LE ACCUSE DELL’EX GIUIDICE
ANTONIO LEONE ALLA CAPACCHIONE – SCONCERTANTI RETRESCENA E CLAMOROSI SVILUPPI
Caserta - L’Avv. Antonio Leone,
ex Giudice di Pace, coinvolto nella vicenda delle armi sequestrate nella sua
abitazione ed arrestato ( nella circostanza fu arrestata anche la moglie che
ignorava l’esistenza in cantina delle armi da guerra per collezione ) ritiene
di essere stato oggetto di una infamante campagna stampa pilotata dalle lobby
casertane della “jet-set”, non esclusi i moventi della invidia e della gelosia
personale, lo zampino di qualche alto magistrato e colleghi giudici di pace e
avvocati.
Ecco alcuni stralci di articoli
che il Leone ritiene altamente lesivi e diffamatori e tuttavia lontani dalla
realtà dei fatti contestatigli: “DALL’EST AI
CASALESI: AVVOCATO MERCANTE D’ARMI. “Arrestato a Caserta Antonio Leone. Il
sospetto: faceva da intermediario agli uomini di Zagaria. Il traffico d’armi
parte dall’est e viene gestito dai Casalesi […] e sempre nel territorio
controllato dal clan aveva acquistato armi proibite Antonio Leone, avvocato
casertano e per due mandati giudice di pace alla sezione distaccata di Caserta
del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. È stato arrestato e il suo fermo
convalidato dal gip perché ritenuto non buona fede essendo in possesso di armi
proibite, Il sospetto è che l’avvocato possa essere uno dei mediatori del
gigantesco traffico d’armi che dall’Est ha i suoi terminale nel triangolo d’oro
dei casalesi: Casal di Principe, San Cipriano e Casapesenna, dove domina
indiscusso il boss Michele Zagaria. Peraltro, l’avvocato aveva molteplici
rapporti con i casalesi, documentati nell’inchiesta sui rimborsi assicurativi
liquidati per incidenti mai avvenuti”.
“IL GIUDICE DI PACE MERCANTE DI ARMI DA GUERRA”. Il legale casertano Leone coinvolto a Roma nella
vendita di Kalashnikov. Dagli arsenali dell’ex Unione Sovietica alle collezioni
private, dalle armerie dell’est a quelle dell’agro aversano e , da queste, ai
depositi della camorra: casalese e napoletana […] Differente la posizione di
Antonio Leone, avvocato casertano e giudice di pace per due mandati alla sezione
distaccata di Caserta del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, pure lui
rimasto in carcere per disposizione del gip […]. Anche lui collezionista, ma,
ha ritenuto il giudice, non in buona fede. Perché in casa aveva molte parti di
armi da guerra, una pistola semiautomatica Glock, di fabbricazione austriaca,
modificata e trasformata in arma illegale […]. Il fascicolo sarebbe stato
riunito a un altro, relativo al traffico internazionale di armi che avrebbe la
testa nei paesi dell’Est e i terminali nell’Agro- aversano, anzi nel triangolo
d’oro del clan dei Casalesi, Casal di principe, San Cipriano, e Casapesenna,
regno del superlatitante Michele Zagaria […] Il sospetto degli investigatori è
che Antonio Leone possa essere uno dei mediatori del traffico, l’interfaccia
tra i mercanti stranieri e gli acquirenti campani, compresi quelli della
malavita con i quali l’avvocato aveva rapporti da molti anni e che sono stati
documentati dai Carabinieri nell’inchiesta Crash Gost”.
“GIUDICE DI PACE TRAFFICANTE DI ARMI AVVISI
DI GARANZIA A DUE POLIZIOTTI. “La sua collezione d’armi al servizio di organizzazioni criminali e dei
mercanti clandestini di fucili e di pistole. L’ex proprietario è Antonio Leone,
avvocato casertano, giudice di pace, arrestato alla fine dello scorso mese di
ottobre con l’accusa di traffico d’armi e ancora detenuto. […] Antonio Leone
possa essere stato l’interfaccia tra i mercanti stranieri di armi e gli
acquirenti campani, compresi quelli degli ambienti della malavita con i quali
l’avvocato aveva rapporti da molti anni”.
E ancora: “Armi, Traffico di pistole e
fucili da guerra, coinvolto giudice di pace. GIUDICE DI PACE TRAFFICANTE DI ARMI: INDAGATI DUE POLIZIOTTI. “La
sua collezione d’armi al servizio di organizzazioni criminali e dei mercanti
clandestini di fucili e di pistole. Armi che dopo essere state utilizzate in
Campania, nelle Province di Napoli e Caserta, sono state poi ufficialmente (e
sulla carta) rottamate al Cerimant […] L’ex proprietario è Antonio Leone,
avvocato casertano, giudice di pace, arrestato alla fine dello scorso mese di
ottobre con l’accusa di TRAFFICO D’ARMI e ancora detenuto. Il trucchetto delle
false rottamazioni è stato scoperto pochi giorni fa […]. Il sospetto degli
investigatori […] è che Antonio Leone possa essere stato l’interfaccia tra i
mercanti stranieri e gli acquirenti campani, compresi quelli della malavita con
i quali l’avvocato aveva rapporti da molti anni”.
In ogni caso a
distanza di circa nove mesi dalla “montatura” dello scoop giornalistico che
aveva associato – in modo vilipendioso - l’Avv. Antonio Leone a legami con
cartelli camorristici per il tramite di un presunto traffico di armi in cui
egli sarebbe stato coinvolto, la testata giornalistica mostra ancora interesse
al caso riportando in data 12/07/2011 su
“ Il Mattino – Caserta Primo piano” a pagina 31 un articolo a firma di
altro giornalista (omissis) con tanto di
titolo e sottotitolo cubitale “Da collezionisti a trafficanti business con le
armi da guerra - Dopo il Giudice di Pace di Caserta cinque arresti in tutta
Italia” che, riciclando la notizia mendace dai precedenti articoli, ancora
associa il nome dell’esponente al traffico di armi da guerra benché la Procura,
che stava indagando, giammai aveva formulato ancora un ipotesi di reato di
simile fattispecie, rilevanza e gravità”.
Che che l’Avv. Antonio Leone fosse comunque al
centro di una particolare e smodata attenzione da parte della suddetta testata
giornalistica è dimostrato ineludibilmente anche da altra circostanza, che
definire di mera fantasia è eufemistico. Infatti sul “Mattino – Napoli Primo
piano” del 23 dicembre 2010 a pagina 38
con riproduzioni di ritratti fotografici di mero repertorio e con l’omissione
della relativa annotazione, veniva pubblicato un articolo a firma della ormai
“nota” Rosaria Capacchione nel quale l’esponente ancora una volta appellato
“trafficante d’armi” addirittura viene additato come soggetto che in virtù di
uno sponsor di comodo avrebbe fatto ricorso ad una lobby per fruire di una
generosa riconferma nell’incarico di Giudice di Pace; tanto che all’atto del
rigetto della domanda sarebbero state profferite ingiurie e minacce nei confronti
dei togati che avevano rigettato la nomina; notizie queste del tutto prive di
riscontro oggettivo e senza la minima indicazione delle fonti derivative. Il
titolo a tutta pagina con relativo sottotitolo è del seguente tenore: ”Giudice di Pace, una lobby per pilotare le
nomine – Audizione segreta al CSM, si indaga sull’appoggio dato ad Antonio
Leone prima dell’arresto per armi”.
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