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sabato 14 maggio 2016

Saranno riesaminati i reperti balistici
dell’assassinio del sindacalista Salvatore  Carnevale
Da sinistra: Lopez junior, Lopez senior, Garofalo, Terlizzi, Del Tufo e Ponzetta 

La rivisitazione del processo di mafia è stata oggetto ieri di una “lectio magistralis” dell’Avv. Giuseppe Garofalo in occasione del primo Corso di Balistica forense organizzato dal Formed in convenzione con  l’Università Suor Orsola Benincasa. Secondo il noto penalista la giustizia è “un’opinione”, infatti con le stesse prove si può essere condannato o assolto -  


GAROFALO, TERLIZZI, DEL TUFO E PONZETTA 



Nel corso della “lectio magistralis”, tenuta ieri presso l’Università Suor Orsola Benincasa il penalista, scrittore e storico Giuseppe Garofalo, in occasione della inaugurazione del primo corso nazionale di Balistica Forense, organizzato dal Formed di Caserta in convenzione con l’Università  ha definito la giustizia un’opinione.  Infatti nella rievocazione del processo è emerso che gli assassini di Salvatore Carnevale, ucciso a Sciara in Sicilia, il cui processo fu celebrato a Santa Maria Capua Vetere per legittima suspicione dopo la condanna all’ergastolo – con le stesse prove – furono assolti in appello nonostante ben 4 perizie balistiche in contrasto tra loro. Garofalo, soffermandosi anche sulla leggenda della Suora Santa ha poi detto che “anche la balistica non è una scienza esatta”. Dopo il saluto del vice Rettore Prof.ssa Mariavaleria Del Tufo, ha preso la parola Sandro Mario Lopez, esperto in balistica, seguito da una dimostrazione di armi da parte dell’ispettore di polizia Angelo Farina. In chiusura la direttrice del Formed, Prof.ssa Vittoria Ponzetta, nel ringraziare gli oratori e il cronista giudiziario Ferdinando Terlizzi, per la ricerca del materiale da archivio,   ha annunciato che  è in animo dell’Università eseguire un progetto per la revisione dei reperti e delle perizie balistiche del delitto Carnevale. Delitto che nel 1960 suscitò grande interesse  che coinvolse -  in diversi ruoli -  i futuri presidenti della Repubblica Sandro Pertini e Giovanni Leone, il leader del PSI, Pietro Nenni, lo scrittore Carlo Levi per il libro “Le parole sono pietre” ed i  fratelli Taviani con il film “Un uomo da bruciare”. L’istruttoria a Palermo fu condotta da Pietro Scaglione il magistrato che nel 1971 fu ucciso da Luciano Liggio.


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