DISSEQUESTRATI I BENI
DEL GRUPPO COPPOLA
Il Tribunale del Riesame depositerà a giorni la motivazione –
Soddisfazione del difensore Nicola Garofalo. Restano indagati i tre figli di
Cristoforo Coppola.
Caserta – ( di Ferdinando Terlizzi ) L’ottava sezione del Tribunale della Libertà
di Napoli, accogliendo le tesi della difesa,
rappresentata dall’Avv. Nicola
Garofalo, ha dissequestrato tutti i
beni oggetti del provvedimento eseguito nei giorni scorsi, ai danni del
Gruppo Coppola. Nel riservarsi le motivazioni non ha per ora scagionati, che restano, però, ancora indagati, Cristiana,
Francesco e Ilaria Coppola, tutti
figli del capostipite Cristoforo, legali rappresentanti di
alcune aziende di famiglia.
Come è noto il tutto ebbe inizio dal
sequestro, nell’ottobre 2011, dell’area del polo
tecnologico della nautica, per la presenza di inquinanti di ogni genere. L’avvio dell’inchiesta che ha portato la Guardia di Finanza di Napoli, nucleo di polizia tributaria, a eseguire un nuovo
sequestro per equivalente di beni per un valore di 9 milioni di euro, a carico del gruppo Coppola.
Le Fiamme gialle hanno contestato al gruppo industriale e agli indagati l’omesso versamento dell’Iva e
l’utilizzo in compensazione di crediti
tributari ritenuti inesistenti. L’indagine della Procura di Napoli,
pm Giovanni Conzo, è
coordinata dall’aggiunto Francesco
Greco. Tra i beni sotto sigillo immobili, partecipazioni azionarie, obbligazioni
e disponibilità liquide. Le società del gruppo coinvolte sono molteplici a
partire dalla “Mirabella” SpA, che ha omesso di versare l’Iva dovuta per l’anno 2010
per un importo di 6 milioni e
mezzo di euro. Le altre aziende coinvolte hanno commesso la stessa
violazione per cifre differenti.
“La Servizi turistici”, per esempio, secondo l’accusa, avrebbe
omesso di versare l’Iva per gli anni 2006-2007-2008 per un ammontare di
673.990 euro, nonché avrebbe utilizzato
in compensazione, nell’anno 2008, crediti tributari inesistenti ammontanti ad
euro 509.146 euro”.
Un’indagine
che ha avuto una prima azione l’11
giugno scorso, ma che procede anche in altre direzioni e potrebbe avere sviluppi
clamorosi e micidiali ai fini della sopravvivenza del Gruppo Coppola. Un altro
filone riguarda, appunto, proprio
i rifiuti. Il comando
provinciale del corpo forestale dello stato di Napoli, guidato dal
generale Sergio Costa, ha infatti
eseguito numerose perquisizioni in diverse aziende e laboratori coinvolti in un
vasto giro di traffico illecito di rifiuti, per alcuni indagati aggravato dall’aver favorito il crimine
organizzato.
Tutto
inizia dal sequestro del polo tecnologico della nautica riguardante il ‘Gruppo
Coppola’, nel quale furono rinvenuti rifiuti speciali, compreso amianto triturato. Una vera e proprio
discarica di 20 ettari in un’area che doveva, invece, essere destinata a
recupero ambientale.
Oltre ai mancati versamenti nelle casse dello Stato di tasse per nove
milioni e disastro ambientale il Gruppo Coppola pare abbia a carico una
“pesante” situazione di crediti incagliati – per vari milioni – presso gruppi
bancari coinvolti in altre
indagini, che avrebbero favorito con
l’elargizione di grosse somme di denaro le società dei Coppola, senza peraltro richiedere le opportune
garanzie, come la capacità di rimborso e
le garanzie immobiliari reali.
Una bufera che travolge gli amministratori di sette società del gruppo
con base a Castel Volturno, che comprende importanti aziende attive in svariati
settori. Il provvedimento rientra in una più ampia inchiesta coordinata dal
procuratore aggiunto Francesco Greco
e dai sostituti Conzo, Landolfi e D'Alessio sull’ipotesi di evasione e traffico
di rifiuti.
All'operazione hanno poi preso gli
uomini del Corpo forestale dello Stato, i quali hanno perquisito numerose
aziende e laboratori di analisi che si ritengono coinvolti in un traffico
organizzato di rifiuti. Nel corso delle indagini, infatti, gli investigatori
hanno accertato come il «Polo tecnologico della nautica», facente capo al
gruppo e già finito sotto sequestro, si estenda su un'immensa discarica di
rifiuti. “Rifiuti artatamente collocati – è scritto in una nota firmata dal
procuratore aggiunto Greco - al falso scopo di recupero e rimodellamento
ambientale del territorio”.
Le società coinvolte sono la Mirabella Spa, la Agricola Pontammare Srl,
il Consorzio per Gricignano d'Aversa, la Gricignano 3 Srl, il Progetto
Industrie Srl, la Servizi Turistici Srl e il Consorzio Tecnoservizi. Nelle
analisi sui suoi del polo nautico sarebbero stati ritrovati rifiuti speciali e
pericolosi, tra cui anche particelle di amianto triturato.
Solo un mese fa il gruppo aveva subito un duro colpo con la morte del
patriarca, Cristoforo Coppola, il costruttore del Villaggio Coppola sorto negli
anni Settanta a ridosso del mare e poi abbattuto dopo le critiche e le
battaglie degli ambientalisti, ma anche opere come l’insediamento destinato
alla marina degli Stati Uniti a Gricignano e l'Holiday Inn, hotel di lusso di
Castel Volturno con annesso campo da golf divenuto quartier generale del
Napoli.
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