DIFFAMAZIONE: BATTUTA D’ARRESTO AL SENATO. ALLARME DI SIDDI: RISCHIO UNGHERIA
Allarme del segretario della FNSI – Si tenterà di abolire il carcere con un altro provvedimento già all’esame della Camera
OSSIGENO – Roma, 31 ottobre 2012 - Evitare il rischio che l’Italia sia equiparata negativamente all’Ungheria che ha cercato di introdurre limitazioni alla libertà di stampa. Trovare in un altro provvedimento diverso dalla legge di riforma della diffamazione a mezzo stampa all’esame del Senato il modo di abolire la pena del carcere per i giornalisti condannati. E’ l’auspicio del segretario della Federazione nazionale della stampa, Franco Siddi, che ha salutato con soddisfazione la decisione di rinviare il provvedimento dall’aula alla Commissione Giustizia.“Si lasci perdere – ha detto Siddi – tutto ciò che nulla ha a che vedere con l’idea di una legge liberale e rispettosa del diritto all’informazione e del decoro delle persone. La pausa può consentire, inoltre, di dare sostanza all’idea che pare poter trovare già i consensi con immediatezza alla Camera, in altro disegno di legge, per un intervento immediatamente efficacie limitato alla eliminazione della pena del carcere. Nella temperie politica che viviamo questa pare l’unica strada percorribile per evitare di introdurre nel nostro Paese uno spread di democrazia e libertà, fino ad equiparare il nostro Paese alle gestioni dell’ungherese Orban abbondantemente censurate dall’Europa e da tutti gli organismi internazionali”.
“La legge per liberare dal rischio del carcere i giornalisti, pur con qualche tentativo di miglioramento della situazione – ha commentato Siddi – stava venendo fuori con un impianto incoerente e ingiustamente punitivo verso chi deve fare informazione. Ora l’occasione offerta dal rinvio sia accolta per fare una valutazione serena dei problemi più urgenti ed immediatamente risolvibili”.
La decisione di sospendere la discussione in Aula del disegno di legge sulla riforma del reato di diffamazione a mezzo stampa per esaminarlo con più tempo in commissione Giustizia è stata adottata stamani dopo che si è constatata una evidente impasse sulla riformulazione di un emendamento molto controverso. Già ieri una richiesta di rinvio in Commissione era venuta dal Partito Democratico, ed è stata rinnovata oggi dal senatore Giovanni Legnini.
Il rinvio è stato ottenuto poiché la maggioranza si è trovata d’accordo sull’inadeguatezza dell’articolo 1 del ddl che prevede la pena accessoria della sospensione dalla professione giornalistica, che avrebbe sottratto una competenza all’Ordine dei Giornalisti. Alla richiesta del Pd hanno aderito il Pdl, l’Idv e l’Api. Contraria invece la Lega Nord.
La Commissione Giustizia del Senato è tornata a riunirsi nel pomeriggio. Le sessioni serale e notturna sono state sconvocate a causa del dibattito sulla fiducia. La discussione in Aula riprenderà martedì prossimo.
Ieri l’assemblea del Senato aveva approvato alcuni emendamenti che alleggeriscono le pene già ipotizzate: sono stati cancellati il raddoppio delle multe in caso di recidiva e l’aumento della pena, nella misura della metà, per la diffamazione commessa “dall’autore, dal direttore o dal vice direttore responsabile, dal proprietario della pubblicazione, dall’editore in concorso tra loro, o comunque da almeno tre persone”. Approvato anche la riduzione da 100.000 a 50.000 euro della sanzione pecuniaria massima per la diffamazione a mezzo stampa.
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