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mercoledì 19 ottobre 2011

IL PROCESSO AL PENALISTA MICHELE SANTONASTASO - NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE


Prossima udienza il 25 novembre innanzi la Prima Sezione Penale

SALTATA  PER DIFETTO DI CITAZIONE E PER DIVERSA COMPOSIZIONE DEL COLLEGIO  LA PRIMA UDIENZA PER IL PROCESSO A CARICO DELL’AVVOCATO MICHELE SANTONASTASO

Accusato di collaborare con i boss da lui difesi è detenuto a Secondigliano da quasi un anno e protesta la sua innocenza –  
   
       S. Maria C.V.  ( di Ferdinando Terlizzi ) -  E’  saltata  la prima udienza del processo  a carico dell’avv. Michele Santonastaso,  accusato di essere al servizio dei boss da lui difesi,   in programma ieri mattina,    innanzi la  prima sezione penale del Tribunale di S. Maria C.V. ( Presidente Orazio Rossi, giudici Francesca Auriemma e Paola Cervo ), per difetto di una citazione al perito Dr. Alberto Fichera,  e per un probabile cambio  di uno dei due giudici a latere del collegio giudicante.
      Chi si aspettava di vedere l’avv. Michele Santonastaso,  con i ceppi ai polsi, chiuso in un  cubicolo e tradotto col “carro-bestiame”,  da Secondigliano a  S. Maria C.V. è rimasto deluso. L’uomo da baraccone, la belva in catene,  che la “giustizia-spettacolo” vuole esibire col tintinnio delle  manette ha fatto fiasco.
      L’”avvocato-imputato”, invece,  conoscendo gli andazzi di legge,  aveva già preventivato,  attraverso i suoi difensori,  ( Quattro,   tra titolari e sostituti processuali: Avv.ti Giuseppe Garofalo, Gaetano Pastore, Stefano Sorrentino Laura Arena ) che l’udienza sarebbe stata aggiornata per via dei difetti riscontrati negli atti per cui ha preferito restare nella sua “mansarda” di Secondigliano.
     Il giorno precedente all’udienza erano circolate voci strane ( è da molto che detrattori dell’avvocatura,  annidati anche  nelle organizzazioni di categoria,   seminano fandonie da circo equestre ) si sussurrava nei corridoi del palazzo di giustizia - ma non è la prima volta – che Michele Santonastaso aveva beneficiato degli arresti domiciliari,  avendo accusato vari colleghi di collusione con i boss.  Che si  era pentito… di che? Tutto falso.
      Vero è invece il fatto che,  con varie argomentazioni e memorie ( corroborate da riscontri obiettivi ) il professionista casertano vuole respingere   al mittente le infamanti accuse e le trame accusatorie che lo vedono oggi in una situazione di sudditanza e soggezione.  
      Nello specifico la  difesa,  evidenzia l’assenza   di gravi indizi di colpevolezza, depositando ben 3 faldoni di atti e documenti sconosciuti all’A.g., al momento dell’emissione della misura cautelare e citati dall’imputato nel lungo interrogatorio del 25.3.11); la nullità delle intercettazioni telefoniche, la nullità della ordinanza di custodia cautelare ( per la richiesta di  archiviazione degli stessi fatti nell’ambito del processo Spartacus  del 1993); per l’avvenuta  cancellazione dall’albo degli avvocati, in considerazione che trattandosi di condotte contestate tutte riconducibili alla funzione di avvocato e per varie altre cose che saranno esibite nel corso della causa.  
     Per quanto attiene, invece, all’accusa di favoreggiamento e falsa perizia (nei due capi d’imputazione si contesta il fatto che  Augusto La Torre per salvarsi dall’accusa di un duplice omicidio ( Rosselli-Riccardi ) avrebbe preordinato un falso alibi, facendo dire ad un teste, Giuseppe Mandara, escusso quale parte offesa in un altro processo, che si trovava insieme al La Torre il giorno dell’omicidio, coincidente con l’onomastico di La Torre, ossia il 27/03/90 ) la difesa invece obietta che .dimostrerà,  nel corso del dibattimento,  che l’avvocato Santonastaso è completamente estraneo agli addebiti. Vedremo come,  e se si  riuscirà,  nel corso della istruttoria  dibattimentale  – che si profila lunga e laboriosa  – a dimostrare l’innocenza dell’imputato.
      In merito invece all’accusa di favoreggiamento di Francesco Bidognetti per il duplice omicidio ( Griffo-Stroffolino: i due amanti trucidati e gettati in un pozzo, per punire lei che era stata la moglie del boss Alberto  Beneduce),  la difesa afferma  che il fatto  non è mai stato contestato con autonomo capo d’imputazione, per il semplice motivo che l’accusa del Torre è un’autentica menzogna. Infatti l’accusa consiste nel fatto che l’avv. Santonastaso uno o due giorni precedenti all’udienza nella quale il La Torre testimoniò nel processo a carico di  Francesco Bidognetti, per il duplice omicidio Griffo - Stroffolino, gli avrebbe chiesto di riferire circa l’astio nutrito da Dario  De Simone nei confronti di Bidognetti al fine di screditare il collaboratore.
       Infine per l’accusa di corruzione e falsa perizia  ( l’accusa consiste nel fatto che nel corso del Processo a carico di  Luigi Cimmino  e altri,  per il delitto di omicidio, in cui era imputato Aniello Bidognetti, l’imputato avesse corrotto i periti di ufficio ( Alberto Fichera e  Alessandro  Berretta ) nominati ex officio dalla Corte di Assise di Napoli, al fine di falsificare la perizia fonica dietro corresponsione di 100 mila euro e, quindi, conseguendo poi l’assoluzione di Aniello  Bidognetti), la difesa diversamente dall’accusa sostiene che ci sia stato uno “scambio”  di bobine e che i periti – senza accorgersene – avrebbero lavorato su materiale diverso.  Sarà una battaglia grossa in un duello di prove e controprove tra accusa e difesa. Se ne parlerà il prossimo 25 novembre.


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