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martedì 23 ottobre 2012


Diffamazione.
Approvato il ddl in Commissione Giustizia del Senato. Le multe restano da 5 mila a 100 mila euro, ma è stato approvato un emendamento secondo cui sono commisurate alla gravità dell'offesa e alla diffusione della testata. Prevista in caso di recidiva la sospensione dalla professione e dall'attività fino a sei mesi e poi, come ulteriore aggravante, fino a tre anni. È stata approvata inoltre un'ulteriore ipotesi di aggravante in caso di coinvolgimento dell'editore nella diffamazione dolosa. La disciplina viene estesa non ai blog, ma solo alle testate giornalistiche diffuse anche per via telematica. Il ddl sarà probabilmente in aula domani.

DELLA MONICA (PD): “NON C'È Il COINVOLGIMENTO DELL’EDITORE” - CASSON (PD): “TROVATO il PUNTO DI EQUILIBRIO. NEL TESTO TUTELATE LIBERTÀ DI STAMPA E ONORABILITÀ della PERSONA”


Roma, 23 ottobre 2012. La commissione Giustizia del Senato ha approvato il disegno di legge sulla diffamazione, dando all'unanimità mandato al relatore per la presentazione in Aula. Le multe restano da 5 mila a 100 mila euro, ma è stato approvato un emendamento secondo cui sono commisurate alla gravità dell'offesa e alla diffusione della testata. Il ddl, nato dopo la condanna a 14 mesi di reclusione per Alessandro Sallusti, abolisce la pena del carcere per i giornalisti, prevedendo invece pene pecuniarie. Il relatore Filippo Berselli del Pdl ha riferito, al termine della riunione, di aver proposto una rimodulazione dell'entità delle pene portando il massimo della multa da 100 mila a 50 mila euro, ma la maggioranza della Commissione ha bocciato la modifica lasciando il tetto massimo a 100 mila euro. Prevista in caso di recidiva la sospensione dalla professione e dall'attività fino a sei mesi e poi come ulteriore aggravante, fino a tre anni. È stata approvata inoltre un'ulteriore ipotesi di aggravante in caso di coinvolgimento dell'editore nella diffamazione dolosa. La disciplina viene estesa non ai blog, ma solo alle testate giornalistiche diffuse anche per via telematica. Non è infatti passato l'emendamento presentato da Vita e D'Ambrosio (Pd) che chiedeva la non applicazione della normativa ad internet. Cancellata inoltre la riparazione come pena accessoria. Ritirato infine l'emendamento Caliendo, battezzato 'anti Gabanellì, che prevedeva la nullità delle clausole contrattuali che lasciavano solo in capo all'editore gli oneri derivanti da una condanna per diffamazione. (ANSA).
DIFFAMAZIONE: COMMISSIONE VARA TESTO, NIENTE CARCERE E NUOVE SANZIONI  
Roma, 23 ottobre 2012. La commissione Giustizia del Senato ha approvato il testo che riforma la diffamazione a mezzo stampa, votando all'unanimità il mandato al relatore. Il testo esclude la carcerazione per il giornalista e fissa un arco di pene pecuniarie da 5000 a 100mila euro a seconda della gravità del fatto e della diffusione dell'organo di informazione. Il ddl sarà probabilmente in aula domani, anzichè oggi, in quanto necessita di qualche messa a punto, è stato precisato al termine dei lavori. Nel testo approvato dalla commissione Giustizia (relatori Filippo Berselli del Pdl e Silvia Della Monica del Pd) si stabilisce che le nuove norme che puniscono il reato di diffamazione a mezzo stampa riguardano anche le testate giornalistiche che abbiamo anche un'edizione on line. Sono state escluse le altre testate diffuse esclusivamente in rete: «È una riflessione di cui potrà farsi carico l'aula», ha detto Della Monica. Il relatore del Pd ha anche reso noto che, intervenendo sulla diffamazione a mezzo stampa, non si poteva lasciare il carcere solo per la diffamazione comune, quella compiuta da qualsiasi cittadino, e quindi la detenzione è stata eliminata anche in questo caso. È stato ritirato, invece, l'emendamento di Giacomo Caliendo (Pdl) cosiddetto 'anti-Gabanellì, che fissava come nulle le clausole contrattuali a tutela dei giornalisti, anche collaboratori e free lance. «Caliendo l'ha ritirato quando ha visto che la commissione era contraria, ma non è escluso che lo ripresenti in aula», ha detto Felice Casson. (Adnkronos)

SALLUSTI. DELLA MONICA (PD): “NON C'È COINVOLGIMENTO EDITORE”

Roma, 23 ottobre 2012. «Nel ddl non è previsto che la responsabilità editoriale passi all'editore. È il testo unico della stampa del '48 a prevedere il coinvolgimento dell'editore in caso di dolo». Lo ha detto la senatrice del Pd, Silvia Della Monica, relatrice del ddl diffamazione, dopo il via libera in Commissione Giustizia al Senato. «Sono state diffuse notizie sbagliate su questo punto - prosegue Della Monica -. Nel testo si prevede solo un'aggravante nel caso del dossieraggio, quando concorrono alla commissione del fatto più soggetti, compreso l'editore». Della Monica ha definito il testo «equilibrato». Per quanto riguarda Internet è stata estesa la normativa solo alle «testate giornalistiche diffuse per via telematica», ma - ha aggiunto la senatrice - «il nodo resta aperto perchè c'è chi vorrebbe che la normativa riguardi solo le edizioni telematiche dei giornali cartacei e chi, come il Pdl, vorrebbe includere tutte le pubblicazioni web». Al termine della riunione della Commissione, l'altro relatore del provvedimento, Filippo Berselli del Pdl, ha spiegato che il ddl potrebbe approdare in aula domani, dopo la messa a punto del testo. Per quanto riguarda l'emendamento anti-Gabanelli, secondo quanto riferito da Felice Casson del Pd, il senatore del Pdl, Giacomo Caliendo, avrebbe deciso di ritirarlo dopo che la totalità della commissione aveva espresso la propria contrarietà, riservandoci di ripensarci poi per l'Aula. (ANSA).

DIFFAMAZIONE. CASSON (PD): “TROVATO PUNTO DI EQUILIBRIO. NEL TESTO TUTELATE LIBERTÀ DI STAMPA E ONORABILITÀ PERSONA”

Roma, 23 ottobre 2012 - «In commissione Giustizia il Pd ha cercato e ottenuto un punto di equilibrio tra due esigenze costituzionalmente tutelate della libertà di stampa e della tutela dell'onorabilità della persona. È stata innanzitutto cancellato il carcere per i giornalisti. È stato bocciato il cosiddetto 'emendamento anti Gabanellì, così come è stata annullata un'estensione indiscriminata di responsabilità agli editori che avrebbe comportato un serio rischio di interferenza nell'attività giornalistica». Lo ricorda il vice presidente dei senatori Pd, Felice Casson. «La commissione si è espressa per la conferma della sanzione pecuniaria per il giornalista condannato da 5.000 a 100 mila euro. Peraltro, sono stati accolti due emendamenti del Pd, uno per eliminare la sanzione della riparazione in aggiunta rispetto al risarcimento danni, patrimoniali e non, l'altro per equilibrare la pena da infliggere al giornalista, in considerazione della 'gravità dell'offesà e 'della diffusione del periodicò. In conclusione, nonostante la complessità della materia, riteniamo che un punto di equilibrio in vista del passaggio all'aula sia stato trovato e che -conclude Casson- l'allarmismo scaturito non sia molto giustificato». (Adnkronos)

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