NON CALUNNIÒ. ASSOLTA ROSARIA CAPACCHIONE, GIORNALISTA ANTICAMORRA
Secondo il giudice, Rosaria Capacchione, cronista de “Il Mattino” e
ora senatrice Pd, non calunniò un sottufficiale della Guardia di Finanza
Da Ossigeno di Arnaldo Capezzuto
OSSIGENO – Caserta, 26 aprile 2013 - È stata assolta dall’accusa di calunnia la giornalista de “Il
Mattino” Rosaria Capacchione, eletta il 26 febbraio scorso
senatrice nelle fila del Pd. Il verdetto secondo cui “il fatto non costituisce
reato” è stato emesso – mercoledì 24 aprile – dal giudice Antonio Riccio, della
sezione distaccata di Caserta del tribunale di Santa Maria Capua Vetere.
Capacchione, giornalista del
quotidiano “Il Mattino”, sotto scorta dal 2007 per le minacce di morte del clan
dei Casalesi rivolte anche allo scrittore Roberto Saviano, era accusata di aver
calunniato il sottufficiale della Guardia di Finanza Luigi Papale, che si è
anche costituito parte civile. Al termine della requisitoria, il pm aveva
chiesto una pena di due anni e mezzo di reclusione.
La vicenda
risale a 13 anni fa.
Secondo la tesi accusatoria la giornalista
si sarebbe sfogata in un bar con un ufficiale della Finanza, Vittorio
Capriello, denunciando la poca attendibilità di un suo collega, Papale, che
indagava sul fratello Salvatore Capacchione, vittima di usura. Un colloquio
informale da cui sarebbe scaturita un’informativa redatta dall’ufficiale contro
Papale, nella cui condotta però non fu rilevato nulla di illecito. La
giornalista nei fatti non ha mai fatto una denuncia per accusare il
sottoufficiale.
Il difensore di Capacchione, Vittorio
Giaquinto, ha sostenuto che non c’era stata alcuna confidenza e che in ogni
caso mancava un atto formale di denuncia, circostanza che escludeva il reato.
Le sentenze prima si leggono e, se non si condividono, si appellano.
Caserta - “Le sentenze prima si leggono e,
se non si condividono, si appellano”. Questo, in sintesi, il pensiero dell’avv.
Luigi Tuccillo, difensore del luogotenente
della Guardia di Finanza Luigi Papale, parte civile nel processo contro la Capacchione.
“Non
è mia abitudine commentarle – ha aggiunto l’avv. Tuccillo da noi avvicinato - e tantomeno, criticarle. Pertanto, attendiamo
con serenità il deposito delle motivazioni”.
“La formula assolutoria “perché il fatto
non costituisce reato”, sembra confermare la sussistenza delle accuse in punto
di fatto, circostanza, già di per se, gravissima, a prescindere dalla effettiva
consapevolezza della innocenza del Papale, nel momento in cui la imputata
riferiva al capitano Capriello che, di contro, il Papale aveva tradito la
divisa”.
“Del resto – ha detto l’avv.to Tuccillo - appare
ovvio che se certe frasi non le ha pronunciate la Capacchione allora
bisognerebbe dire che le ha inventate il Capriello; in tal caso avremmo avuto
altra formula assolutoria e la incriminazione del Capriello per falsa
testimonianza”.
“La dottoressa Capacchione ha dimostrato
di essere una giornalista professionale e coraggiosa, ma la stessa
professionalità e lo stesso coraggio ha sempre dimostrato il luogotenente
Papale in trenta anni di onorata carriera. E’ una vicenda molto amara che il
pur corretto tecnicismo di una sentenza non potrà cancellare”.
“Merita grande rispetto una imputata
assolta, ma ancor più rispetto merita chi ha dovuto subire una indagine
infamante a proprio carico per accuse dimostratesi fondate sul nulla”.
“Sono, comunque, soddisfatto di una
dialettica processuale molto corretta di cui devo dare atto al collega
Giaquinto, che, nella sua arringa, ha più volte ribadito la trasparenza delle
indagini del luogotenente Papale”.
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