27 Novembre 2025
Libri: morte, soldi e mistero nel nuovo noir di Turano

Diffidare dei romanzi scritti da giornalisti. Ma se il giornalista è anche uno scrittore (e in questo caso lo dimostrano i suoi sette romanzi precedenti, tutti da leggere), allora ci si può concedere un tuffo – pericoloso – dentro la storia noir di Gianfrancesco Turano.
Titolo: I buoni non esistono. Puro piacere della lettura, tanto da far dimenticare che la realtà, la politica, la cronaca italiane forniscono trame da far impallidire quelle hard boiled distillate in America da Chandler, Hammett, Ellroy.
Turano, inviato speciale dell’Espresso, ci fa viaggiare tra Milano, Roma e Dubai insieme ai suoi personaggi. Il poliziotto Mariano Greco, diventato investigatore privato per eccesso di correttezza: non proprio uno stinco di santo, ma cacciato dalla polizia perché si era rifiutato di nascondere le verità indicibili della politica e dei suoi accordi con la criminalità. Fulvio Di Sauris detto Osso, agente del gruppo più segreto del servizio segreto, con licenza d’uccidere Stay Behind, friulano tutto di un pezzo, feroce e adorabile al tempo stesso, temprato dalle azioni proibite della “guerra non ortodossa”. Sua figlia Arminia detta Minni: un vero Problema, da non scoprire troppo, almeno non su OnlyFans.
Se proprio volete scoprire qualcosa, nelle 285 pagine veloci come un film veloce potreste perfino riconoscere l’agenzia Equalize, quella degli spioni privati con sede dietro il Duomo di Milano; o potreste individuare nell’intreccio a chiave la storia incredibilmente vera di un armatore di Reggio Calabria diventato deputato a Roma e latitante negli Emirati.
Esilio dorato dopo una condanna per concorso esterno in associazione mafiosa – ramo ’ndrangheta – per Amedeo Matacena, solida amicizia con un altro condannato per concorso esterno – ramo Cosa Nostra – Marcellino Dell’Utri.
Matacena se la cava con dieci anni di reclusione felice negli hotel stellati di Dubai, beffandosi della giustizia italiana. La beffa diventa pericolo per i poteri che lo hanno protetto, o – chissà – il suo tesoro fa troppo gola a chi gli sta accanto. Fatto sta che l’esilio inquieto e felice viene interrotto dalla sua morte misteriosa, per infarto, a 59 anni, proprio a un soffio dal suo ritorno libero in Italia (accuse cadute per il trascorrere del tempo), e tre mesi dopo la ancor più misteriosa morte della madre, Raffaella De Carolis, ex miss Italia volata a Dubai forse per convincere il figlio a non fare un passo falso.
Di certo c’è solo che madre e figlio erano stati assistiti – troppo? – da Pupi, moglie sposata con rito africano, nella realtà (più hard boiled della finzione) ex modella, chirurga estetica, dottoressa senza laurea, infine ereditiera del tesoro nascosto di Matacena.
Non c’è soluzione del giallo, né nel romanzo né nella realtà. Turano usa con maestria gli stilemi di genere e cuoce il suo hard boiled italo-emiratino senza soggezione dei maestri ma anche senza restare prigioniero del genere. Del resto ha saputo scrivere negli anni una piccola Iliade calabro-calcistica (Catenaccio!, 2006), un romanzo filosofico (Remedia amoris, 2009), un romanzo politico (Salutiamo, amico, 2020), un romanzo storico (Polemos, 2022).
In questa sua nuova storia, ci infligge una lettura agghiacciante e divertita che incrocia poteri legali e poteri illegali (difficile distinguerli). Sotto una poderosa e agrodolce scorza di cinismo – ma proprio sotto – si può intuire una voglia di far vincere i buoni. Che però non esistono. Forse.
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