Saranno riesaminati i reperti
balistici
dell’assassinio del sindacalista
Salvatore Carnevale
Da sinistra: Lopez junior, Lopez senior, Garofalo, Terlizzi, Del Tufo e Ponzetta |
La rivisitazione del processo di mafia è stata oggetto ieri di una “lectio magistralis” dell’Avv. Giuseppe Garofalo in occasione del primo Corso di Balistica forense organizzato dal Formed in convenzione con l’Università Suor Orsola Benincasa. Secondo il noto penalista la giustizia è “un’opinione”, infatti con le stesse prove si può essere condannato o assolto -
GAROFALO, TERLIZZI, DEL TUFO E PONZETTA |
Nel corso della “lectio
magistralis”, tenuta ieri presso l’Università Suor Orsola Benincasa il
penalista, scrittore e storico Giuseppe
Garofalo, in occasione della inaugurazione del primo corso nazionale di
Balistica Forense, organizzato dal Formed di Caserta in convenzione con l’Università
ha definito la giustizia un’opinione. Infatti nella rievocazione del processo è
emerso che gli assassini di Salvatore
Carnevale, ucciso a Sciara in Sicilia, il cui processo fu celebrato a Santa
Maria Capua Vetere per legittima suspicione dopo la condanna all’ergastolo –
con le stesse prove – furono assolti in appello nonostante ben 4 perizie
balistiche in contrasto tra loro. Garofalo, soffermandosi anche sulla leggenda
della Suora Santa ha poi detto che “anche
la balistica non è una scienza esatta”. Dopo il saluto del vice Rettore
Prof.ssa Mariavaleria Del Tufo, ha
preso la parola Sandro Mario Lopez,
esperto in balistica, seguito da una dimostrazione di armi da parte dell’ispettore
di polizia Angelo Farina. In
chiusura la direttrice del Formed, Prof.ssa Vittoria Ponzetta, nel ringraziare gli oratori e il cronista
giudiziario Ferdinando Terlizzi, per
la ricerca del materiale da archivio, ha annunciato che è in animo dell’Università eseguire un
progetto per la revisione dei reperti e delle perizie balistiche del delitto
Carnevale. Delitto che nel 1960 suscitò grande interesse che coinvolse - in diversi ruoli - i futuri presidenti della Repubblica Sandro Pertini e Giovanni Leone, il leader del PSI, Pietro Nenni, lo scrittore Carlo
Levi per il libro “Le parole sono
pietre” ed i fratelli Taviani con il film “Un
uomo da bruciare”. L’istruttoria a Palermo fu condotta da Pietro Scaglione il magistrato che nel
1971 fu ucciso da Luciano Liggio.
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