Giustizia: l'Onu chiede per l'Italia amnistia e indulto...
ed è censura pressoché totale
di Rita Bernardini* e Marco Pannella**
Chi ha occultato la notizia? La vera notizia è che la
"notizia" è stata quasi totalmente censurata dai mezzi di informazione.
Tranne pochissime agenzie, fra le quali, l'Ansa, nessuna televisione pubblica o
privata l'ha data, nessun giornale ne ha parlato (tranne, meritoriamente, Il
Manifesto che però non ha citato né la parola amnistia, né la parola indulto
richiesti dalla delegazione Onu).
In internet, se selezionate le parole "Mads
Andenas", cioè il nome del norvegese che ha guidato la delegazione delle
Nazioni Unite che è venuta in visita in Italia dal 7 al 9 luglio, la notizia è
passata solo sui seguenti siti internet: DaringToDo.com, Blastingnews.com, il
Velino.it e Corriere.it.
Cosa hanno dichiarato e chiesto gli esperti dell'Onu sulla
detenzione arbitraria all'Italia per bocca del capodelegazione Mads?
1) Di adottare "misure straordinarie, come per esempio
soluzioni alternative alla detenzione, al fine di eliminare l'eccessivo ricorso
alla detenzione e proteggere i diritti dei migranti".
2) "Quando gli standard minimi non possono essere
altrimenti rispettati, il rimedio è la scarcerazione".
3) "Chiediamo alle autorità italiane di rispettare le
nostre raccomandazioni" del 2008 e "quanto statuito dalla sentenza
Torreggiani".
4) Secondo l'esperto - scriveva l'Ansa - raccomandazioni
come quelle formulate dal Presidente Giorgio Napolitano nel 2013, incluse le
proposte in materia di amnistia e indulto, sono "quanto mai urgenti per
garantire la conformità al diritto internazionale".
5) Sui migranti, oltre ad esprimere rammarico per i
"rimpatri forzati", la delegazione Onu "resta preoccupata per la
durata della detenzione amministrativa e per le condizioni detentive nei Centri
di identificazione ed espulsione". Infine, udite udite, gli esperti Onu si
esprimono anche sull'illegalità del 41-bis di cui, come forza politica, si
occupano solo i radicali, anche con lo sciopero della fame in corso: "il
regime detentivo speciale previsto dall'articolo 41-bis" per i mafiosi non
è ancora stato allineato agli obblighi internazionali in materia di diritti
umani".
Temiamo che la censura sia stata anche determinata da
qualche manina super-informata che abbia deliberatamente deciso di non far
circolare la notizia e ci auguriamo che non si tratti di quella di qualche
associazione che normalmente si occupa di diritti umani. Che non abbiano voluto
disturbare - come ormai fan quasi tutti - il Premier Renzi e il Guardasigilli
Orlando, mentre il Governo si appresta a nominare il Garante Nazionale dei
detenuti e il Capo del Dap?
C'è un'altra notizia totalmente censurata dai media (tranne
Radio Radicale): si tratta della mozione approvata dal Comitato Nazionale di
Radicali Italiani tenutosi lo scorso week-end a Roma.
*Segretaria di Radicali italiani
**Presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento
Transnazionale Transpartito
Comitato Nazionale di Radicali Italiani 11-13 luglio 2014
Mozione generale e documenti aggiuntivi
Il movimento radicale nella sua storia sessantennale ha più
volte dovuto attraversare lunghi periodi di resistenza che hanno poi consentito
all'Italia di realizzare grandi conquiste nel campo dei diritti umani, sociali
e civili o perlomeno di rallentare il processo di desertificazione della
democrazia perseguito via via con sempre maggiore violenza dal regime
partitocratico nelle sue diverse manifestazioni. Oggi questo processo ha
prodotto un deserto che è soprattutto di idee e si manifesta ormai nella forma
della supremazia della ragion di Stato sullo Stato di diritto democratico e
federalista.
Il diritto alla conoscenza è ormai negato al popolo italiano
fino ad un punto di non ritorno. Il Centro d'Ascolto dei programmi
radiotelevisivi ha dimostrato la precisa corrispondenza tra la percentuale di
ascolti consentita ai leader e alle forze politiche in occasione della recente
consultazione europea e il risultato conseguito dalle varie liste. Clamoroso il
caso del Presidente del Consiglio Matteo Renzi e del PD: 41,1% di ascolti
consentiti, 40,8% il risultato elettorale conseguito. Quanto al movimento
radicale, altrettanto eloquente è il dato che vede Marco Pannella al 349° posto
ed Emma Bonino addirittura espulsa dalla classifica dei 512 esponenti politici
monitorati in merito alle trasmissioni della Rai-TV.
Sulla totale illegalità del "sistema giustizia"
italiano e delle carceri, ambedue pluricondannati in sede europea - il primo
per l'irragionevole durata dei processi e il secondo per i trattamenti inumani
e degradanti - paradigmatico è il caso del ponderoso dossier inviato il 22
maggio da Radicali italiani al Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa
chiamato, il 5 giugno scorso, ad esprimersi sul rispetto da parte del nostro
paese della Sentenza di condanna "Torreggiani": la burocrazia europea
ha illegalmente omesso di consegnarlo, con meschine azioni di occultamento, ai
47 delegati degli Stati favorendo così un esito benevolo verso la tesi difesa
dal Governo italiano, che ha ammesso la forzatura, dichiarando "sulle
carceri, per ora, ci abbiamo messo una pezza".
Persino sulle misure compensative e riparatorie, il Governo
italiano non si è fatto scrupolo - con l'ultimo decreto - di gabbare la Cedu:
là dove la condanna ordinava all'Italia di prevedere ricorsi interni
"effettivi" e "idonei", il Governo Renzi ha fissato il
"prezzo della tortura" in 1 giorno di sconto pena per ogni 10 giorni
vissuti in carcere oppure, per chi è uscito dal carcere, in 8 euro per ogni
giorno di prigionia inumana e degradante. Accedere a tale
"mercimonio" sarà oltretutto impraticabile considerata
l'impossibilità per magistrati di sorveglianza e giudici civili di verificare
per ciascun soggetto quali siano state materialmente le condizioni di detenzione.
Il Comitato Nazionale di Radicali italiani, riunito a Roma
l'11-12 e 13 luglio 2014
Ribadisce come obbligato un provvedimento di amnistia e di
indulto quale unica riforma strutturale in grado di fermare il mancato rispetto
della Costituzione italiana e dei vincoli derivanti dall'ordinamento
comunitario e dagli obblighi internazionali, anche secondo quanto affermato dal
Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con il suo ostracizzato
messaggio alle Camere.
Il Comitato sostiene il Satyagraha in corso di Marco
Pannella, Rita Bernardini e di altri 150 cittadini esplicitamente volto, in
questa fase, a fermare le morti in carcere e a garantire le cure necessarie ai
detenuti malati. Da questo punto di vista è con ogni evidenza emblematico - e perciò
richiamato espressamente come obiettivo dello sciopero della fame - il caso
dell'ottantunenne boss di Cosa Nostra, Bernardo Provenzano, tuttora trattenuto
in regime di 41-bis benché le Procure della Repubblica di Palermo,
Caltanissetta e Firenze si siano pronunciate nei suoi confronti per la
cancellazione del "carcere duro" e malgrado non sia più chiamato a
intervenire nei processi in cui è ancora coinvolto perché "incapace di
intendere e di volere".
Il Comitato rileva che la inutile crudeltà di questa
situazione non fa che qualificare lo Stato italiano ad un livello di
criminalità, se possibile, addirittura superiore a quella del condannato.
Nella condizione di antidemocrazia in cui si trova il Paese,
il Comitato di Radicali italiani richiama il movimento alla forza e alla
conseguente necessità della pratica della nonviolenza e della disobbedienza
civile, nel difficile tentativo di ricercare e aprire varchi di agibilità
politica nei quali la sovranità del popolo possa finalmente affermarsi.
Il Comitato auspica che il ricorso alle Giurisdizioni
nazionali, europee e transnazionali sia sempre più praticato da tutti gli
organi di Radicali italiani per affermare, con il ripristino della legalità, i
diritti fondamentali dei cittadini. Da questo punto di vista, il Comitato
esprime il massimo plauso al Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e
Transpartito, all'Associazione Luca Coscioni, e al nostro stesso movimento per
tutte le iniziative già intraprese con successo, in attesa di pronunciamento o
pressoché prossime alla presentazione.
Il Comitato impegna gli organi dirigenti a dare il massimo
supporto all'Avv. Deborah Cianfanelli affinché il dossier sulla giustizia,
riguardante l'irragionevole durata dei processi civili e penali, sia al più
presto aggiornato e depositato presso la Corte EDU. Il Comitato sostiene
altresì l'iniziativa volta a presentare un esposto alla Corte dei Conti per
danno erariale causato dallo Stato italiano ai suoi cittadini.
Il Comitato ribadisce che partendo dall'analisi radicale
sulla permanenza e vigenza di un sistema economico finanziario fondato su
capitalismo inquinato, sottocapitalizzato, bancocentrico e di relazione, le
campagne in corso #sbanchiamoli, #menoinquinomenopago e l'insieme di proposte
sul capitalismo locale delle società partecipate da Enti locali e Regioni, oggi
si confermano più che mai centrali nell'azione utile a rilanciare legalità,
concorrenza, merito e innovazione, nonché a contenere il debito pubblico e
quello ecologico, la spesa pubblica, la pressione fiscale e l'intermediazione
indebita della politica e dei Partiti nell'economia. Il Comitato invita il
governo Renzi, oltreché a far sue le misure citate, ad attivare al più presto
un piano di riduzione dei trasferimenti anticompetitivi alle imprese
nell'ambito del programma di tagli di spesa delineati dal commissario
Cottarelli.
Il Comitato rivolge un accorato appello a tutti coloro che
siano raggiunti da questa "mozione" e ne condividano premesse e
obiettivi, affinché si iscrivano a Radicali italiani, al Partito Radicale
Nonviolento Transnazionale e Transpartito così come a tutte le Associazioni
dell'area radicale ricordando che solo il versamento "dell'obolo di uno
scellino" da dignità e forza ad una partecipazione responsabile.
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