Un giovane assassinato con un colpo alla testa e
gettato in un pozzo.
Un giallo degli
anni cinquanta ancora senza colpevoli. Il delitto fu ordito ad Albanova,
eseguito a Cancello Arnone e
occultato a Castel Volturno.
Nel marzo del 1946
Era stato
sospettato del furto di una motocicletta ad un possidente del posto. Accusati i componenti di una banda e i vertici della camorra dell’epoca. Il delitto è rimasto impunito.
L’indagine partì dalla confessione di un componente della banda Giuseppe Diana ( omonimo di Don Diana) che
poi ritrattò adducendo di essere stato seviziato dai carabinieri.
Sull’omicidio vi furono versioni contrastanti dei
carabinieri di S. Cipriano (a favore di un indiziato dell’omicidio) e quelli di
Castelvolturno ( a favore delle tesi dei familiari delle vittime). Per avere un rapporto ( primo caso nella storia giudiziaria
) il magistrato dovette sequestrare gli atti presso la Caserma dei carabinieri
di San Cipriano. Il processo.
Nessun colpevole: Non doversi procedere contro Di Bello e
Pignata “per non aver commesso il fatto”, con la revoca dei mandati di
cattura.
Per Raffaele Montesano,
assoluzionev “per non aver commesso il fatto”
dall’omicidio e dalla soppressione del cadavere;
per Diana e Di Puorto “insufficienza
di prove” per l’omicidio e l’occultamento di cadavere. La classica sentenza per
i mafiosi.
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