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giovedì 29 gennaio 2015



Ancora una interessante puntata dedicata ai delitti più efferati della Terra di Lavoro. Per lunedì 2 febbraio tratteremo il duplice omicidio di un nobile di Villaricca che con un suo guardaspalle uccise i figli del suo fattore. Era il 4 marzo del 1953, allorquando metà della famiglia  di Vincenzo Belardo ( due figli: Salvatore Belardo di anni 22, Giovannina di anni 18 ed il ferimento di Vincenzo Belardo di anni 25 ) cadeva tragicamente sotto i colpi di pistola di Luciano Chianese e Antonio De Rosa. Il fatto accadde nella desolata terra della tenuta “Bartolotto” in agro di Castel Volturno. Quale il motivo di questa strage? Sembra impossibile, ma la cruda realtà ci dimostra che il delitto fu  la reazione inumana alla giusta opposizione alla consumazione di un sopruso. Il delitto, perciò, nella sua essenza, oltre che per le conseguenze, è di una gravità eccezionale. Quella dozzina di colpi di pistola che stroncarono  due giovani vite è la esplosione più tipica della prepotenza. Tratto a giudizio per duplice omicidio, assieme ai suoi complici, però, un poco per la potenza dell’eloquio forense ( c’erano impegnati i migliori avvocati dell’epoca ) un poco per il risarcimento del danno ( la famiglia Belardo incassò 100 milioni delle vecchie lire ) il marchese Luciano Chianese di Villaricca venne condannato dalla Corte di Assise di S. Maria C .V. presieduta dal giudice Giovanni Morfino,   soltanto a 13 anni di reclusione. Alla difesa un parterre di eccezione:  Avv.ti Luigi Palumbo, Ciro Maffuccini, Alfredo De Marsico,  Alberto Martucci, Pasquale Fortini, Orazio Cicatelli, Giannuzzi Carlo Savelli,  Velia Di Pippo, Giovanni Leone, Francesco Lugnano. Alla parte civile Giuseppe Garofalo e Giovanni Porzio.


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