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lunedì 29 ottobre 2012


Diffamazione,
no a rinvio in Commissione.
L’aula approva e corregge
punti essenziali.
Multa fino a 50mila euro al posto
della prigione.
(se il ddl passa, Sallusti è salvo)


In Senato Pdl e Lega contro il Pd. La presidente dei senatori del Partito democratico ha proposto di far tornare il testo in Commissione Giustizia per "confezionare un testo che non si avverta come una violenza". Ma Gasparri ha detto no: "Rischiamo di non avere alcuna legge". Idv e Udc d'accodo con il rinvio, ma l'Aula respinge la richiesta con un pareggio. Sanzione massima ridotta da 100mila a 50mila euro. Salta recidiva, resta interdizione. Pena ridotta fino a 2/3 con rettifica. Cancellata norma 'macchina del fango'. Passa rettifica digitale. Stop al voto segreto sull’articolo 1. Il provvedimento è all'ordine del giorno nella seduta antimeridiana di martedì 30 ottobre. Fnsi di nuovo in piazza. CAMERA: FORSE NORMA SALLUSTI IN DDL “MESSA alla PROVA”.

di www.repubblica.it (+Ansa, Agi e Asca)

Roma, 29 ottobre 2012. Clima teso intorno al ddl diffamazione. Il Pd ha chiesto all'Aula del Senato il rinvio in Commissione, ma il Pdl, insieme alla Lega, si è opposto: "Meglio decidere che non avere una legge". D'accordo con la proposta di rimandare la discussione Idv, Udc e Api. Alla fine, dopo una votazione resa lunghissima dai 'pianisti' che hanno richiesto un controllo 'extra' da parte dei segretari d'Aula, la richiesta è stata respinta con un pareggio che da regolamento vale come voto contrario. Prima della votazione elettronica il voto era avvenuto per alzata di mano. È stata quindi chiesta la controprova elettronica che ha dato come risultato: 145 no, 150 sì e 5 astenuti. Ma l'astensione vale voto contrario e così in pratica è finita 150 a 150. Essendo una controprova, i nominativi non vengono registrati e quindi non è noto 'chi ha votato come'.

La richiesta del Pd. "Anche con un senso di sconfitta chiedo ai colleghi di porre in votazione il ritorno in Commissione del testo del ddl sulla diffamazione a mezzo stampa. Probabilmente lì saremo in grado di confezionare un testo che l'Aula non avverta come una violenza". Con queste parole il presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, è intervenuta in Aula del Senato. La senatrice Pd ha citato in particolare, come elementi di sopravvenuto dissenso del suo partito, le due votazioni di giovedì scorso in cui si prevede, per i giornali che li percepiscono, la decurtazione dei fondi dell'editoria, e l'obbligo di rettifica anche per i libri. "Così si è pregiudicato in maniera significativa", ha detto Finocchiaro, l'equilibrio del provvedimento.

L'appoggio di Idv e Udc. Anche per Idv e Udc sarebbe stato necessario un rinvio in Commissione: lo hanno confermato in Aula il responsabile Giustizia dell'Idv, Luigi Li Gotti, e l'ex prefetto Achille Serra per i centristi. Per Li Gotti il testo devrebbe essere migliorato, mentre per Serra ciò che è stato fatto sinora "è solo un pastrocchio inaccettabile" che è meglio bloccare subito.

Pdl dice no, la Lega pure. "Io credo che si debba proseguire, so che il tema è impegnativo ed ostico, ma penso che sia meglio una regolamentazione che nessuna legge". Il presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri, è intervenuto subito dopo che la capogruppo Pd ha chiesto un rinvio del ddl Sallusti. "Questa volta - ha aggiunto Gasparri - anche l'attualità ci deve spingere a prendere una decisione, altrimenti potremmo non avere nessuna legge. Noi riteniamo che sia opportuno procedere pur sapendo che è una discussione complessa e difficile, ma noi siamo il Parlamento e siamo chiamati a decidere". Gasparri si è detto convinto che "questo testo a cui siamo arrivati, sia un testo con un equilibrio apprezzabile. Ho ascoltato le motivazioni della senatrice Finocchiaro con rispetto, ma con altrettanta consapevolezza ritengo che una legge così sia meglio che lasciare le regole attuali". Sulla stessa linea si è schierata la Lega: "Il ritorno in Commissione rappresenta la morte sicura del provvedimento dati i tempi tecnici della commissione Giustizia", ha detto il senatore della Lega Sandro Mazzatorta. "Il provvedimento - ha aggiunto - è metodologicamente sbagliato, ma per dimostrarne l'incongruenza e perché tutti si assumano le proprie responsabilità vogliamo che l'esame prosegua in Aula". Anche il gruppo di Coesione nazionale si è detto contrario al ritorno in Commissione.

Anche Api per il rinvio. "Per evitare il carcere a Sallusti possiamo distruggere l'ordinamento italiano?". Se lo chiede il segretario dell'Api Francesco Rutelli. "Introdurre per un reato grave uno squilibrio del sistema sanzionatorio" solo per salvare una persona cioè Sallusti, è profondamente sbagliato pertanto, afferma Rutelli, è "bene che il testo ritorni all'esame della Commissione. "Il fotomontaggio on line, ad esempio - aggiunge il senatore parlando dei 'danni' che può provocare questo ddl - può demolire una persona e se si abbassa l'asticella delle condanne" si fa una cosa "sbagliata". "Leggi ad personam si possono fare - ha insistito -, ma per quanto riguarda i provvedimenti di clemenza". Cosa che nel caso Sallusti sarebbe auspicabile, ha concluso Rutelli.

Riduzione multe da 100mila a 50mila euro. Passano da 100mila a 50mila le pene pecuniarie per la diffamazione contenute nel ddl. La pena pecuniaria di 100mila euro era stata inserita nel testo nel corso dell'esame in Commissione. Sono stati approvati con 177 sì, 46 no e 7 astensioni gli emendamenti identici di diversi gruppi, concordati in origine nell'intesa di maggioranza sul testo (poi saltata in alcune votazioni di giovedì scorso sulla sanzione del taglio del contributo pubblico e sulla rettifica per i libri).

Salta recidiva, resta interdizione. L'aula del Senato ha approvato la norma che cancella il raddoppio delle multe per i giornalisti in caso di recidiva nei due anni precedenti alla condanna. Gli emendamenti identici, a firma D'Alia (Udc) e Li Gotti (Idv), avevano avuto parole favorevole dei relatori mentre il governo si era rimesso all'Aula. È stato invece respinto un emendamento del Pd, a firma Vincenzo Vita, che chiedeva di sopprimere il comma che prevede la sanzione accessoria dell'interdizione dalla professione. L'interdizione quindi resta.

Pena ridotta fino a 2/3 con rettifica. La pena "è diminuita fino a due terzi qualora, a richiesta della persona offesa, sia stata pubblicata la dichiarazione o la rettifica nei termini e con le modalità" previsti dalla legge ed "è diminuita fino a due terzi limitatamente al solo autore" quando questi abbia chiesto "la pubblicazione della smentita o della rettifica richiesta dalla parte offesa". È quanto prevedono due emendamenti approvati dall'Aula del Senato.

Cancellata norma 'macchina del fango'. Salta dal ddl Sallusti sulla diffamazione a mezzo stampa la norma ribattezzata 'anti-macchina del fango', ossia l'aggravante in caso di diffamazione organizzata. L'Aula del Senato ha approvato un emendamento, a prima firma del vice presidente del Pd Luigi Zanda, che sopprime il comma che stabiliva il raddoppio delle pene in caso di concorso, tra autore, direttore ed editore, nel confezionamento di un articolo ritenuto diffamatorio. In pratica era una norma che cercava di dissuadere dall'opera di dossieraggio.

Passa rettifica digitale.  È passato, con il parere favorevole dei relatori, un emendamento a firma Lucio Malan (Pdl) e Vincenzo Vita e Luigi Vimercati (Pd), che in pratica introduce la rettifica digitale per le testate internet. Si prevede che "non oltre quattro giorni" dalla richiesta venga pubblicata la smentita o la precisazione "con gli accorgimenti tecnici idonei al collegamento con l'articolo oggetto della rettifica". Il governo, su questo emendamento, si è rimesso all'Aula.

Fnsi di nuovo in piazza. Nuovo presidio della Federazione Nazionale della Stampa a Piazza del Pantheon dopo quello della settimana scorsa contro il ddl sulla diffamazione. Nel corso della manifestazione sono stati esposti cartelli in stile Halloween con la scritta "È uno scherzo di cattivo gusto. No al bavaglio alla stampa" e il disegno di una zucca.

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DDL SALLUSTI. FNSI: DI NUOVO IN PIAZZA CONTRO 'BAVAGLIO'

Roma, 29 ottobre 2012.  Nuovo presidio della Federazione Nazionale della Stampa a Piazza del Pantheon dopo quello della settimana scorsa contro il ddl sulla diffamazione. Nel corso della manifestazione sono stati esposti cartelli in stile Halloween con la scritta ''E' uno scherzo di cattivo gusto. No al bavaglio alla stampa'' e il disegno di una zucca.    ''Non c'e' piu' uno spread finanziario, questo paese si sta assumendo la responsabilita' di aumentare lo spread democratico - ha detto il segretario della Fnsi, Franco Siddi - questo e' il primo vero attacco al governo Monti, che in questa materia, attento ai destini della democrazia europea, ha espresso una linea liberale e condivisibile. Con il ministro Severino ha detto no al carcere e ha chiesto strumenti chiari di riparazione del danno alla dignita' della persona. Chi decide di andare avanti con questa legge punitiva e rancorosa - ha proseguito - regola male i conti con i giornalisti perche' non sa che sta chiudendo i ponti con la popolazione. La nostra protesta continuera' con tutti i mezzi possibili''.  Se in Senato qualcuno pensa che ci siano due caste in contrapposizione sbaglia di grosso - ha aggiunto il presidente del sindacato, Roberto Natale - si sta mobilitando non solo la categoria dei giornalisti ma parte dell'opinione pubblica che vuole essere informata correttamente. Siamo pronti a convocare una grande manifestazione e porteremo in Europa la battaglia. Dedichiamo questa manifestazione al collega greco Costas Vaxevanis, arrestato ieri ad Atene per aver pubblicato sul suo sito l'elenco di duemila grandi evasori greci. Siamo solidali con chi, per informare, rischia persino il carcere''. (ANSA).

DIFFAMAZIONE. FNSI: SENATO SI ASSUME GRAVE RESPONSABILITA'

Roma, 29 ottobre 2012.  "Gli sforzi da parte di diversi senatori di ritornare al buon senso sono stati vanificati da un voto che ha deciso di andare avanti con un colpo di mano ed i colpi di mano non ci piacciono", ha dichiarato Franco Siddi dopo aver ricevuto la notizia della bocciatura del rinvio in commissione del testo.     Annunciando che il 5 novembre vi sarà una grande assemblea dei direttori dei giornali per valutare le azioni da intraprendere, il segretario generale della Fnsi ha osservato: "oggi incassiamo un risultato negativo ma ci riscatteremo e penso che riusciremo ad abbattere questa decisione con i giornalisti ed i cittadini". Qualche minuto prima del voto a Palazzo Madama, Siddi, parlando dal palco, aveva sottolineato che, se licenziato così com'è adesso, il ddl "scoraggerebbe il giornalismo investigativo" e "verrebbe introdotto il principio che i poteri pubblici, finanziari ed economici controllano la stampa e non il contrario". "Il governo Monti - ha poi riconosciuto il leader del sindacato dei giornalisti – ha assunto una posizione liberale, corretta sulla diffamazione a mezzo stampa, attraverso il ministro della Giustizia, ma il parlamento si sta ribellando a questa posizione. Se volete salvare Sallusti dal carcere - ha concluso Siddi facendo un appello al Parlamento - fatelo pure ma fermatevi li' se non siete in grado di modificare la legge in modo giusto". (AGI)

DIFFAMAZIONE. CAMERA: FORSE NORMA SALLUSTI IN DDL “MESSA alla  PROVA”

Roma, 29 ottobre 2012.  Spunta l'ipotesi di un emendamento che eviti il carcere ai giornalisti nel ddl sulla ''messa alla prova'', in calendario alla Camera nella prima settimana di novembre.  E' quanto e' emerso al termine della conferenza dei capigruppo che ha deciso la calendarizzazione del ddl sulla diffamazione con la formula ''ove trasmesso dal Senato''.    ''Abbiamo insistito - ha spiegato il capogruppo del Pd Dario Franceschini - perche' venisse calendarizzato un provvedimento che aspetta da mesi: quello delle quote rosa che speriamo diventi presto legge e porti una piccola rivoluzione nelle giunte e nei consigli comunali. Abbiamo espresso un parere contrario alla calendarizzazione della diffamazione perche' non si sa come verra' approvato dal Senato e se esce o meno'' dall'aula del Senato. ''Il Pdl ha insistito per la calendarizzazione - ha aggiunto - di un provvedimento che riguarda una materia complicata e controversa e che ha avuto un'accelerazione a partire dal caso Sallusti che ha una sua urgenza. Si puo' esaminare con calma il merito del provvedimento e se si vuole si puo' proporre un emendamento sul caso specifico'' di Sallusti nel ''ddl sulla messa in prova in calendario la settimana prossima''.     ''Abbiamo chiesto che la diffamazione resti in calendario - ha chiarito da parte sua il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto - augurandoci che al Senato si arrivi a duna soluzione che noi possiamo recepire. Nel caso in cui questo non fosse vedremo l'ipotesi di un emendamento al ddl sulla messa alla prova'' che riguardi il caso Sallusti.    (ANSA) .

Ddl diffamazione: Senato arranca, tra rinvio in commissione e stop al voto segreto sull’articolo 1.

Roma, 29 ottobre 2012. Il ddl sulla diffamazione arranca al Senato in un intrecciarsi di veti e di cambi di orientamento. Una stentata sessione di lavori, fitta di riformulazioni e di accantonamenti, si e' conclusa con il rinvio dei lavori a domani mattina alle 9,30, ma anche con l'impegno del presidente di turno, Vannino Chiti, di consultarsi con il presidente Schifani circa la possibilita' di rinviare il solo art.1 del provvedimento, quello comprensivo delle sanzioni amministrative e dell'eliminazione del carcere, in commissione, così come sollecitato (in base a una disposizione del regolamento del Senato) dal senatore Pd, Giovanni Legnini. Allo stesso tempo il leader dell'Api, Francesco Rutelli, pur riconoscendo di essere stato lui stesso promotore della raccolta di firme per la richiesta di voto segreto sull'art.1 del ddl, ora invita i co-firmatari ''ad assumersi le proprie responsabilità'' e recedere da quel proposito, votando esplicitamente sull'articolo. ''Se dobbiamo votare una legge indecorosa - ha affermato - è bene che venga fatto con voto palese''. A chiusura di sessione Chiti, dopo aver accantonato diversi emendamenti all'art.1, si è rivolto esausto ''a tutti i gruppi parlamentari per una riflessione: valutare se ha un senso lavorare in assemblea come se si fosse in commissione''. (ASCA)













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