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mercoledì 21 dicembre 2011


PASQUALE PIROLO IL BOSS DI CARTA CHE HA TRUFFATO LA CAMORRA E LA GIUSTIZIA


PROCESSATO PER TRAFFICO DI STUPEFACENTI, CAMORRA,  TRUFFA E BANCAROTTA – E’ ORA IRRIPEREBILE E RICERCATO IN TUTTA ITALIA 

( MA LUI VIVE IN SPAGNA)

 Nel 1995 fece arrestare il Sen. Tamì Ventre, gli on.li  Dante e Vincenzo Cappello, l’On. Alfredo Pozzi e nel 1998 il giornalista Ferdinando Terlizzi poi…  ( tutti assolti )


     S. Maria C.V. –  Il primo a capire lo “spessore criminale” di Pasquale Pirolo fu il Sostituto Procuratore dell’ epoca Vincenzo Scolastico ( ora Procuratore Capo a Savona ) che riuscì a fargli fare dichiarazioni che diedero la stura all’arresto del cosiddetto “terzo livello”. In seguito alle sue propalazioni, venne operato lo stralcio del  secondo  processo Spartacus – quello ai colletti bianchi – e furono coinvolti uomini della segreteria dell’on. Manfredi Bosco, il Sen. Tamì Ventre, gli on.li Vincenzo e  Dante Cappello, l’On. Alfredo Pozzi, funzionari regionali, giornalisti e magistrati.
     Era tutto falso. Tutto inventato da Pasquale Pirolo per sottrarsi alla confisca dei suoi beni. Tutte le persone da lui accusate furono assolte. Oggi è ritornato nella tavella della giustizia, ma lui è riuscito a truffare  finora sia la giustizia che  la camorra con un comportamento ibrido perpetuato per anni, rifuggiandosi all’estero e operando sotto falso nome.
    Ieri a  Pasquale Pirolo ieri la questura di Caserta, guidata dal questore Guido Longo, ha sequestrato immobili e società per un valore quantificato intorno a una cinquantina di milioni di euro. Pirolo, sposato con una donna spagnola e attualmente irreperibile, ricopre un posto di rilievo nell'ambito del clan dei Casalesi tanto da poter essere definito il «personal manager» di Michele Zagaria.

Cresciuto prima nella veste di uomo di fiducia di Antonio Bardellino, ha poi curato  gli affari di Vincenzo Zagaria, cugino di Michele e, infine, quelli dell'ex primula rossa arrestata a Casapesenna lo scorso 7 dicembre. Da quanto emerso, pare che Michele Zagaria e il clan stavano investendo ingenti somme di denaro nelle zone di Rodi Garganico (Foggia) e a Reggio Emilia proprio attraverso Pirolo.

In quelle zone, la questura di Caserta, ha sequestrato infatti  una ventina di società immobiliari attraverso le quali venivano acquistati terreni a poco prezzo sui quali poi edificare palazzi e ville. Una lottizzazione da svariate centinaia di milioni di euro, in soldoni, studiata a tavolino dal clan dei Casalesi che, in quelle zone della Puglia e dell'Emilia Romagna, secondo quanto confermano i collaboratori di giustizia, ha ingenti interessi.  
     Le società gestite da Pirolo per conto di Zagaria sono tutte intestate a prestanome, piccoli imprenditori, tra i quali figurano anche alcuni parenti dello stesso Zagaria. Già negli anni '80, all'attuale personal manager dei casalesi, vennero sequestrati beni mobili e immobili, provvedimenti che era riuscito a evitare proponendosi in maniera pretestuosa come collaboratore di giustizia.
    Ma chi conosce veramente bene il Pirolo è il fratello che negli anni scorsi fece circolare nelle redazioni dei giornali una lettera ( che di seguito riportiamo ) definendo il fratello “un boss di carta”.

     “Come si  vive con un camorrista in famiglia?” si domanda il fratello Lorenzo,  che traccia un profilo “inedito” del camorrista-pentito Pasquale Pirolo “Questa non è la storia di Caino e Abele, ma paradossalmente ha con essa molte analogie. Premes­so il fatto che non ritengo mio fratello un appartenente a qualsivoglia associazione a delinquere mi pregio di essere, insieme alla mia famiglia, l’unica vittima del finto boss. Posso assicurare in tutta buona fede che tutte le sue azioni delinquenziali sono state perpetrate in famiglia e che ha mandato in miserie me e i miei genitori, facendoli morire di crepacuore, dopo anni di maltrattamenti, ricatti, plagi e vessazioni. Preciso che quello dei Pirolo era un impero da lui a poco a poco smantellato, fino al punto di mandare Tir carichi di merce in Venezuela (all’insaputa di tutti perché già allora mi aveva convinto a firmargli una procura speciale) e per questo sono stato anche accusato con lui di bancarotta fraudolenta. Che, tra l faltro, mi sono ritrovato a dover riscattare una casa da lui ipotecata con la società Konic Car., ho perso 2 macchine, di cui una sotto sequestro, perché da lui prese in casa mia e rimesse in circolazione adducendo, come scusa, che doveva restituirle per il caso fallimentare della Società Pirolo Group. Che dopo la morte di mio padre, Michele Pirolo, che aveva lasciato tutto ai nipoti, mi ha convinto a rinunciare all feredità per farne beneficiare solo mia madre. Che, successivamente ha costretto (minacciandola) oramai ottantenne, a firmare una cessione di credito nei confronti della sua compagna Caroline, all fepoca nullatenente e non in grado di presta­re niente a nessuno e quantomeno a mia madre è oggi proprietaria di numerosi immobili in quel di Barcellona. Che i soldi dovuti a mia madre da Pietro Caturano non si sono mai visti. Premetto che c’era una scrittura privata fra di noi che diceva che i soldi – per il pagamento delle nostre proprietà immobiliari – sarebbero stati divisi in 3 parti. Non so quale pastetta h abbia fatto con il Caturano fatto gli è che io sono alla fame e mia madre è morta nella più assoluta indigenza c in una casa ormai fatiscente e dove mancava tutto e da dove sono scomparsi: arazzi, quadri, tappeti, oggetti d foro e d’argento, vasellame pregiato, pellicce e quant‘altro. Io accuso mio fratello, senza nessuna remora o paura e lo accuso di avermi fatto sprofondare in uno stato di depressione, e di prostra­zione, di malattia da spingermi a rendere pubblico il suo iniquo comportamento nei confronti di una famiglia che lo ha sempre aiutato al punto di spogliarsi di tutti i beni pur di provvedere al pa­gamento dei suoi avvocati, dei suoi debiti, dei suoi fallimenti. Ho spesso pensato al suicidio c Sono infine venuto a sapere che non ha pagato il funerale di nostra madre, nonostante abbia sfruttato la casa (anche quella ormai non più nostra, ma da lui occupata), la pensione e le ultime poche cose che mia madre possedeva. Chiedo pubblicamente – visto che mio fratello Pasquale – ha tanto intricato la situazione che nemmeno gli avvocati riescono a sbrogliare la matassa - e mi domando, che fine hanno fatto i soldi dell’eredità giacente di mio padre che Caturano doveva alla Caroline (compagna del Pasquale Pirolo) e che dovevano in seguito essere suddivisi? Grazie alle sue manovre vivo anch’io in uno stato di indigenza estrema ed ho dovuto mettere in vendita le case da poco riscattate (nota bene sempre ipotecate a causa sua) e mi trovo in condizioni di non poter più sopravvivere. Mi sento quasi prossimo alla morte e ritengo lui l’unico responsabile di questa mia disastrosa situazio­ne economica. Se avete un camorrista  in famiglia: attenzione tanto potreste averne benefici se questi è un vero camorrista ma se è solo un bluff come mio fratello che ha giocato solo a farlo in famiglia, ricattandoci ed estorcendo soldi a tutti spalleggiato dagli altri personaggi  come lui allo­ra è finita e né lo Stato né la legge né la società potrà darvi una mano c perché è difficile credere a queste cose, pensare che un uomo passa sul cadavere dei genitori, fratelli, figli e nipoti pur di essere sempre considerato una persona intelligente e capace, ma capace (di che cosa?) solo di distruggere la vita degli altri. Gola profonda colpisce ancora (ha fatto arrestare gli onorevoli Vincenzo e Dante Cappello, il senatore Tamy Ventre e un noto cronista giudiziario: tutti naturalmente assolti, perché accusati per fare un favore al piemme che lo interrogava e per riscattare le aziende che gli avevano sequestrato) ma questa volta vi ho rivelato dove ha sempre colpito: la famiglia. Se voglia­mo quantificare le somme di quello che mio fratello mi ha truffato per difetto e non per eccesso, solo per la Konic Car e l’eredità giacente di nostro padre, possiamo facilmente parlare di oltre 400 mila euro”. 

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