.17.
Superman «Ora è un eroe, un superman della convinzione e della lotta, un aspirante devastatore della democrazia Usa potenzialmente imbattibile. Il sentimento di compassione e di solidarietà è autentico, ci riguarda tutti, anche i suoi nemici giurati. La politica è il più crudele e gran teatro del mondo, perfino meglio di Taylor Swift, e quando diventa Grand Guignol, quando si tinge di violenza e di sangue, suscita passioni non forti, fortissime, e scavalca ogni problema ogni argomento ogni ragione» [Giuliano Ferrara, Foglio].
Cuore «Dicono che è un genio della comunicazione, The Donald, e questo lo sapevamo anche prima del pugno. La sua comunicazione di estremo successo è infarcita di menzogna, di provocazione, di deplorevoli assalti contro donne, handicappati, avversari. Ma il pugno con la riga di sangue sulla guancia va molto oltre la bugia, esibisce un cuore di verità drammatico, anche tragico, con il quale faremo i conti per decenni. C’è sovrana bellezza nel combattimento personale, nella sua incarnazione per conto di grandi folle osannanti, sono cose che vanno al di là, e molto, di un programma, di una cultura ultrapopulista, di un disprezzo per le regole, di una tendenza a fare degli avversari nemici accanendosi su di loro senza pietà» [Ferrara, cit.].
Padre «L’attentato a mio padre cambierà l’America» (Tiffany Trump)
Candidati Candidati presidenti presi di mira prima di Trump: George Wallace, ferito nel 1972 e ridotto su una sedia a rotelle. Quattro anni prima era stato ucciso Robert F. Kennedy, in corsa per la Casa Bianca in un anno drammatico per i democratici, che culminò – come stavolta – in una tesa convention a Chicago.
Giornalisti Lo spiazzo viene evacuato. I sostenitori di Trump sono usciti, telefonando e girando video, scioccati ma ordinati. C’è chi se la prende con i giornalisti: «Non siamo al sicuro. La colpa è vostra». Chi si ferma per un hot dog, chi per una granita. Un uomo con un megafono con sulla maglia la scritta «JAN 6 SURVIVOR» fatta in casa ha invitato la gente a marciare su Main Street. Viene ignorato. Sul prato resta una distesa di bottiglie di plastica vuote. E la bandiera americana che continua a sventolare sopra le gradinate ormai vuote.
Complotti Sui social si sprecano le teorie complottiste: da Biden mandante della tentata strage, a gruppi antifa dietro all’azione. J.D. Vance, possibile vice di Trump, ha scritto su X che «per Biden Trump è un fascista autoritario che deve essere fermato a tutti i costi. Questa retorica conduce direttamente al tentato assassinio di oggi». C’è anche di peggio, scrive il rappresentante della Georgia alla Camera Mike Collins, che si definisce padre e camionista: «Joe Biden ha dato l’ordine». Neanche il Cremlino è arrivato a tanto. Dmitrij Peskov pur prendendosela con la Casa Bianca, ha detto di non credere che «dietro all’attentato ci sia l’attuale governo».
Salvini In Italia il primo a twittare è Matteo Salvini: «I toni violenti della sinistra rischiano di armare le mani di deboli di mente» [Mess].
Colpa Su 267 politici eletti che hanno parlato pubblicamente dell’attentato, 21 hanno dato la colpa a Biden per aver creato un clima di tensione e di scontro [Mess]. Il 44 per cento degli elettori americani crede alla proiezione freudiana di Trump per la quale Joe Biden è la più grande minaccia per la democrazia [Alan Friedman, Sta].
Violets Marc Violets ovvero il giornalista italiano Marco Violi che, inspiegabilmente, è stato indentificato come l’attentatore di Trump. Per ore il suo nome è rimbalzato dai social, ai siti fino alle tv. Tutto mentre dormiva nella sua casa romana. «Alle 2 di notte inizio a ricevere centinaia di notifiche sul mio telefonino. Mi sveglio ma non capisco cosa stia accadendo. Mi alzo, accendo il pc dove leggo che il mio nome è stato associato all’attentato a Trump. Media di tutto il mondo riprendono questa fake news senza che nessuno provi a verificarla. Domani partono le denunce» [a Stefano Carina, Mess].
Violenza «Che sia la violenza a cambiare il corso della storia americana non è certo una novità. Quattro presidenti su quarantasei sono stati uccisi mentre erano in carica: Lincoln, Garfield, McKinley e Kennedy. Uno, Ronald Reagan, si salvò d’un soffio con un proiettile in pancia. Il primo tentativo di far fuori un presidente risale al 1835 e riguardò Andrew Jackson, che non è passato alla storia come prima vittima solo perché le armi dell’imbianchino Richard Lawrence si incepparono entrambe. E visto che Lawrence aveva scelto come vittima il presidente più irascibile che l’America abbia avuto prima di Roosevelt e Trump, tutto quello che ne ricavò fu di essere mandato all’ospedale dallo stesso Jackson, che lo massacrò con il bastone da passeggio» [Bardazzi, Foglio].
Icona C’è un contrappasso amaro nell’attentato contro Donald Trump: l’arma usata per colpirlo è uno dei simboli della sua ideologia: l’Ar-15. È un’icona così cara da riprodurla su spillette e cravatte, indossate al Congresso. Alcune fabbriche ne hanno addirittura costruito versioni dedicate a Trump, devolvendo parte del ricavato alla campagna: sopra il grilletto vengono incisi il profilo di “The Donald” o i suoi slogan, come Make America Great Again. Si può persino acquistare uno scintillante affusto color oro con la scritta “Trump commander in chief”. Sono in vendita a un prezzo da 1.599 dollari in su perché in serie limitata. Per il modello base bastano 500 dollari [Gianluca Di Feo, Rep].
Ar-15 Americani che possiedono un Ar-15: 16 milioni [Washington Post]. Gli americani sono 330 milioni e possiedono 440 milioni di armi [Lucio Caracciolo a Francesca Paci, Sta.].
Raccolta La pagina GoFundMe autorizzata da Donald Trump ha raccolto 1 milione di dollari nelle 15 ore successive all’attentato.
Esplosivi Nell’auto di Thomas Matthew Crooks sono stati trovati due ordigni esplosivi. Un terzo a casa. L’Fbi fa sapere che ha agito da solo. Il movente però resta un mistero [Wall Street Journal e Cnn].
Ospedale Ore 21.30. Dopo essersi fatto medicare in ospedale, Trump è andato a Pittsburgh. Alle 23.37 il suo aereo privato è decollato con destinazione Newark, in New Jersey, dove era già previsto che tornasse prima di andare alla convention repubblicana di Milwaukee, che inizia oggi. Le misure di sicurezza sono state rafforzate, il presidente Biden ha dato ordine di potenziare i controlli. Michael Whatley, capo dei repubblicani, ha detto che si sta lavorando con quaranta agenzie diverse per evitare problemi.
Biden Subito dopo l’attentato il presidente Joe Biden ha chiamato il suo avversario per sincerarsi delle sue condizioni di salute: una «telefonata breve e rispettosa». Traduzione: gelida. Biden, che era nel Delaware, è tornato subito alla Casa Bianca. Ha tenuto una conferenza stampa di cinque minuti («È il momento dell’unità. Ho ordinato un’indagine indipendente sull’attentato. Esorto a non giungere a conclusioni affrettate su presunte falle nella protezione a Trump»). Poi un discorso alla Nazione («Non importa quanto siano forti i nostri convincimenti, non devono mai scadere nella violenza). Biden ha anche cancellato per motivi di sicurezza il viaggio in Texas previsto per oggi. Anche un comizio della vice Kamala Harris a Palm Beach è stato annullato.
Scale La differenza di immagine con Biden non potrebbe essere più netta. Nella notte le telecamere hanno ripreso il presidente mentre saliva lentamente sulle scale dell’Air Force One con le scarpe con la suola speciale antiscivolo [Mazza, Cds]. Qualche ora dopo un video mostra Trump scendere tranquillamente le scale del suo aereo: «È forte e resiliente», scrive il suo staff.
Aperto «Dall’assassinio di Kennedy nessun presidente americano ha più viaggiato su una decappottabile scoperta. Questa potrebbe essere l’ultima manifestazione all’aperto di un presidente o di un candidato, perché è molto più facile proteggere un’arena sportiva o un altro grande spazio chiuso» [Il premio Pulitzer David Cay Johnston autore della biografia The making of Donald Trump, a Roberta Zunini, Fatto].
Preghiera «Io e Jill preghiamo per lui e la sua famiglia e per tutti coloro che erano al comizio» (Joe Biden) [Mazza, Cds].
Violenza «Seguo con apprensione gli aggiornamenti dalla Pennsylvania, dove il 45esimo Presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato colpito durante un comizio. A lui la mia solidarietà e i miei auguri di pronta guarigione, con l’auspicio che i prossimi mesi di campagna elettorale possano veder prevalere dialogo e responsabilità su odio e violenza» (Giorgia Meloni, su X).
Dibattito «Il dibattito politico sull’attentato a Trump qui in Italia è stato monopolizzato da un’accesa discussione circa l’opportunità dello spostamento di una giornalista dalla conduzione di uno speciale del Tg1 sul caso del giorno. Questo sì che è un modo di mostrarci all’altezza dei tempi in cui viviamo» [Mieli, cit.].
Spot I democratici, in segno di rispetto, hanno sospeso le decine di spot elettorali anti-Trump, programmati in coincidenza con l’inizio della Convention. Due milionari conservatori, Elon Musk e Bill Ackman, hanno approfittato dell’attentato per annunciare il loro sostegno a Trump [Festa, Fatto].
Dio «Ringrazio Dio che l’ex presidente Trump sia salvo» (l’ex speaker della Camera Nancy Pelosi, su X).
Lottare Il figlio del tycoon, Don Jr., pubblica la foto di Vucci e proclama che suo padre «non smetterà mai di lottare per Salvare l’America» [Mazza, Cds].
Martire «Da pregiudicato, Trump si trasforma ora in martire. Lui, peraltro, fa di tutto per avvalorare la lettura profetica degli spari. “È stato Dio in persona a evitare che l’impensabile potesse avvenire”, ha scritto su Truth Social» [Festa, cit.].
Mamma Anche i familiari seguono la linea dell’ex presidente della reazione contro il male. La moglie Melania definisce «mostro» l’attentatore: «Superiamo l’odio, il veleno e le idee semplicistiche che alimentano la violenza». La figlia Invanka ricorda che proprio il 14 luglio di due anni fa è morta sua madre, Ivana: «Sono certa che dall’alto lo abbia protetto» [Evangelisti, Mess].
Malvagio Quali saranno le conseguenze di questo attentato in ambito socio-politico? «Trump ne trarrà una spinta a breve termine, ma potrebbe ritorcerglisi contro se esagera. Ha già rilasciato una dichiarazione definendo “malvagio” chiunque si opponga a lui» [Il premio Pulitzer David Cay Johnston autore della biografia The making of Donald Trump, a Roberta Zunini, Fatto].
Show Alla Convention dei repubblicani di Milwaukee che inizia oggi, Trump interpreterà il ruolo del martire, l’uomo forte, la vittima. Si esibirà nella migliore performance della sua vita. Metterà in scena anche un episodio del suo reality televisivo di un tempo, The Apprentice, annunciando il nome del vicepresidente che ha scelto, e così dominerà i notiziari nazionali per l’intera settimana. Potrebbe paragonarsi a Gesù. Lo ha già fatto, in precedenza [Friedman, cit.].
Odio Un «intollerabile gesto di odio» per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Profezia In Russia presentatori tv e blogger danno largo spazio alla «profezia di Tucker Carlson», l’ex giornalista di Fox News vicino a Trump e alla Russia, che già un anno fa e poi il 31 maggio avrebbe ipotizzato un attentato alla vita del tycoon [Rosalba astelleti, Rep].
Parlamentari «Difficile dire come l’impennata della violenza politica si rifletterà sulla battaglia per il Parlamento: deputati e senatori dei due partiti vivono da anni in un clima di minacce permanenti. Qualcuno ha mollato, altri si sono adattati. Ma ora tutto cambia: In molti hanno rinviato o cancellato eventi delle loro campagne elettorali. Cresce il rischio di vendette di «cani sciolti» e i congressmen non hanno la protezione del servizio segreto e nemmeno una scorta» [Massimo Gaggi, Cds].
Simpatia «Adesso va misurato l’“effetto Butler” sul voto. Il sondaggista Frank Luntz prevede un’ondata di simpatia, solidarietà, rabbia e mobilitazione a favore dell’ex presidente. Trump, secondo Luntz, si è guadagnato la certezza “che ogni suo elettore stavolta andrà a votare: Biden non può certo contare su qualcosa di simile» [Bardazzi, cit.].
Sostituire I problemi di Biden saranno temporaneamente eclissati dall’incoronazione di Trump. Il tentato omicidio di Trump e la Convention repubblicana potrebbero in definitiva indurre l’élite del Partito democratico (inclusi Nancy Pelosi e gli Obama) a desistere dal tentativo di sostituire Biden. Temporaneamente [Friedman , cit.].
Giovane «I democratici non possono più perdere tempo: devono convincere Biden a farsi da parte. Hanno tempo fino alla convention di metà agosto per scegliere una persona giovane e capace di essere convincente» [Enrico Letta a Francesca Schianchi, Sta].
Democrazia A prescindere dal fatto che il candidato sia Joe Biden o Kamala Harris, temo che Trump possa conquistare non soltanto la Casa Bianca, ma anche sia il Senato sia la Camera dei rappresentanti. Trump ha già il controllo della Corte Suprema. Se Trump finisse con l’assumere il controllo di ogni ramo del governo, se non ci fosse più un sistema di pesi e contrappesi, per la democrazia americana così come la conosciamo calerebbe davvero il sipario [Sta].
Sondaggi Aggrapparsi ai sondaggi per Biden potrebbe non essere la più astuta delle mosse. Ce ne sono quasi 800, fatti con metodi e campioni diversi. Quello di Npr e Pbs lo colloca Biden in vantaggio di due punti. Per Washington Post/Abc i duellanti sono appaiati al 46 per cento. Altre rivelazioni dipingono uno scenario favorevole a Trump (2,9% in più). Secondo l’analista Nate Silver le chance di vittoria di Biden sono scese dal 34 per cento al 27 per cento di venerdì [Simoni, Sta].
Rispetto Se tornasse alla Casa Bianca Trump non avrebbe rispetto per l’establishment di Wall Street, militare e culturale che lo intimidiva nel 2016. L’amministrazione sarà fatta da persone fedeli, quelle che, da oggi, ascolteremo alla Convention, e da nuovi magnati alla Elon Musk. Donald Trump II ha debuttato con un comunicato pacato che parla di unità, ma chi lo conosce dubita che duri. Ove prendesse le distanze dagli estremisti […], Trump conquisterebbe incerti e indipendenti, e renderebbe ardua la rimonta democratica. Lo farà? Difficile, malgrado lo stoicismo mostrato gli offra un inedito carisma. Se invece, come probabile ascoltando dichiarazioni dure di J.D. Vance, l’odio fra le due Americhe continuasse, allora potrebbe essere l’inizio di una stagione del sangue [Riotta, Rep]
Voti «Se il presidente accetta di ritirarsi, se il suo partito organizza tra un mese a Chicago una convention aperta, se da un confronto trasparente e competitivo emerge un candidato moderato (tipo Gretchen Whitmer, governatrice del Michigan): ci sarà una chance di arrestare il moto infernale della polarizzazione ideologica che eccita le ali estreme. In mancanza di questa svolta, l’attentato in Pennsylvania non sposterà voti da una casella all’altra (evento assai raro), ma può mobilitare e galvanizzare la base repubblicana. Il loro uomo, colpito a sangue, si è risollevato, ha teso il pugno, ha promesso di continuare a lottare. Uno spettacolo di grinta in netto contrasto con il decadimento del vecchio Joe» [Federico Rampini, Rep].
Conti «Faremo i conti, e che conti, con il simbolo, che è molto più della sola carne» [Ferrara, cit.].
Morto «Hanno sparato a Trump ma è morto Biden» (Marianna Aprile)
a cura di Jessica D’Ercole
FONTE: ANTEPRIMA 15 LUGLIO 24
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