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mercoledì 14 aprile 2021

 



OGGI  APPELLO IL DESTINO DI EMILIO LAVORETANO PER IL DELITTO DI KATIA TONDI.

 

CONDANNATO A 27 ANNI SPERA NELLA RIFORMA DELLA SENTENZA

 

L’Avvocatessa Natalina Mastellone primo difensore è fiduciosa. Il dubbio della “incompatibilità” sul Presidente della Corte di Assise di Appello

 

 

(Nostra intervista esclusiva)

 

 


 

Domani  la procura generale discuterà il processo a carico di Emilio Lavoretano dinanzi alla corte di Assise di appello presieduta dalla dott. ssa Maria Alaya, presidente designato nella prima parte del processo di primo grado a carico di Lavoretano. Abbiamo chiesto all’avv. Natalina Mastellone, unico difensore che ha seguito il Lavoretano, anche quando il processo si è celebrato dinanzi alla Corte d’Assise presieduta dall’Alaja, se ci fosse una incompatibilità.

“Ritengo che per il Lavoretano rappresenti una garanzia l’essere giudicato da chi ha avuto modo di ascoltare ed escutere direttamente molti dei testimoni. In particolare dinanzi alla Presidente Alaya furono escussi tutti gli inquirenti intervenuti la sera del delitto ed il medico legale che effettuó il sopralluogo e l’autopsia. Testimonianze salienti!”

Lei non ha mai reso dichiarazioni sulla sentenza di primo grado. Cosa pensa in merito?

“Non mi sono espressa a tempo debito e non ritengo opportuno farlo adesso. Tutto ciò che avevo da dire al riguardo è scritto nelle trecento pagine di appello che ho deposito a marzo dell’anno scorso e che saranno oggetto di valutazione della Corte di Assise di Appello, che su quel ricorso dovrà emettere sentenza. Sono serena e fiduciosa e credo in una totale riforma della sentenza di primo grado”.

Il Procuratore Generale, quando la difesa ha chiesto di depositare una ulteriore consulenza medico legale, si è in qualche modo già espresso, in maniera del tutto negativa, a proposito delle indagini. Lei cosa ne pensa?

 

“Da cittadina, prim’ancora che come avvocato, provo sollievo nel sapere che ci sono uffici di Procura che prendono le distanze dal discutibile operato dei loro colleghi.

Gran parte dell’atto di appello è incentrato sulle indagini, sulla assoluta superficialità con cui sono state condotte, quindi non posso che essere d’accordo.
Molte altre sono le incongruenze e le insuperabili criticità emerse a dibattimento, anche in relazione alle testimonianze rese da soggetti considerati “testi chiave”.
Come le ho già precisato, è tutto messo nero su bianco nel mio atto di appello.
Lavoretano è innocente e ha subito una doppia ingiustizia: in primis  l’essere condannato ed in secondo luogo essere destinatario della misura cautelare in carcere in assenza di esigenze cautelari!”




ALTO TRADIMENTO

 

Poche parole per raccontare questo episodio che io definisco “Alto Tradimento”. Ho vissuto tutta la vicenda del delitto di Katia Tondi. L’unico tassello che manca alla mia memoria è il volto dell’assassino…”nel momento in cui strangola la povera Katia”… Per il resto ho seguito le indagini. Ho sentito le deposizioni dei periti e dei consulenti. Intervistato i testimoni. Ho seguito le trasmissioni tv: da “Chi l’ha visto?” a “La Vita in Diretta”. Mi sono confrontato con i colleghi: La Mura, Locatelli, Salvati, Nettuno che hanno seguito – come me – per le loro testaste tutte le fasi del processo in Corte di Assise. Udienze lunghe, snervanti, a volte noiose, a volte con improvvisi colpi di scena eclatanti. Ho ascoltato la requisitoria della pubblica accusa del piemme Musto (calorosa, documentata, appassionante). Alle suppliche degli avvocati della privata accusa. Ho vissuto (e sofferto) i palpiti esuberanti e l’impegno profuso dall’accorata difesa dell’avvocatessa Mastellone. Ero presente ed ho colto la drammaticità del momento allorquando il presidente Napoletano ha letto il verdetto di condanna. Ho riportato l’arresto di Emilio Lavoretano, scrivendo in quella occasione che “lui non era il carnefice della moglie”. Sono stato, insomma, innocentista della prima ora, anche perché le argomentazioni del criminologo Carmelo Lavorino mi avevano convinto. Oggi, settembre 2020, apprendo che la Suprema Corte ha rigettato perché “improponibile” o “inammissibile” il ricorso presentato contro l’arresto del Lavoretano.

Apprendo anche che lui ha nominato un nuovo avvocato revocando chi lo aveva  difeso con tanto amore… “quasi materno”.  Apprendo che l’appello vedrà sullo scranno difensivo un altro personaggio. Questo – per me – è un atto di “Alto Tradimento”. Forse Emilio nel carcere si è fatto convincere che anche chi è colpevole può essere assolto?  Forse lui non sa che non dipende dal difensore (spesso un paglietta che gode prestigio tra i detenuti) bensì dal giudice il ribaltamento della sentenza! Forse lui non sa che la “giustizia è un’opinione” (come ha più volte affermato Giuseppe Garofalo… ”uno che di processi se ne intende”)… forse Emilio non sa (i compagni di cella non glielo hanno detto?)  che si può essere condannati o assolti con le stesse prove? Dipende dal convincimento del magistrato e non dalla bravura dell’avvocato che molti magistrati  considerano addirittura “un fastidio” per il processo.

Lui ha sbagliato strategia. Doveva confessare e scegliere il rito dello sconto del terzo della pena. Da incensurato avrebbe scontato 5/6 anni di carcere. Considerato che si possono ottenere i benefici dopo aver scontato un terzo della pena. Parolise docet!

 

(Brano tratto dal libro “Vittime, assassini, processi”, di Ferdinando Terlizzi) 



 


 

 

Il delitto di Katia Tondi.

SECONDO LA CORTE DI ASSISE DI SANTA  MARIA CAPUA VETERE LA TELEFONATA  FU UNA  MESSINSCENA.

 


 

 

 

O. \ Pronto?

L. \ E, buonasera, un’ambulanza subito – piange - al Parco Laurus, a San Tammaro

O. \ Da quale città mi chiama?

L. \ San Tammaro, San Tammaro

O. \ San Tammaro, vicino Ca... vicino Santa Maria?

L. \ Sì; venite... sì, sì

O. \ E che è successo?

L. \ Non lo so, ora sono entrato, c’è mia moglie a terra – piange -...

O. \ E in che via state?

L. \ Al Parco Laurus, al Parco Laurus, a San Tammaro, Parco

O. \ Parco Laurus, vicino... in che via è?

L. \ Strada Provinciale per Curti

O. \ Strada Provinciale per Curti... mi dice il civico?

L. \ Non lo so, non lo so civico, non lo so; per piacere, venite qua, per piacere – piange –

O. \ Ma respira?

L. \ Ma non lo so, sta a terra, è nera, nera, non lo so, venite, per piacere

O. \ Okay, dai... passatemi qualche altra persona, dai... sta arrivando l’ambulanza, fra poco vi richiamo io, fatelo per quella là…

L. \ Fate presto, fate presto…

 

- Durante vari impulsi relativi al segnale di attesa:-

 

D. \ (Probabilmente parlando con il suo telefono: ...e Katia sta a terra, Emilio ha chiamato il 113 e l’autoambulanza... eh)... Poi:…

L. \ Pronto? Pronto?

O. \ Sì, dica

L. \ (Piange), pronto? Buonasera, (piange), potete venire un poco al Parco Laurus a San Tamnmaro, sta, (piange), sta mia moglie a terra, (piange)...

O. \ Non ho capito niente

 L. \ (Piange), fate venire a San Tammaro, Parco Laurus, San Tammaro, Strada Provinciale per Curti, (piange)

O. \ Che è successo?

L. \ (Piange), e non lo so, sta mia moglie a terra, (piange), venite qua, per piacere...

O. \ Un’ambulanza? Perché che è successo che volete l’ambulanza?

L. \ L’ho chiamata già l’ambulanza, l’ho chiamata, (piange), sta mia moglie a terra, e poi non lo so, venite...

O. \ L’ha trovata a terra, dentro casa?

L. \ Sta dentro casa, sta tutta n’, (piange), sta tutta nera, (piange)...

O. \ Non ho capito, scusatemi, ma...

L. \ (Piange), sta tutto, sta tutto fuori posto, sta, (piange), tutto fuori posto, sono venuti a rubare, sta mia moglie a terra, (piange)...

O. \ Che sono venuti a “pigliare”? Ma c’è sangue, c’è qualcosa?

L. \ Non lo so, sta mia moglie a terra, non lo so, stiamo io e la vicina di casa, non lo so, venite, per piacere

O. \ Datemi l’indirizzo, scusatemi

L. \ Parco Laurus, Parco Laurus...

 O. \ Parco?

L. \ Laurus, San Tammaro

O. \ Laurus?

L. \ Laurus, Laurus

O. \ Che via lì a San Tammaro?

L. \ Parco Laurus, Strada Provinciale per Curti...

 

- A questo punto si percepisce il lamento di un bimbo; poi:-

 

L. \ (Rivolto ad altri: piccolino, vieni)

O. \ Ma non si muove tua moglie? Non è, non è cosciente, niente?

L. \ Sta tutta nera, sta, tutta nera, (piange), sta tutta “lividita”, (piange), non lo so, secondo me, sono venuti i ladri, (piange), venite, dai…

O. \ Non respira?

L. \ No, (piange), (rivolto ad altri: Rosa’, non respira, no? - D. \ Mi pare di no, adesso guardo)

O. \ Non si capisce... non respira, non si muove?

L. \ No, sta a terra, non respira, (piange), non respira, (piange)

O. \ Come vi chiamate, voi come vi chiamate?

L. \ Lavoretano, Lavoretano

O. \ Napoletano?

L. \ Lavoretano, con la elle, Lavoretano

O. \ Sì, le mando subito la pattuglia, eh, la mando subito da te

L. \ Arrivederci, arrivederci, arrivederci, (piange).

 

 

(*) Relazione di perizia fonica trascrittiva nel procedimento penale a carico di Lavoretano Emilio n.3/16 R.G.  Trascrizione conversazioni telefoniche: “effettuate dal Lavoretano al 113 e al 118” - il perito: ing. Roberto Porto - O. = OPERATORE  L. = “LAVORETANO EMILIO” - 

 

 


 

Assistere al processo, ascoltare questa telefonata, così drammatica, pensare per un attimo ai momenti vissuti dal Lavoretano e poi riflettere e ragionare, come hanno fatto i giudici popolari e quelli togati e farsi un’idea “che è stato tutto premeditato”, che “è stata tutta una farsa”, mi è stato difficile…per non dire impossibile.  Mi sono chiesto: “Come può un uomo ingannare col pianto (dirotto), recitare la parte del marito affranto, del padre in pena, dopo aver ucciso la moglie”? Delle due, l’una: o il Lavoretano è un grande attore drammatico (senza aver fatto l’accademia) e la Corte di Assise ha fatto bene a condannarlo, oppure la stessa ha preso un abbaglio e il caso si sgonfierà in appello.

 

Io penso che il difensore di Lavoretano, la Natalina Mastellone avrebbe consigliato al suo assistito una linea difensiva diversa (se avesse creduto nella colpevolezza del giovane) come un processo con il rito abbreviato o un patteggiamento. Non averlo fatto, significa per me, percorrere senza remore la via dell’innocenza. Anche se in forza della nostra carta costituzionale Emilio Lavoretano è innocente fino al terzo giudizio. Presunzione di innocenza, però, che nessuno tiene in considerazione. Né inquirenti né investigatori né giudicanti né opinione pubblica (senza escludere i mezzi di informazione: radio, tv, giornali) che lo hanno massacrato e  condannato dal primo momento. In particolare la trasmissione “Quarto Grado”, con un linciaggio calunnioso e falso, barattando il destino di un uomo, annullando la personalità di un individuo, per raggiungere una audience di casalinghe di Voghera. Ma il colmo è stato raggiunto allorquando, all’indomani della sentenza di primo grado, la tv che fa capo al puttaniere Silvio Berlusconi, nella edizione del 20 dicembre 2019 - mentre scorrevano le immagini del processo -  ha mandato in onda questo titolo (in sottopancia) “MACCHE’ LADRO E’ STATO IL MARITO AD UCCIDERE”…

(Brano tratto dal libro “Vittime, assassini, processi”, di Ferdinando Terlizzi)

  

 


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