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venerdì 24 febbraio 2012

Il Processo all’avv.Michele Santonastaso




PRESENTATA UNA DENUNCIA PER FALSO CONTRO IL PENTITO  RAFFAELE PICCOLO.

FRANCESCO BIDOGNETTI INTERVIENE IN VIDIO CONFERENZA DA PARMA E DEFINISCE TUTTI SANTI I PENTITI DI OGGI CHE SPESSO DIMENTICANO LE LORO MALEFATTE:. “STO SCONTANDO IL CARCERE CON DIGNITA’ E HO RINUNCIATO A SCORCIATOIE CHE MI SONO STATE PROPOSTE”

 LE DICHIARAZIONE SPONTANEEE DI SANTONASTASO SMONTANO I TESTI DELL’ACCUSA.

IL TRIBUNALE HA ACCOLTO LA RICHIESTA DEL P.M. SULLA SOSPENSIONE DEI TERMINI DI DURATA MASSIMA DELLA CUSTODIA CAUTELARE.

IL 9 MARZO DI SCENA LA PENTITA ANNA CARRINO





     S. Maria C.V. -  ( di Ferdinando Terlizzi ) – Ancora una udienza densa di avvenimenti e di colpi di scena quella di ieri  innanzi la  prima sezione del Tribunale di S. Maria C.V., ( collegio A – Presidente  Orazio Rossi, a latere Francesca Auriemma e  Paola Cervo, - Pm. della DdA Dr. Antonello Ardituro ), per il processo a carico dell’avvocato Michele Santonataso,  accusato di concorso  in associazione mafiosa e di corruzione in atti giudiziari,  difeso dagli avvocati Avv.ti Giuseppe  Garofalo,   Gaetano Pastore e  Stefano Sorrentino.
    Assieme a Santonastaso,  sono imputati anche Francesco Bidognetti, - difeso dagli avvocati Elsa Cardone  e Nicola Filippelli,   in video conferenza dal Carcere di Parma, perché in regime di 41 bis  e Alberto Alfio  Fichera,  perito dell’Università di Catania, difeso dagli avv.ti  Von Arx e  Vanila,  rappresentati dall’avv. Roberta Esposito.

     Nella udienza precedente, come si ricorderà, oltre alla nomina dei periti  Daniela Tessitore, Maria Tessitore, Antonio Vanacore e Mariano Venetucci, tutti incaricati di trascrivere le intercettazioni ambientali,  sono stati escussi il collaboratore di giustizia Raffaele Piccolo e l’Ispettore della DdA  Carmine Gatti. L’altro collaboratore di giustizia Bruno Danese, mentre era in video collegamento da zona protetta,  si è sentito male ed il cancelliere ha riferito che era stato trasportato in ospedale. Per questo sono state  - col consenso del pm delle parti -  acquisite le sue deposizioni.  Successivamente nelle sue dichiarazioni spontanee l’avv. Michele Santonastaso ha letteralmente smontato ogni accusa. A molti ( non so al collegio ) è sembrato che i due veramente avessero riferito cose in veritiere. Ad ogni buon conto la difesa di Santonastsao ha annunciato una querela per falso e calunnia nei confronti del collaboratore di giustizia Raffele Piccolo.

     E veniamo all’udienza di ieri allorquando sono stati di scena altri due collaboratori di giustizia ( il termine non mi piace li chiamo sempre pentiti ) il primo è stato – in video conferenza da luogo segreto – Francesco Cantone ex boss della zona di Trentola il quale ha riferito di aver avuto la confessione di Giuseppe Cristofaro che gli aveva riferito che per un duplice omicidio a Napoli gli avvocati aveva corrotto un pentito e che sarebbero poi stati assolti in base a questo. Questo è un passaggio dell’accusa a Santonastaso. Obiezione dell’avv. Pastore: “Ma come fate a dire che avevano comprato il perito?”. Risposta: “All’epoca avvocato di Crostofaro era Giovanni Cantelli e lui mi riferì che questi gli aveva detto che siccome per gli altri avevano corrotto il perito era probabile che solo lui venisse condannato”.
     Il collaboratore di giustizia ha detto di essersi intrattenuto con il Cristofafro perché detenuto nelle carceri di S. Maria C.V. e perché imputato nel processo per l’estorsione all’ing. Emini. Su esplicite domande del piemme il Cantone ha detto che aveva saputo sempre per bocca del Cristofaro che si era interessato della corruzione a Fichera anche l’avvocato Santonastaso che era molto vicino alla famiglia Bidognetti.

     Ma Cantone è caduto numerose volte in contraddizione specie sulle domande della difesa: Per esempio alla vigilia del suo pentimento lui non fece alcun cenno alla vicenda della corruzione Fichera. Dopo 4 mesi – evidentemente imbeccato – dichiarò quanto affermato ieri in aula.
     E stato poi la volta dell’altro pentito in video conferenza sempre da sito riservato  di Franco Alvino, boss del vomero, appartenente al clan Cimmino. Nell’epoca in cui era gia stato commesso l’omicidio di Silvia Ruotolo venne a contatto con Vincenzo Tammaro. Ho saputo che il clan Bidognetti con il clan Commino si scambiavano i killer per gli omicidi. I Casalesi uccidevano a Napoli e viceversa. Da Tammaro ha saputo anche che lui si lagnava perché i Cimmino non avevano distrutto l’auto dove la DdA aveva piazzato una cimice. Si è sempre parlato di Famiglia Bidognetti ma non posso precisare se si tratta del padre o del figlio ma poiché il padre è in galera da tempo debbo ritenere che il figlio con i Cimmino riuscirono a corrompere il perito Fichera”.   

    Anche questo teste dell’accusa è caduto numerose volte in contraddizione specialmente sulla cifra pafata per corrompere il perito. All’epoca riferì di aver saputo che erano stati sborsati circa 20 milioni oggi ha riferito di aver saputo che forono sborsati 120 mila euro. Ma non è l’unica inesattezza fatta rilevare in controesame dalla difesa. Prima ha detto che la cifra fu consegnata a Roma, poi a Napoli poi altrove…

    Nelle sue dichiarazioni spontenee l’avv. Santonastso ha smentito anche questo testimone con varie documentate circostanze. Ma quello che ha fatto più clamore in aula è stato l’intrevento in video  conferenza dal Carcere di Psrma di Francesco Bidognetti il quale si è prima dissociato dicendo: “Io di tutti questi fatti non conosco nulla e poi ha attaccato tutti i pentiti che spesso dimenticano le loro malefatte per raccontare quelle degli altri. Bisognetti ha detto testualmente: “Io sto scontando  con dignita’ il carcere e non ho fatto come altri,  non ho approfittato di scorciatoie,  che pure mi sono state offerte per uscire dal carcere. Ho sbagliato e sto pagando sulla mia pelle”.  “I collaboratori – ha continuano Bidognetti – che dicono di tutto e il contrario di tutto sono diventati tutti Santi!”.
     Poi il Tribunale – sciogliendo la riserva dell’udienza  del 27 dicembre  - ha accolto  la richiesta avanzata dal Pubblico Ministero di sospensione dei termini di durata massima della custodia cautelare per complessità del dibattimento. In chiusura il dibattimento è stato aggiornato al 9 marzo nel corso del quale dovranno essere ascoltati i testi d’accusa Anna Carrino e Alessandro Beretta. Salvo colpi di scena e cambiamenti dell’ultima ora.



    



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