DIFFAMAZIONE tramite media -
Analisi delle 216 sentenze civili (2003 e 2004) del Tribunale di Milano
pubblicata su TABLOID (numero 9/10-settembre/ottobre 2005)
Sulle sentenze di condanna,
pesa la carenza del requisito
della verità della notizia
Nel 92% dei casi sono stati riconosciuti e liquidati i danni morali in misura, in media, pari a € 21.207,96 (contro richieste risarcitorie in media pari a € 1.011.031,89).
Sulle sentenze di condanna,
pesa la carenza del requisito
della verità della notizia
Nel 92% dei casi sono stati riconosciuti e liquidati i danni morali in misura, in media, pari a € 21.207,96 (contro richieste risarcitorie in media pari a € 1.011.031,89).
La condanna risarcitoria più elevata è stata di € 120.000.
Milano, 29 settembre 2005. Il Consiglio regionale dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia,
considerato l’interesse suscitato dalla precedente ricerca sulle sentenze
emesse dal Foro Ambrosiano in materia di diffamazione tramite mass-media, rende
nota una nuova ricerca in materia, con riferimento alle sentenze emesse nel
biennio 2003-2004. dalle sezioni civili del Tribunale di Milano.
Tale ricerca è stata svolta sempre dagli
avvocati Sabrina Peron ed Emilio Galbiati del Foro di Milano. Il primo
presidente del Presidente della Tribunale di Milano ha autorizzato le
Cancellerie al rilascio di copie delle sentenze nel rispetto della normativa in
materia di privacy.
Si possono illustrare alcuni dei dati
più significativi emersi con riferimento alle 216 sentenze civili di primo
grado emesse nel biennio 2003-2004:
durata del procedimento: la durata del procedimento civile, dalla data di notificazione dell’atto
di citazione a quella del deposito della sentenza di primo grado, è di tre anni
e mezzo circa.
tipologia di testata: i procedimenti per diffamazione a mezzo stampa hanno interessato diverse
tipologie di testate nella seguente misura percentuale: quotidiani
nazionali 57%; quotidiani locali 0,5%; settimanali 32%;
mensili (o altri periodici) 8%; reti televisive 1,5%;
testate on-line 1% tipologia articoli diffamatori: i più
colpiti da querela per diffamazione sono gli articoli di cronaca (nel 52% dei
casi), quindi gli articoli di critica (28%) ai quali seguono le
interviste nel 9% dei casi, mentre un residuo 11% ha
riguardato la pubblicazione di immagini fotografiche.
Le percentuali accoglimento/rigetto: si è
potuto rilevare una leggera prevalenza delle sentenze di accoglimento della
domanda risarcitoria (53%) rispetto a quelle di rigetto (47%); scriminanti
assenti in caso di condanna: su un campione di 114 sentenze di condanna,
in 79 casi è stata riscontrata la carenza del requisito
della verità della notizia (anche sotto il profilo della
putatività); mentre in almeno 40 casi si è riscontrata la
violazione del criterio di continenza ed in almeno 16 casi
è stata accertata la mancanza di pubblico interesse (tra
questi ultimi sono state conteggiate anche le pubblicazioni di fotografie in
violazione del diritto all’immagine della persona ritratta).
La professione delle parti offese: tra le persone offese sono principalmente emerse le seguenti categorie
professionali: privati 26% (i quali hanno visto accogliere la
loro domanda in una percentuale pari al 44%); persone giuridiche 13% (i
quali hanno visto accogliere la loro domanda in una percentuale pari al 44%); magistrati 12,5% (i
quali hanno visto accogliere la loro domanda in una percentuale pari al 72%); politici 9% (i
quali hanno visto accogliere la loro domanda in una percentuale pari al 62%).
I risarcimento danni: in caso di condanna nel 92% dei
casi sono stati riconosciuti e liquidati i danni morali in
misura, in media, pari a € 21.207,96 (contro delle richieste
risarcitorie, in media, pari a € 1.011.031,89). Con riferimento a
questi dati va però precisato che la condanna risarcitoria più elevata è stata
di € 120.000,00 e che sulla media delle richieste risarcitorie
hanno inciso 4 casi in cui gli attori hanno avanzato domande per importi
superiori a € 10.000.000,00 (se il dato relativo alla media delle richieste venisse
calcolato senza tener conto di questi casi la media delle richieste
risarcitorie si ridurrebbe della metà); nel 54% dei casi è
stata comminata anche la sanzione civile in misura, in media,
pari a € 5.588,71 (contro delle richieste di condanna, in media,
pari a € 244.272,72). Anche con riferimento a questi dati va però
precisato che la condanna sanzionatoria più elevata è stata di €
30.000,00 e che sul dato hanno inciso 2 casi in cui gli attori hanno
avanzato domande per importi superiori a € 1.000.000,00 (anche qui dunque se il
dato relativo alla media delle richieste venisse calcolato, senza tener conto
dei suddetti casi la media delle richieste sanzionatorie si ridurrebbe della
metà); nel 33% dei casi infine è stata disposta la
pubblicazione della sentenza di condanna. Infine, la media delle spese legali
liquidate dal Tribunale di Milano a carico della parte soccombente ammonta
a € 8.071,24.
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