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giovedì 14 febbraio 2013


L'INCHIESTA. Giuseppe Orsi, tra le carte spunta una lista di giornalisti. Finmeccanica: nelle mani dei pm un elenco trovato durante le perquisizioni. Articoli amichevoli in cambio di soldi?


di Gabriella Colarusso
www.lettera43.it

Milano, 14 febbraio 2013. Che rapporti ha avuto Giuseppe Orsi con la stampa? Normale comunicazione istituzionale o qualcosa in più? Se lo chiedono in queste ore i magistrati che indagano sul presidente e amministratore delegato di Finmeccanica - in carcere con l'accusa di corruzione internazionale - alla luce di nuovi elementi acquisiti durante le perquisizioni effettuate dopo l'arresto, il 12 febbraio, in oltre 40 tra sedi dell'azienda e abitazioni private.

PROMESSE ED ELARGIZIONI. Nella casa romana del braccio destro di Orsi, Alessandro Toci, a Campo dei Fiori, secondo quando risulta a Lettera43.it, i carabinieri hanno trovato e sequestrato una lista nella quale compaiono i nomi di numerosi giornalisti, anche di importanti testate nazionali, che sarebbero stati avvicinati con la promessa - e in alcuni casi con la concreta elargizione - di pagamenti in contanti.

La notizia non è stata confermata a Lettera43.it ufficialmente, ma è frutto di indiscrezioni provenienti da fonte autorevole e, per questo, il nostro giornale ha deciso di pubblicarla. Nessun giornalista risulta al momento indagato e i magistrati stanno ora cercando di capire se quell'elenco di redattori, suddivisi per testata, sia un semplice appunto interno o se vi siano stati anche passaggi di denaro.

LE PRESSIONI SU CONFINDUSTRIA. Negli ultimi mesi, l'amministratore delegato della holding aveva tentato più volte di influenzare i giornali a suo favore. Per esempio - come appare dalle intercettazioni telefoniche - chiedendo al presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, di intervenire sul direttore de Il Sole24Ore per controllare le voci critiche. O paventando la possibilità di dare del denaro a chi avesse avuto un atteggiamento di riguardo nei suoi confronti, come raccontano altre conversazioni intercettate l'11 novembre 2012 dal Noe, tra Orsi e il responsabile della comunicazione di Finmeccanica, Carlo Maria Fenu.

Orsi: «Fenu non faccia per piacere queste cose per telefono!!! Non mi parli per cortesia di soldi… li tratto io!!! lasciamoli lavorare in pace, io ho bisogno di averli con tutta la potenza di fuoco che hanno».

Fenu: «…certo».


Orsi: «Ne parliamo quando sulla base di una proposta di lavoro che faranno!! Se loro ci dicono ho bisogno di 20 giornalisti a me va bene… pagheremo quello che ci vogliono».

Il ruolo di Alessandro Toci, braccio destro del presidente. A trattare con i media per conto del presidente era spesso il fedelissimo Toci, capo della segreteria, che non è indagato, ma il cui nome compare più di una volta negli atti dell'inchiesta.

Con Toci parlava, come raccontano le intercettazioni effettuate dal Noe di Roma nella prima fase di indagine, anche Giovanni Garofalo, vicepresidente di Telespazio e capo della struttura Rai al Quirinale.

«Garofalo è in contatto diretto con Alessandro Toci, stretto collaboratore di Orsi in Finmmecanica», si legge nell'informativa trasmessa ai magistrati di Napoli prima che l'inchiesta venisse trasferita a Busto Arsizio, «e grazie alle sue qualificate relazioni ha informato Toci che i telefoni di Orsi e di altri soggetti del gruppo erano sotto controllo».

LA PROTEZIONE DEL «SISTEMA». E a Toci faceva riferimento lo stesso Orsi preoccupato per le ripercussioni che le indagini avrebbero potuto avere sulla sua permanenza al vertice di Finmeccanica. Nel maggio del 2012 l'amministratore delegato, intercettato dai carabinieri, chiamò Toci per sapere se e a che ora avesse incontrato al Saint Regis il «Gobbo», cioè Ignazio Moncada. Chi è Moncada? È l’uomo che, stando alle parole di Ettore Gotti Tedeschi - l'ex presidente dello Ior ascoltato mentre parlava con Orsi al ristorante Rinaldi al Quirinale -, rappresentava una parte importante del «sistema» che avrebbe dovuto «proteggere» il numero uno di piazza Monte Grappa.

IL PROFESSORE AMICO DI MASTELLA. Toci invece è un manager amico di Clemente Mastella, cresciuto all'ombra della Dc romana. Nel 2011, appena arrivato ai vertici di Finmeccanica, Orsi lo richiamò subito dal Nordamerica dove era responsabile di Alenia, per farne il suo capo segreteria. Nelle mani del «professore» - così ama farsi chiamare - sono passati tutti i dossier più delicati. E a lui Orsi ha da poco affidato la delega sulla cybersecurity. In Finmeccanica Toci lavora da tempo. Era già stato assistente di Alberto Lina, capo azienda nei primi anni 2000. Poi l'ex direttore generale della holding, Giorgio Zappa, con il quale è in ottimi rapporti, gli affidò l'incarico di gestire alcune controllate negli Stati Uniti.

Con l'uscita di scena dell’ex numero uno Pier Francesco Guarguaglini, il «professore» è tornato a Roma per diventare braccio destro del nuovo presidente.

Una promozione, quella di Toci, voluta da Orsi ma sponsorizzata anche, secondo indiscrezioni romane, da Giancarlo Rossi, agente di cambio e procacciatore d'affari già coinvolto nello scandalo Enimont, che l'avrebbe sostenuta direttamente con Gianni Letta.





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