E’ stata dedicata alla figura di uno
stimato e illustre avvocato del foro sammaritano, Pompeo Rendina, la 30ma
edizione del «Simulacro di processo penale» istituito dall’ordine forense di
Santa Maria Capua Vetere sulla scia del premio ai giovani penalisti nato nel
1954.
A
vincere l’edizione di quest’anno, con una premiazione celebratasi nella
splendida cornice del Teatro Garibaldi, sono stati «ex aequo» due leve del
foro: Renato Luigi De Spirito (praticante avvocato presso lo studio Stellato
con i dominus avvocati Claudio Sgambato ed Edoardo Razzino) e Claudio Fusco
dello studio dell’avvocato Mauro Iodice. I giovani dottori in Giurisprudenza
hanno ricevuto una toga e un cadeau durante la manifestazione dedicata ai
Senatori dell’avvocatura, ovvero gli avvocati iscritti all’ordine forense da 50
e 40 anni tenutasi lo scorso 21 dicembre. Dieci i partecipanti che si sono
cimentati nell’arte oratoria: oltre ai due vincitori, avevano pronunciato le
arringhe Giovanna Battista, Antonio Bernardo, Luigi Campaniello, Rosa D’Ambra,
Gianpaolo Di Mezza, Giuseppe Irace, Pierluigi Mercorio e Ludovica Sergio. Le
performance dei giovani avvocati sono state giudicate dal collegio composto dal
Consiglio forense presieduto dall’avvocato Carlo Grillo mentre il consigliere
Bernardino Lombardi ha relazionato sul tema del simulacro, un omicidio. In una
plaquette, curata dall’avvocato Alberto Zaza d’Aulisio, (nonché presidente
della Commissione per la storia dell’avvocatura sammaritana), è stata
ripercorsa la figura dell’indimenticato avvocato Rendina. Il simulacro di
processo penale e civile fu ideato nel 1954 dall’allora consigliere Giuseppe
Garofalo, storico e avvocato principe del foro: negli anni Novanta, sulla base
di quella proposta, fu attuato quello civile. Antonino Pompeo Rendina, nato a
Capua nel 1922 e venuto a mancare nel 2012, senatore della Repubblica dal '63
al '68, iniziò gli studi di Giurisprudenza presso l'Ateneo Federiciano di
Napoli, interrotti per gli eventi bellici del secondo conflitto mondiale.
Laureatosi brillantemente nell’immediato dopoguerra, divenne penalista di
sicuro spessore formatosi alla Scuola di Ciro Maffuccini, altra Bandiera del
Foro. Nel suo Medagliere il processo ai campieri siciliani accusati
dell'uccisione del sindaco di Sciarra Salvatore Carnevale avvenuta il 16 maggio
1955. Testimone di quella storica pagina giudiziaria è Giuseppe Garofalo che condivise
la difesa, altresì, con Carlo Cipullo e Ciro Maffuccini. All’esordio della sua
brillante carriera forense, nel ‘48 conseguì un significativo successo
ottenendo, col suo maestro Ciro Maffuccini, l’assoluzione della giovane
Maddalena Barretta, militante nel PCI di Capodrise, arrestata, con numerosi
altri dimostranti, durante una manifestazione in piazza Umberto I a Marcianise
in seguito all’attentato subito dal segretario nazionale del partito Palmiro
Togliatti. La cerimonia si è conclusa con le onorificenze consegnate a nove
avvocati Senatori iscritti da 50 anni (Nicola Cipolla, Giuseppe Di Monaco,
Giuseppe Landolfi, Antonio Palmieri, Gaetano Calcaterra, Francesco Cerreto,
Girolamo Ciaramella, Achille Cipullo e alla memoria dell'avvocato Giuseppe Caterino)
e 18 consegnate agli iscritti all'ordine da 40 anni Augusto Abruzzese, Giovanni
De Felice, Maria Concetta Ferrara, Antonio Martino, Vincenzo Natale, Gaetano
Patari, Vincenzo Rossi, Adolfo Russo, Mario Giusti, Anna Maria Carfora,
Giuseppe Del Giudice, Antimo Di Resta, Domenico Grella, Roberto Pintus,
Federico Simoncelli, Sabino Tomei, Achille Vellucci
Antonino
Pompeo Rendina, nato a Capua il 28 febbraio 1922, venuto a mancare il 15 giugno
2012.
Conseguita
la Maturità classica (diciottenne) al Liceo statale Tommaso di Savoia di Santa
Maria Capua Vetere, iniziò gli studi di Giurisprudenza presso l'Ateneo
Federiciano di Napoli, interrotti per gli eventi bellici del secondo conflitto
mondiale che lo videro mobilitato quale Sottotenente di complemento dell'Arma
Aeronautica - ruolo servizi in territorio dichiarato in stato di guerra e zona
di operazioni fino all'armistizio dell'8 settembre 1943. Attraversate le linee,
operò in Capua sul fronte della Resistenza meritando il riconoscimento di
patriota partigiano. Fu anche membro del Comitato Nazionale di Liberazione di
Capua. Laureatosi brillantemente nell’immediato dopoguerra, divenne penalista
di sicuro spessore formatosi alla Scuola di Ciro Maffuccini, altra Bandiera del
nostro Foro, famoso per le sue pause meditative durante il dibattimento.
Forbito
oratore, cesellatore della parola sempre giusta, calzante, elegante porgitore
degli argomenti difensivi, strenuo paladino della libertà e della dignità delle
persone, Pompeo Rendina fu pugnace alla sbarra come nel Consiglio Provinciale
di Caserta, dove sedette dal maggio 1956 al novembre 1960, eletto con la civica
Rinascita ed iscritto al Gruppo del Pci, ed a Palazzo Madama, dal 28 aprile
1963 fino a termine della Legislatura, componente della Commissione Giustizia.
Interprete attento delle dinamiche socio-politiche e giuridiche, ha consegnato
alla storia memorabili interventi in aula. Tra gli altri, quelli per: la
modifica del sistema processuale penale, la prevenzione e repressione della
delinquenza organizzata ovvero della mafia, la riforma dei codici e della Corte
costituzionale, la legge per la nomina dei Magistrati a consiglieri di Corte
d'Appello, la modifica della Legge Merlin, la modifica delle sanzioni in tema
di circolazione stradale, la Legge di Pubblica Sicurezza (artt. 5 e 6), alcuni
emendamenti al nuovo testo di pubblica sicurezza in tema di ordine pubblico, di
associazione e di pericolo pubblico, l'Ordinamento penitenziario e la
prevenzione della delinquenza minorile, il fermo di polizia, lo stato di
emergenza per ragioni di calamità naturali, il controllo delle armi. Diede il
suo contributo anche in materia civilistica (disciplina delle locazioni di
immobili urbani).
Terminata
l'esperienza parlamentare, coerente e fedele al suo ideale politico, scese
nuovamente in campo per le amministrative del 1975 a Capua. Col sostegno del
Psi e del Psdi mandò la Dc all'opposizione. Sindaco equanime e super partes,
amato e rispettato dai concittadini, in Giunta ebbe al suo fianco l'allora
giovane penalista Gaetano Treppiccione, compagno di partito.
La
limpidezza della sua condotta fu testimoniata dalla fraterna amicizia con
Giorgio Napolitano, il quale così telegrafò alla famiglia alla notizia della
sua scomparsa: A Pompeo Rendina mi legava il ricordo di anni di collaborazione
e amicizia vissuti insieme nel Casertano e poi anche in Parlamento nazionale. È
stato un professionista e un uomo politico di indubbia levatura, un avvocato di
non comune cultura e finezza giuridica sempre animato da un profondo
attaccamento ai principi e ai valori costituzionali.
Nel
suo Medagliere il processo ai campieri siciliani accusati dell'uccisione del
sindaco di Sciarra Salvatore Carnevale avvenuta il 16 maggio 1955. (*) Testimone di quella storica pagina giudiziaria
è Giuseppe Garofalo che condivise la difesa, altresì, con Carlo Cipullo e Ciro
Maffuccini. All’esordio della sua brillante carriera forense, nel ‘48 conseguì
un significativo successo ottenendo, col suo maestro Ciro Maffuccini,
l’assoluzione della giovane Maddalena Barretta, militante nel PCI di Capodrise,
arrestata, con numerosi altri dimostranti, durante una manifestazione in piazza
Umberto I a Marcianise in seguito all’attentato subito dal segretario nazionale
del partito Palmiro Togliatti.
Tra
i suoi ultimi interventi in pubblico, quello del 2007 nel Teatro di Corte della
Reggia di Caserta per la presentazione del libro sulla tragedia di Ustica
scritto dal Generale dell'Aeronautica Militare Vincenzo Ruggero Manca, senatore
in Forza Italia. Pompeo Rendina era stato difensore di un sottufficiale
imputato nel processo che tentò di chiarire le cause dell’abbattimento di un DC
9 dell’Itavia di linea Bologna-Palermo a circa 80 miglia dall’isola. Esploso in
volo, il velivolo precipitò in mare. Ottantuno le vittime.
La
sensibilità di Pompeo Rendina per il conseguimento del bene comune lo vide
socio fondatore e primo presidente del Lions Club di S. Maria C.V. dal 1995 al
1997.
(*)
Nella ricostruzione del collega Alberto Zaza c’è una grave inesattezza. La
vittima Salvatore Carnevale ( il cui processo fu celebrato presso la Corte di
Assise di Santa Maria Capua Vetere per legittima suspicione ) era un
sindacalista della Cgil dei braccianti agricoli e non il sindaco di Sciara….
VEDI
IL PEZZO CHE SEGUE DA ME PUBBLICATO NEL 2008
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