Il processo a Rosaria Capacchione
Il pubblico ministero Dr. Gary Goglia ha
chiesto per l’imputata una condanna ad anni due e mesi sei di
reclusione. La parte civile Avv. Luigi Tuccillo ha presentate le sue richieste
auspicando una esemplare condanna. L’udienza è stata rinviata al prossimo 24
aprile per l’arringa dell’avv. Vittorio Giaquinto – Presente in auila innanzi
al giudice monocratico dr. Antonio Riccio il luogotenente della Guardia di
Finanza Luigi Papale
Caserta – ( di Ferdinando Terlizzi
) Fissata per le ore tredici di ieri,
innanzi al Dr. Antonio Riccio, giudice monocratico del
Tribunale di Caserta, l’udienza per il processo a carico della
giornalista Rosaria Capacchione,
accusata di calunnia nei confronti di un
sottufficiale della Gurdia di Finanza , (piemme Gary
Goglia) è iniziata alle 16,30, avendo il solerte magistrato un ruolo con
numerosissime cause, alcune delle quali sono state rinviate al 2016.
Impegnati gli avvocati Vittorio Giaquinto per la difesa e Luigi Tuccillo per la parte civile. La
vicenda che riusale al 2006 è assai nota ma vale la pena riassumerla. La Capacchione venne a sapere che il luogotenente delle Fiamme Gialle Luigi Papale per conto della DDA di Napoli e
su ordine del P.M. Antonio Clemente, stava indagando su suo fratello Salvatore Capacchione, decise di fare un pesante intervento presso il
Capitano Capriello diretto superiore del Papale.
Salvatore Capacchione era oggetto
di indagini per bancarotta fraudolenta e nel corse delle stesse era stato
appurato che svariati miliardi del fratello erano transitati sui suoi conti in
varie banche. Nella circostanza la Capacchione si recò presso la Guardia di
Finanza ed ebbe un colloquio col
Capitano Capriello rappresentando le doglianze contro il Papale, pagato
a suo dire, dai fratelli Coppola per le attività
edilizie della Saint Gobein che davano
fastidio ed erano0 concorrenziali ai programmi
gestiti dalla società di Salvatore Capacchione.
Con la sua sicumera e la
baldanza che le veniva – ha detto il piemme nel
corso della sua interessante requisitoria – la Capacchione – forte della
sua posizione e della sua fama di giornalista de Il Mattino avvicinava il comandante del nucleo di polizia tributaria di Caserta affinché “non desse conto alle
indagini del Papale in quanto questi era prezzolato ed al soldo della camorra
di Marcianise tramite tale Acconcia”.
Il Capitano, però, ebbe delle
riserve e dopo aver verificato che il Papale non aveva incassato alcunché ( la
Capacchione dichiarò perfino che il finanziere aveva nella sua disponibilità
un conto di una vecchia zia )
e che non vi era traccia alcuna del passaggio di denaro stilò un
dettagliato rapporto al magistrato.
In effetti al Comando capirono subito
che l’azione della Capacchione tendeva a frenare l’attività investigativa del
Papale nei confronti del fratello. Al termine della sua requisitoria il Dr.
Gary Goglia ha chiesto per la senatrice del PD Rosaria Capacchione la condanna
a 2 anni e sei mesi di reclusione.
E’ stata poi la volta dell’avv. Luigi Tuccillo il quale ha esordito che
l’iter processuale è durato oltre 7 anni
e che il Papale – dopo 40 anni di
onorata carriere senza macchia – era stato infangato -. nel modo più assurdo - da una “professionista dell’antimafia”.
La Capacchione si presentò infatti al Capitano Capriello con la scusa che
doveva occuparsi per “Il Mattino” del sequestro di una farmacia ma in effetti
poi dichiarò apertamente che era andata
per rivelare le malefatte ( inventate da
lei Sic!) del Papale.
Nella indagine la Capacchione
tentò di coinvolgere anche un colonnello
delle Fiamme Gialle chiamandolo più volte al telefono, ma questi temendo di essere stato intercettato ( la
Capacchione aveva chiamato più volte palesando un atteggiamento investigativo
che non la soddisfacevano nei confronti
del fratello ) mise su carta la telefonata
della Capacchione che prospettava un
interevento sul Capriello: “Non farti
coinvolgere nelle indagini che sta facendo
Papale ci ha messo le mani il maggiore tizio etc.
etc. ”.. Anche questo rapporto, però, finì sul tavolo del P.M. Antonio Clemente. Poi la Capacchione ha negato il verbale quasi ad addebitare al Capitano Capriello la
rivelazione sul Papale. La teste
Calabritto - ha detto l’avv. Tuccillo - ha
dichiarato che in quella occasione la Capacchione
era turbata ed era convinta che il
Papale fosse un sottufficiale corrotto (
coinvolti tre ufficiali di polizia
giudiziaria della guardia di finanza che in caso di assoluzione della
Capacchione sarebbero accusati di imbrogli - N.d.R. ).
Poi le bugie sul fantomatico viaggio del
capitano in Brasile smentite poi dallo stesso. Il processo è stato rinviato al
prossimo 24 aprile ore 15 per
l’arringa dell’avv. i Vittorio Giaquinto
e la relativa sentenza.
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