Quella “faccia
da mariuolo” di Lorenzo Diana crede che la bilancia della giustizia sia uguale
alla bilancia del suo mercato ortofrutticolo.
Camorra, ex senatore Diana
ammette: “Chiesi certificato falso per mio figlio”
Diana, indagato
di concorso esterno in associazione camorristica in un filone parallelo
dell’inchiesta sui rapporti tra la coop Cpl Concordia e i Casalesi,
nell'interrogatorio di garanzia ha rivelato di aver provato a ottenere la
"cortesia" anche da Luigi Cuomo. Ma il presidente della Nuova Quarto
Calcio, la squadra sottratta al clan Polverino, disse no
di Vincenzo
Iurillo | 4 agosto 2015 da Il Fatto Quotidiano
Due
ammissioni e un profondo imbarazzo. L’ex senatore anticamorra Lorenzo Diana,
l’unico politico citato da Roberto Saviano in Gomorra con toni elogiativi,
impigliato in accuse di concorso esterno in associazione camorristica e di
abuso d’ufficio in due distinti filoni di un’inchiesta della Dda di Napoli nata
scavando sui rapporti tra Cpl Concordia e clan dei Casalesi, ammette di aver
chiesto e ottenuto grazie all’intercessione di un avvocato un certificato
fasullo per il figlio che ne attestasse prestazioni da dirigente sportivo mai
svolte. E ammette di aver provato a chiedere questa ‘cortesia’ a Luigi Cuomo,
presidente della Nuova Quarto Calcio, la squadra sottratta al clan Polverino e
consegnata a un’associazione antiracket, un’esperienza partita tra buoni
auspici e sostegno unanime e purtroppo finita pochi giorni fa sotto un crac che
ne ha impedito l’iscrizione al campionato di promozione. Cuomo però disse no.
Circostanze che emergono in tutte le sue sfumature, dal deposito
dell’interrogatorio di garanzia reso il 10 luglio davanti al Gip di Napoli Federica
Colucci alla presenza del pm Cesare Sirignano. Diana, assistito dall’avvocato
Francesco Picca, si giustifica così: “Non ho difficoltà, con tutto il disagio,
a riconoscere che si tratta di certificazione che attesta una collaborazione
non prestata, non effettuata. Sotto la manifestazione di un desiderio della
passione di un figliolo che vive quindici anni lontano da me, a Milano, Londra,
Amburgo, Francoforte, Hong Kong, Roma ultimamente… La certificazione aveva
meramente la funzione per l’ammissione a un corso che non dà né sbocchi
lavorativi, né promozioni di curriculum…. Ma non aveva alcuna rilevanza, e poi
se posso intendo subito precisare una cosa, ma qui lo intendo fare con tutto lo
sdegno possibile e immaginabile, non c’è, non c’è e non c’è alcuna connessione
tra la certificazione presentatami attraverso l’avvocato Manolo Iengo e
l’affidamento di incarichi (al Centro Agroalimentare di Volla presieduto da
Diana, ndr)”. Pressato dal pm, Diana non è chiarissimo.
Diana: Avevo
contattato Gigi Cuomo che conosco ma dopo averlo incontrato convenimmo che non
c’era condizione e non curai più quella richiesta.
Pm: Che
significa non c’erano le condizioni?
Diana: Che
non era…, in quel momento pensavamo che ci fosse…
Pm: Chi è
Gigi Cuomo, che forse non tutti lo sanno?
Diana: Gigi
Cuomo è Presidente nazionale di S.o.s. Impresa, con cui ho condiviso anni e
anni di impegno, siamo amici fortemente, persona al di sopra di ogni sospetto,
che ha fatto battaglie dentro Pianura contro il racket, e che ha avuto nella
funzione se ricordo bene di dirigente della nuova Quarto Calcio, società
sequestrata a un clan locale.
Pm: Quindi
lei ha chiesto a Cuomo, se ho ben capito, la medesima attestazione falsa fatta.
Diana: Sì
Pm: Amministrata
giudiziariamente, sottoposta a sequestro giudiziario?
Diana: Sì,
come collaborazione.
Pm: Questo
sempre perché lei è uno spirito di legalità. Come le ha risposto?
Diana:
Siccome in quel momento quando si ipotizzava che potessero essere i tempi di
una certa collaborazione a svolgersi che era di un mese quella richiesta,
quando poi c’era da attestare che era già avvenuto, con Gigi Cuomo io per primo
dissi: capisco che non è fattibile, lasciamo stare.
Pm: Cioè si
è rifiutato?
Diana: Non
ci fu rifiuto, dicendo: se è una collaborazione da farsi…
Pm:
Collaborazione di che cosa?
Diana:
Collaborazione esterna, perché essendo in questo caso una possibile
collaborazione, se è da farsi la facciamo, se è da attestare…
Pm: Se è
legittima sì se è falsa no.
Diana: Sì
sì.
Pm: Si è
rifiutato?
Diana:
Diciamo sì.
Pm : No
diciamo…
Diana: Sì sì
L’interrogatorio
del sostituto procuratore era iniziato tra scintille e tensioni. Diana aveva
appena spiegato al Gip di aver scelto Iengo come consulente legale del Caan di
Volla perché è uno “con la schiena dritta” che si presta ad azioni anche
rischiose.
Pm: Allora
la prima domanda che le faccio, visto che lei è un uomo di legge, di legalità,
lei definisce un avvocato con una schiena dritta che le Procura un certificato
falso? Per avere l’idea di che cosa significa per lei avere la schiena dritta,
altrimenti abbiamo due diciture diverse.
Diana:
Dottore comprendo la domanda (…) nel senso che io l’ho conosciuto in quella
vicenda di denuncia di personaggi rischiosi e l’ho definita schiena dritta in
quella occasione, ora rispetto alla certificazione io per primo ho detto: sento
tutto il disagio di aver chiesto e ottenuto la certificazione per una
collaborazione…
Pm: Ma io
non sto parlando di quello, io sto parlando se lei definisce un Avvocato con la
schiena dritta uno che si presta a procurare un certificato falso?
Diana: In
questa no. Se vale per me che non mi sento in questo caso di potere andare a
schiena dritta, figuriamoci se può valere…
Pm: Quindi
abbiamo lo stesso concetto, diamo lo stesso significato di una persona con la
schiena dritta?
Diana: Sì.
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