Continua
il nostro viaggio attraverso i racconti
brevi dei più efferati delitti di “Terra di Lavoro”. Per lunedì 26 gennaio 2015, tratteremo il vile assassinio del sottufficiale degli agenti
di custodia Nicandro Izzo di Calvi
Risorta. Dopo alcuni anni di servizio lontano dalla Campania, fu trasferito a
Napoli-Poggioreale dove restò fino
alla tragica data. Sposato a Pignataro Maggiore con Maria Senese, ebbe due figli,
Orsola e Antonio. Comandato di
servizio al controllo e accettazione pacchi a favore dei detenuti ristretti, si
rifiutò di lasciare entrare pacchi privi di controllo destinati a noti
camorristi campani; questo diniego fu causa della sua uccisione. La mattina del
31 gennaio 1983, alle ore 8 aspettava l’amico e paesano ragioniere Mario Marrandino per salutarlo in
quanto lasciava definitivamente l’istituto di Poggioreale per raggiungere
quello di Regina Coeli a Roma (trasferimento irrevocabile disposto dal
Ministero per motivi precauzionali). Ma Izzo non raggiunse mai quella
destinazione, in quanto all’altezza di Corso Malta, mentre a piedi raggiungeva
porta Capuana per prendere il pullman, una mano vile, con una pistola a
silenziatore lo ammazzò con un solo colpo alla testa. A Nicandro Izzo, riconosciuto “vittima del dovere”, il Comune di Calvi
Risorta ha dedicato una piazza. Il suo assassino non è mai stato
individuato.
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